Du-lon-du / ie ie ieee*…
Non mi ricordo quando ho ricominciato a farmi in modo pesante. A farmi di Beatles dico Forse da quando ho messo il librone delle musiche ben saldo sopra il piano. O l’anno scorso, quando ho intervistato la mamma 40 anni dopo il Vigorelli.
Ma la detonazione è stata l’interesse della creatura. Appassionata dacchè ha visto alcune illustrazioni del Sottomarino giallo. Sentirla cantare letitbild. Mostrarle le foto (qual è quello che assomiglia allo zio Beppe? George.) Raccontarle pezzi della storia dei Fab Four. “Che facevano innamorare tutte le ragazze (anche la nonna ragazza?) e che poi un giorno sono andati in India e sono tornati con le camicie coi fiori e una chitarra così strana ma così strana che nessuno sapeva neppure come si chiamasse!”.
Sentendo forte dentro di me l’imperativo categorico della formazione della terza generazione di beatlesiani, ho ricominciato a farmi. E li ho riascoltati. Per la terza volta massivamente, complice un qualche libro e orecchio più adulto. La prima fu nell’infanzia complici i nastri dello zio e della mamma. La seconda da grande sui 20 anni. L’ultima ora. In particolare riascoltando – da maturo – la loro fase più matura. All’incirca da Revolver in qua.
Alt, qui ci si dilunga. Oggi volevo solo dire chissà com’era contento il buon George Martin che finalmente i sopravvissuti e le aventi diritto si trovavano d’accordo nel far usare le musiche al Cirque du Soleil. Com’era contento di ritirar fuori quei nastri e di mettersi lì alla sua età a tagliare, incollare, pulire, spostare. Mescolare. E della fortuna che ha il suo figliolo, benedetto ragazzo nell’assistere cotanto babbo in cotale onore.
Ascolteremo Love (qui alcuni pareri).
E attenderemo il giorno in cui la creatura ci porterà un disegno: “Questa è Lucy nel cielo coi diamanti”.
* Sandro che aveva un fratello grande e me la insegnò così. She loves you.
io ai tempi, pochissimo più grande della burpina, cantavo “leighepì” 😉
kiti
A splendid time is guaranted for all, dear Uncle Burp.
Yellow Submarine, ad oggi, mi è stato consegnato dal Mulo nelle seguenti versioni:
– audio in italiano e in inglese, contemporaneamente
– telecamera che registra amatorialmente la tv (RaiTre 1988?) con tanto di pubblicità del Fernet Branca
– estensione del file “yellowsubmarine.dn?s!!ejc”
– Rocco Siffredi invade la Polonia
E così li ho dovuti cancellare tutti. E tre.
Aspetto di incappare nella versione rimasterizzata di qualche anno fa.
Giovedì notte. Poeti d’amuro?
gruppoH5N1
Mmm recapitati 4, cancellati tre. Quindi posso chiederti se su quel film di Rocco c’è il soundtrack di Wagner?
Giovedì è tutto possibile.
Kiti, ma che accade al tuo blog? Nel senso che hai di meglio da fare e lo trascuri. Tutto qui no? O io ho ancora vecchi e non aggiornati link?
Guardi, pavento quel giorno. Mi auguro che la creatura si conservi meglio di quanto lei non si augura.
Ho preso Love domenica e l’ho ascoltato la sera stessa. L’ho trovato emozionante. Primo perchè sono un beatlemaniaco. Secondo perchè ho preso la versione con il lussuoso DVD.. e ascoltare i 4 in multicanale è un’esperienza e il sitar ti entra nelle orecchie come una zanzara canterina. Terzo perchè il lavoro certosino-maniacale che ci hanno messo nel realizzarlo è esemplare. Quarto perchè credo che per apprezzarlo completamente sia necessaria una cultura beatlesiana mica da ridere (sì, ne sono provvisto, viva la modestia). In alcuni punti (ma si tratta di micropassaggi) funziona un po’ meno.. in altri è qualcosa di leggendario e perfetto. Ascoltandolo ho pensato che da tutto quel materiale a disposizione sono riusciti a creare un concept album vero e proprio, che quasi vive di vita propria, come se fosse inciso per intero al giorno d’oggi. Modernismi elettronici non ce ne sono praticamente. E un grande plauso quindi a George Martin per aver mantenuto intatta la magia.
Non posso nascondere la mia beatlemania.. ma ogni volta che li ascolto mi viene da pensare che non ce n’è: quei 4 capelloni hanno reinventato la musica.
il Tinez
Grande Tinez, grazie, è un piacere leggere il tuo entusiasmo. E scoprirci affratellati.