the Olympic Spirit in me, oh yeahSpigolature…
the Olympic Spirit in me, oh yeah
Spigolature a Cinque Cerchi
Assolutamente permeato dallo spirito olimpico (via ben ben un etto di pancia per sentirsi in forma), comportamenti assolutamente decouberteniani con i colleghi (resi più facili dalla loro assenza), un accendino a forma di tripode, quando posso mi godo i Giochi e se ho tempo anche chi ne scrive. A proposito, Chettimar, ma ti pare proprio il momento di andare al mare “a sorpresa”?
Il beach volley tira un casino. Ha il suo perché, non dubito, con tutte ‘ste inquadrature sui fondoschemi che evidenziano glutei, cosce, tatuaggi ecc. Però, diamine, è proprio obbligatorio l’uso di quegli occhialazzi da sole copritutto? Come faccio a lodare spassionatamente un culo senza sapere di che colore sono gli occhi? Sono troppo sentimentale, dite?
Leggendo di Federica Pellegrini mi incuriosivo per i due maroni che questa qui dimostra già di avere a soli 16 anni. E poi c’era questa storia del costume. “Vorrei indossare il mio, è più veloce. Se qualcuno mi paga la multa dello sponsor della nazionale lo faccio.” Un nuovo caso Totti, piedini doloranti sponsor nella cacca? E io lì a figurarmi che il suo costume era il suo, fatto in casa, magari non proprio dalla mamma, ma da un artigiano locale.Insomma, mi stavo già costruendo un personaggio irresistibilmente anticonformista. E invece no. Fede nuota velocissima e si argenta con il costume che vuole lei. Che è della Speedo. Quelli che hanno promesso un milione a Phelps, insomma non proprio dei pezzenti. Detto questo, Federica resta una sirena.
Lo dicono a denti stretti ma il clima del Villaggio Olimpico, le bistecche troppo dure e altre scomodità, non è adatto alle esigenze dei calciatori azzurri. È mai possibile che si perda ogni occasione per recuperare terreno sul fronte della popolarità? Gli costa poco fare come fanno gli altri atleti e adattarsi? Ok, andatevene pure nel vostro nuovo albergo di lusso.
Ritorna Merlene Ottey. Signori, è la sua settima Olimpiade. Ha cominciato a Mosca ’80. Come me da spettatore. E corre i 100 piani. Bella come sempre. Anzi di più, perché mi va ormai per i 44
Dal Foglio di oggi in pdf: Pollicino Maenza, oro a Mosca ’80 e la sfida Long-Owen a Berlino ’36. Con finale di Fuhrer molto inkazzaten che se ne va dallo stadio meditando una blitzkrieg contro il proprio atleta.
Seguire alla radio un tie-break come quello di ieri di Italia-Brasile è stata un’emozione antica, a tratti pionieristica.