giochi in estinzioneMani-rigore-batto-io. E…
giochi in estinzione
Mani-rigore-batto-io. E vale pure di punta!
I ragazzi non giocano più a calcio per strada. Triste ma vero. Lo scrisse benissimo, e con grande nostalgia, Michele Serra indagando le cause di questa estinzione.
Ora vedo (Repubblica di oggi, non online) che uno dei libri più belli di Stefano Benni diventa un cartoon di produzione francese, in onda da stamattina (perso!) su Rai2 e invia di esportazione in varie parti del mondo.
Ma il bello è che nel libro e nel cartone il gioco non è nemmeno il calcio. Il gioco è la pallastrada, l’anarchica e selvatica specialità che unisce milioni di bambini sotto ogni latitudine. Serve solo una palla da calciare, ma anche di stracci va bene, e delle gambe da far correre e sbucciare. E uno spazio aperto e non delimitato. Dopo il cartone poi, dicono stia nascendo un vero campionato mondiale di pallastrada, da disputarsi la prossima estate nelle banlieu parigine. Con la finale nel parcheggio dello Stade de France.
Da questo vecchio articolo di Loredana Lipperini (che vi consiglio), copio le splendide fondamentali (non)regole della pallastrada.
"Il campo di gioco può essere di qualsiasi fondo e materiale a eccezione dell’erba morbida, deve avere almeno una parte di ghiaia, almeno un ostacolo quale un albero o un macigno, una pendenza fino al venti per cento, almeno una pozzanghera fangosa. Le porte sono delimitate da due sassi, o barattoli, o indumenti e devono misurare sei passi del portiere. La traversa è immaginaria e corrisponde all’altezza a cui il portiere riesce a sputare. La palla deve essere stata rattoppata almeno tre volte, deve essere o molto più gonfia o molto meno gonfia del normale, e possedere un adeguato numero di protuberanze che rendano il rimbalzo infido."
Stefano Benni, La Compagnia dei celestini, Feltrinelli, 1992.
Io ci giocavo a calcio in strada, sotto casa mia, ma adesso (e mi sento vecchio a dirlo) in quella strada lì ci sono troppe macchine parcheggiate, non si potrebbe più neppure volendo.
Un gioco divertente e fantasioso, una contrapposizione evidente allo squallido miliardario mondo del calcio professionistico.
Oh, il libro è delizioso…