libri e scrittori: glielo chiedo a…
libri e scrittori: glielo chiedo a lui
Mi mangiassero i grilli: intervista all’autore
In vista della presentazione musicata di sabato 13 maggio a Pavia (v. sotto), ho fatto qualche domanda ad Andrea D’Agostino.
– Allora? Com’è andata che hai pubblicato? Si diventa ricchi eh!
– Ricco no, con l’8 per cento sul prezzo di copertina al netto d’iva non vai molto lontano. A meno che non venda vagonate di libri, e non è il mio caso. La prima tiratura è stata di 1000 copie, e non penso stia per finire. A dire il vero ancora non so quante copie in libreria siano state vendute. Però so quante copie ho venduto direttamente (presentazioni, parenti, amici, amici di amici, colleghi di mio padre provenienti da tutto il mondo): a occhio e croce 400. E di queste guadagno di più. L’anno scorso, i soldi raccolti così mi hanno permesso di andare in Portogallo e restarci un mese.
Com’è che ho pubblicato? Una versione precedente di Mi mangiassero i grilli è stata finalista al Premio Calvino del 2002. Poi ho spedito copie di qua e di là, a editori piccoli che quelli grandi non ti calcolano se non hai qualcuno che ti presenta, un agente, un amico. Spedisco e aspetto un anno. Mi telefonano Meridiano Zero e Manuela La Ferla, che all’epoca lavorava per Fazi. Mi dicono, carino, imperfetto però. Devi lavorarci. Così, seguendo le indicazioni di Giulia Belloni della Meridiano Zero, ci lavoro. Rispedisco. Prima solo a Meridiano Zero e Fazi. Succede, per motivi diversi, che nessuno dei due editori è più interessato. Spedisco di nuovo di qua e di là. Tre mesi dopo, mi telefona Instar Libri. Vado, chiacchieriamo, il libro gli interessa, ma vogliono rifletterci ancora. Un’ora dopo telefona Fernandel, mi offre un contratto. Lo comunico a Instar: pure loro mi offrono un contratto. Capita che una copia finisca, tramite un mio professore, sul tavolo di Paola Gallo, Einaudi. Carino dice lei, però meglio uscire con un editore piccolo che bruciarsi con uno grosso. Così ho scelto Fernandel. Sono stato fortunato.
– Tre libri che ti hanno segnato/cresciuto.
– La montagna incantata, Thomas Mann. Il gattopardo, Tomasi di Lampedusa. Una solitudine troppo rumorosa, Bohumil Hrabal. E, esagero: pure il Don Chisciotte. Il bello è che tre di questi quattro li ho letti perché facevano parte di programmi d’esame. Il bello di fare lettere.
– Che rapporto hai coi blog e la scrittura in rete?
– Già scrivo poco per gli affari miei. Pochissimo. Ho tentato, all’inizio della vita del blog, con un paio di post di carattere descrittivo. Mi sono stufato. Uso il blog solo per le comunicazioni riguardanti il romanzo, raramente cioè. Però chi vuole ci trova le recensioni uscite fino a oggi, informazioni spicciole e varie.
– Che stai preparando? Che aria tira a Madrid? Progetti futuri insomma.
– Finire l’Erasmus, manca poco; scrivere la tesina, laurearmi ma non essere ancora dottore, perché adesso funziona così. La tesina sarà sul Don Quijote e il Don Chisciotti e Sanciu Panza di Giovanni Meli, poema eroicomico in siciliano di fine 1700.
Poi dovrò decidere dove andare l’anno prossimo, che fare, perché. Insomma, una decisione mica da ridere. Perché quest’anno ho pagato l’affitto con la borsa Erasmus. L’anno prossimo come? Hai un lavoro da propormi o un mecenate da presentarmi? Tento di scrivere un secondo romanzo così che I Grilli non siano figli unici, oppure finisco prima l’università? Mi piacerebbe andare in Portogallo, restare in Spagna mi attira meno: l’università è una stupidata, Madrid mi piace ma non mi ha conquistato. Non penso, andando per strada: questo è il posto dove vorrei vivere, dove vorrei far crescere figli. Anzi, è l’ultimo posto dove vorrei fare crescere un pupo: a 12 anni gli spagnoletti sono già per strada ‘mbriachi e vomitanti.
– Il candidato mi metta dunque il Donchisciotte in un sms (160 caratteri).
– A Don Chisciotte gli si secca il cervello per il troppo leggere romanzi di cavalleria. Riesuma le armi arruginite di famiglia, si costruisce una celata di cartone, si fa battezzare cavaliere da un oste, assume Sancio e se ne va a spasso per la Spagna raddrizzando torti e vendicando offese. Sono 160?
– Mhm… così a occhio direi di no. (Rivolgendosi al pubblico: che dite? Va bene? O gliela si fa rifare?)
– Dai su, immarzulliamoci. Fatti una domanda e risponditi per benino.
– Hai firmato la petizione on line affinché la Giuve se ne vada per lo meno in B, e gli amichetti di merende arbitrali per lo meno a San Vittore? Certo che sì.
– Bene, ciao e grazie della dritta che vado a firmare anche io.
Con Andrea ci vediamo sabato a Pavia. Siete tutti invitati.
Parto adesso, io. A domani, cia’.