W l’Italia, l’Italia devoluta
All’asilo della creatura, quest’anno si studiano i popoli del mondo. Si parte dall’Italia.
La settimana scorsa mi ha detto che tutto attorno all’Italia c’è il mare. Poi ha cominciato a canticchiare fratelliditalia fratelliditalia. Che è la canzone dell’innodimameli. Ieri mi ha detto che a Roma c’è la legge. Cioè, dei signori importanti che fanno le leggi.
Un giorno forse mi toccherà raccontarle com’era questo paese prima della devolution. E allora, grazie a Corrado che me lo segnala, mi metto da parte questo articolo di Claudio Magris.
Il termine «devolution» non è tanto una parola che esprima un concetto, quanto un rumore, come quelli che il corpo talora emette anche involontariamente, magari con effetti socialmente imbarazzanti; un segnale convenuto di riconoscimento fra simili, come il fischio di certi animali o quello irriferibile immortalato da una celebre canzone goliardica.
Sono le scorreggie dei politici…
Potrebbe essere il rumore che anticipa il futuro dell’Italia, dopo la devolution sara’ ricoperta di m…
verba volant, Johnny Manent