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“Il paradiso è quel posto dove si beve sempre il caffè”

Rafforzatami l’anima con un enorme piatto di pizzoccheri, ieri sono andato a un convegno sul tema “Bambini e pubblicità”. (Burp! ne ha già scritto qui.)
Ho scoperto che i bambini di 5-13 anni passano davanti alla tv ben un terzo (29%) del loro tempo libero (quantificato in circa h 4.30’). Studiare 16%, giocare dentro casa 12%, giocare fuori 16%, videogames 3%, giornalini 1%, libri 1%, poi mi son fermato. Vagamente preoccupato. A dissipare le mie ansie, il signor Doxa ha precisato che è l’identica quota (consumo di tv/tempo libero) di noi adulti. Non mi sono per nulla tranquillizzato.
Poi, man mano che i relatori si susseguivano, i pizzoccheri prendevano il sopravvento. Alla terza ripetizione della battuta sul professore di filosofia utilizzato come testimonial per i pannolini, stante il divieto della Gasparri) mi sono imbozzolato in un piacevole visionario torpore. E ho sognato nell’ordine:
– Neonati volanti con il basco del Che
– Bimbi corti e messicani che inscatolano aeroplani
– Bimbi miopizzati dal gameboy (e non più dalle sane pratiche muscolari di un tempo)
– Una pletora di signori eleganti che torturavano Gasparri (duole dirlo, ma stavolta incolpevole)
– Una progenie di bimbi elettrici clonati che invadeva la sala lanciando merendine ai presenti
YAWN…
Mi ha svegliato, proprio in chiusura, con lo stesso effetto di una stalagmite di ghiaccio nel coppino, la battuta (?) del presidente di TP su un eventuale frate pedofilo in una fiction tv.
Su Italia Oggi trovate un pezzo più serio di Federico Unnia che era presente al convegno. Ma non ai pizzoccheri.
Il titolo del post è la ovvia risposta di un bimbo di 4 anni alla domanda “Cos’è il paradiso?”.












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