taccuino vacanze: Ustica #5 …
taccuino vacanze: Ustica #5
Il mio Live8 itinerante: dalle onde ai bisacuti grandi grandi
Il concerto è il giorno della partenza, so che non ci sarò e non mi frega più di tanto. Però. Alle 14.35, su un bus Puntaraisi-Porto impugno saldamente lo Zen e cerco una radio. Cerco e becco tutti i tipi di fruscio e rumore bianco per lunghi minuti e poi il finale di Sergent Pepper con U2 e Macca.
Comunico la mia esultanza ai familiari semiassopiti. Vado a cagare, ok scusa. Dorme? Sì, bene. Ripartono gli U2.
L’autista dice “porto”. Io dico Beautiful day? Speravo meglio…
Venti secondi dopo è troppo tardi. Per il porto dico. Tocca tirar dritto lungo tutto il litorale. E salutare un aliscafo. E guardare gli altri che scendono dove volevano scendere. Tocca spiegarsi con l’autista. Fare un gesto? Ma va? Tocca accompagnarlo al capolinea. Ascoltare la sua proposta aumm aumm: se sale il controllo lei dice che si è addormentato che a regolamento io non potrei riaccompagnarla e mostra i biglietti, i biglietti li avete ancora no? Perfetto, grazie.
Molte ore dopo, intravedo Sting sul tv esterno di un bar di Ustica, ore 22 circa se non erro, mentre annaspo in evidente debito di ossigeno. “Allora dal porto fin su a casa andiamo a piedi, sicuro? Io porto la creatura, tu i bagagli, ok?”.
Si conserva bene Sting, dico, mentre i bagagli mi trascinano pericolosamente indietro. Lui sì.
Due ore dopo ritorno davanti a quel tv. Solo. E ordino da bere. Ci sono i Pink Floyd.
E Tu vuò fa l’americano risuona possente in tutta l’isola.
Ci sono cento metri più in alto “Le onde italiane”. Su un palco largo tutta la piazza e relativo impianto: in due. Con adeguato corredo di tastiere, monitor e mortiferi midifiles per tutte le età & occasioni. Professionali, per carità. Con giovin cantante solita appassionato neomelodico e “sincronizzatore di canzoni” brizzolato e più rotondo. “Il maestro MimmoVaccaro, che ancora che io ero nico, già imperversava tutta l’isola con la sua musica.”
Guardandoli, non posso non ripensare a cosa si poteva (si potrebbe?) diventare io e mio fratello. Che quella formazione l’abbiamo praticata per alcuni anni. E con gli stessi mortiferi (ma comodi) midifiles. E con lo stesso tragico schema “schiaccio play e palla al cantante”. E che non si guadagnava nemmeno male. E che ora per fortuna se qualcuno ce lo chiede – a proposito: noi siamo ancora sulla piazza – (regia, vai con la scritta), si esce solo in acustico e dopo rituale rissa privata sul repertorio (fine messaggio promozionale, regia, via quella cazzo di scritta). E si fa la solita porca figura e il borderò e due lirette. Ma senza basi e tutto live ci si diverte assai di più. (Levala, cazzo, dormi?)
Le Onde italiane, cazzo, sono dappertutto. Comfortably numb affoga dentro Eros. E anche l’inizio del Macca è raddoppiato nel volume da Baglioni e l’Anima mia de li mortacci de mammeta.
Poi il bar spegne le casse in piazzetta. Allora entro e mi allungo a torcicollo sul banco sotto il tv. Le onde finalmente restano due passi indietro. E il Macca ha ancora sotto due maroni così. Grossi almeno come la panza del suo batterista.
Mezzora dopo, però, hanno vinto loro per abbandono. Le onde hanno vinto, dico. Il Live
Drinn. “Pronto, in piazza, non dormi? Grande la tipa no? Non meno di ottanta, credimi. Grande. Grande. Arrivo.”
Qui via emmebì, e qui via anonima segnalazione nei commenti qui sotto, i due posti dove andrò a cercare quel che mi son perso.
Temo che il primo link fosse poco ufficiale, la pagina è stata chiusa … il secondo segnalato dal sottoscritto, “masaraiscemo@tiscali.it”, (si lo so, una mail FANTASTICA”, è ancora su, con un PC semi serio una discreta banda e un activex scaricato apposta, continuo a vedere, ovviamente il tutto sotto la bandiera capitalista di Bill Gates, io e i Mac non ci siamo mai capiti!
;o)
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