Quantestorie. E quantisuoni
Ci sono in questi prossimi giorni a Milano un paio di posti dove portare i bimbi. O dove infilarvi se vi sentite bimbi. Io, com’è noto, sommo entrambi gli aspetti della vicenda.
Alla Triennale fino al 26 marzo c’è SUONI – mostra gioco per bambini. Quando un paio di settimane fa ho visto il servizio al TG5 con tutti questi bimbi che interagivano con giochi musicali, accrocchi rumorosi, onde sonore, mi sono avvicinato al video in trance quasi sbavando. E Lady Burp ha detto: “No, oggi non ti possiamo portare. E non fare i capricci”. Durante la setimana lavorano con le scuole ma nel fine settimana aprono alla famiglie e comitive, su prenotazione a orari fissi. Imperdibile.
E poi c’è Quantestorie. Di cui scrissi già l’anno scorso. Mi infilai bel bello alla maratona di lettura dei papà. Io e la mia bella fiaba arrotolata in tasca. Curioso di vederne l’effetto su una platea di bimbi e genitori. Ahimè, mi stopparono: non era permesso leggere fiabe inedite e di propria produzione, solo dai libri a disposizione. Ci rimasi male, ma il concetto era limpido e più che giustificabile: tutelare i presenti da storie sconosciute, magari brutte e padri logorroici. cercai vanamente una storia tra i libri ma non funzionava. Io ero pronto per leggere la mia, quella la sapevo davvero offrire per bene. Su qualunque altra cosa avrei letto e stop. Così, mi rimisi in tasca i piedini, proprio gli stessi piedini che poi bla bla il premio sì ok non vi annoio più.
Fine dell’excursus personale, Quantestorie, dicevo. Parecchie: leggetevi il programma. Andrò probabilmente al convegno di sabato 11 allo Spazio Oberdan: “I bambini non esistono. Il difficile rapporto tra letteratura per l’infanzia e i media in Italia”. E poi in giro a curiosare, tra Milano e Sesto, tra una mostra di illustrazioni (cercando Andrea Valente per esempio che non sapevo vivesse proprio a Pavia) e la foresta dei libri: uno spazio dove i libri piovono copiosi dal cielo, proprio ad altezza bimbo.
Mamme della zona che leggete queste righe, nomino solo quelle che conosco (Ale-Cassie, Isa L., Laura, Isa P., Claudia, Se, che invece è un babbo, Dona Loretta, ecc.) genitori orsù: vediamoci colà.