Suicide is painless…
Con tutta la musica che le ho fatto ascoltare quest’estate in vacanza, ora a distanza di tempo posso dire con certezza che le canzoni dell’estate della creatura sono La ballate dell’amore cieco di Fabrizio de Andrè e Vecchio frac di Domenico Modugno.
Due canzoni, un tema: il suicidio, olè.
Il successo del frac nasce dalla disponibilità in un’auto non (ancora) attrezzata all’mp3, di un unico vecchio tape antologico di Modugno. E va da sé da perfezione, cantabilità e precisione del testo nel disegnare ambiente e personaggio.
Il successo della ballata invece è figlio naturale dell’attrazione per il macabro: “Mi fai risentire la canzone di quello che si è strappato le vene?” dice lei mescolando due strofe.
Tralalalalla tralallalero, insomma sì, allegria, ma con la storia di uno che strappa il cuore alla mamma, lo regala all’amata e poi si suicida per amore. E allora qualche spiegazione gliela devi fornire, tipo che lei è una strega e lui è un pazzo.
E la creatura puntualmente a fine canzone scuote la testa e dice tra sè: “È un pazzo…”.
La canzone che hai citato di de andrè è quella “un uomo onesto un uomo probo”? Cmq so tutte belle. Ossequi da IL MENAGRAMO (mi trovi su http://www.speakers.diablogando.it/main.php?blogid=7445)
Certo Menagramo, proprio quella.
“Un uomo onesto un uomo provo” nella versione per minori di anni 5.