treni, memorie, jungle, esplorazioni,…
treni, memorie, jungle, esplorazioni, fischietti
Sittin’ on the dock of the train
L’altra mattina me ne stavo con la creatura in riva ai binari. Al quarto treno guardato partire, descritto, salutato, dopo una fugace esplorazione di un locomotore, persino la creatura sembrava appagata e fissava il cielo forse già stufa, pensosa.
Solo allora ho cambiato la sintonia e ho cercato di ricordarmi quante cose sono cambiate nelle stazioni e sui treni. Intendiamoci, io la terza classe e i sedili di legno li ho visti solo nei film. Ma è impossibile cancellare l’ultima locomotiva a vapore (quella CIUFF CIUFF) o la tinta verdone delle vecchie carrozze, o il color seppia morta dei quadretti che stavano sopra i sedili in seconda classe. Ma poi il capostazione soffia nel suo aggeggio e quasi mi commuovo. Cazzo, il fischietto. Quello è sempre lui. Mi conforta un po’ il fatto che non abbiano ancora trovato nulla di altrettanto semplice ed efficace per sostituirlo. Che so, una cellula a infrarossi, un laser, un fischiofonino. Poi mi cade l’occhio sulla creatura e, dal suo gesto profondamente intenso, la colgo assorta in pensieri simili.
Due le notizie rilevanti sulle FS in questi giorni.
La prima è che se salite sul treno senza biglietto o senza obliterazione, allora vi conviene darvi subito una sonora mattonata sui maroni. Sì, perché vi farà assai meno male quella del controllore, che vi applicherà una sanzione di 25 eurodobloni, più il costo del biglietto senza alcuna riduzione, neppure quelle a cui avete diritto. E questo vale per tutti, portoghesi di professione e semplici sfigati, ritardatari e vecchietti disinformati. Quindi occhio.
La seconda invece riguarda i pendolari e in particolare quelli transregionali. Un illuminante pezzo di venerdì scorso di Michele Smargiassi su Repubblica mi ha indicato alcune solide liane là, nella jungla delle tariffe. È cosa nota – dicunt – che in molte parti della rete FS, per una serie di mancati o errati coordinamenti tra tariffe regionali confinanti e tariffone unico nazionale, un biglietto chilometrico più lungo costa meno e il pendolare sgamato se lo sa risparmia. Da ciò, per esempio, il sovraffollamento fantasma del comune di Pontenure (PC): 1.500 abitanti e ben 5.000 pendolari che vanno tutti i giorni a Milano, ma che in realtà salgono a Piacenza, la stazione successiva (la cartina di Repubblica secondo me era cannata).
Non è bellissimo dico? Insomma se siete trans pendolari, si vabbè nel senso di pendolari trans regionali, informatevi e che il dio delle tariffe ve la mandi buona.
La creatura ha lo sguardo alto al cielo e il dito indice insinuato ben bene dentro una narice.
“Ehi signorina, dimmi un po’: che cos’è che stai cercando tu?”
Lei senza nemmeno girarsi: “Kakkole”.
E sono quasi sicuro che l’abbia detto con la kappa.
Poi, il giorno dopo ho saputo che anche il fischietto sta per andare in pensione.
Suggerisco come colonna sonora “Kakkole” degli Skiantos …
Se