Scrivere per essere letti o scrivere per…
Scrivere per essere letti o scrivere per pubblicare un libro?
L’altro giorno sono stato a curiosare alla presentazione di "L’autore in cerca di editore" di Maria Grazia Cocchetti (una recensione la vedo ora anche qui, sulla magia).
Ebbene è un librino che esce ora rinnovato, in versione più agile e tascabile (anche proprio per la tasca, dico che costa solo 10€), ma per nulla diminuito nell’utilità.
Aiuta a coltivare le principali virtù dell’apprendista scrittore (la pazienza dell’attesa, il naso blindato contro le porte in faccia) e soprattutto aiuta a impostare meglio dal principio proprio il lavoro di ricerca di un editore per sé e per il capolavoro che tutti teniamo in un cassetto della scrivania o della mente.
Contiene agili profili-intervista sia alle agenzie letterarie che agli editori.
All’autrice, che da una decina d’anni ormai segue le vicende di questo scenario, avrei voluto chiedere (ma mi partiva il treno) cosa sta realmente cambiando in questi ultimi tempi recenti e veloci. Se la completa facilità di pubblicazione in rete (e le non banali soddisfazioni che essa può dare) stia in qualche modo arginando la quantità – o anche solo mutando la qualità – delle messi di manoscritti che gli editori ricevono.
Siccome poi vedo che l’autrice ha il suo sito, con un’apposita rubrica di posta, all’uopo gliela giro.