ricorrenze autoreferenziali7 luglio 1994Sono…

ricorrenze autoreferenziali
7 luglio 1994
Sono nel bagno dell’università. Sudo in giacca. Una tosse nervosa riporta alla luce la colazione. Esco e attraverso un cortile. Sono vestito strano. Camicia grigina di seta, completo verde marcio, leggero. No cravatta. Il caldo è una condanna dell’anima. Incontro un piccolo gruppo di persone silenziose che mi aspettano. Mia madre vestita a fiori mi mette in mano un librone rosso. Si avvicina un signore con baffo bianco e giacca blu. Mi ricorda qualcuno, ha un aspetto familiare, ma è troppo elegante. Mi strizza una spalla e punta un dito al mio lobo sinistro. Ora lo riconosco: “Ahia, papà, sì l’orecchino l’ho levato.” Mi chiamano, entro e siedo alla mia piccola gogna.
Gogna un cazzo. Mi chiedono quattro stronzate. Dura meno del mio coito più imbarazzante. Mi danno quattro punti. Esco e pacche sulle spalle e baci. E poi tutti al bar, insieme a famiglia e amici miei e di Monica, laureatasi mezz’ora prima.
Monica sta bene, ha appena avuto due gemelli e se ho bisogno di un avvocato, vado da lei.
Il mio pezzo di carta dorme sereno nel suo tubo rosso.
Che ogni tanto uso per spingere in dentro i libri degli scaffali più alti.








7 Comments on “ricorrenze autoreferenziali7 luglio 1994Sono…

  1. fermo restando che mi piace come scrivi:

    sono indeciso se linkarti perché leggi tibor fischer, o evitare perché ascolti maroon 5.

    tu che faresti, in fede?

  2. fermo restando che il complimento è gradito e dunque grazie, fermo restando che non capita spesso che i passanti leggano anche la colonna di destra e quindi bene così, anche questo è gradito, confesso di aver letto un solo libro di Fischer, “La gang del pensiero”. E di aver goduto un sacco. Sui Maroon… che dire sono una cosa che sì in questo periodo assunta nel momento giusto mi fa godicchiare. Un orgasmino dico.

    Ma per toglierti ogni dubbio, ti rivelo ufficialmente e a te solo (?) la seguente chicca. Io, per motivi che sfuggono a me (e spero non sfuggiranno in futuro al lussuoso strizzacervelli che un giorno potrò permettermi), io, inevitabilmente, quando sento “La solitudine” di Laura Pausini, io piango.

  3. io il tubo rosso neanche l’ho mai reclamato. ora mi sveli nuovi usi. dici che devo andare in segreteria studenti a ritirare il mio tubo-stacca-ragnatele-dal-soffitto????

  4. dato che per spingere in dentro i libri negli scafali alti, avevo già un righello in plastica (frutto della vincita alla pesca di beneficenza della croce rossa) ho pensato bene che non mi servisse laurearmi per avere il tubo rosso atto allo stesso scopo 😉

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