Pillole di quintet…
Pillole di quintet
Su myspace ho messo due pezzi dal concerto della settimana scorsa. Hackensack (incompleta per questioni di lunghezza-spazio) e Lullaby of Birdland cantata da Luana.
Su Flickr ho messo le foto che ci ha fatto Tinez. Aggiungo che in realtà non siamo così dannatamente belli: è lui che è molto bravo a scattare.
Proprio a Tinez e a Valeria Zani (che si è occupata della locandina) è andato il nostro più sincero (e dunque sudato) abbraccio post concerto.
Bellissime le foto, e belli i due pezzi che hai messo li’ da ascoltare, anche ben registrati. Pero’…….accetti critiche?
Diamine, son qui apposta… Spara!
Eri giusto seduto davanti al pc? 🙂
Ok, vado: Hackensack e’ ben suonato, il trombettista suona alla grande, mi piace molto, Dema è migliorato parecchio da quando lo avevo sentito anni fa, il sound del suo tenore e’ perfetto per un pezzo cosi’, e tu suoni un gran bene e preciso, oltretutto non sei su un piano a coda.
Ma il ritmo di basso e batteria non e’ quello giusto.
Non so cosa sia, ma i pezzi di Monk sono impietosi in questo: se manca quel senso di elastico, quella forza morbida, se ascoltandolo non ti fa saltellare dentro, ecco sembra sgonfio. Tu avrai sicuramente letto o visto che Thelonious stesso si alzava spesso dal piano per provare a ballare sui suoi pezzi e sentire cosi’ il ritmo giusto. Forse il pezzo che rende meglio quello cerco di spiegare (male, ma tant’e’) e’ Monk’s Dream, li’ c’e’ il senso di quello che ho in mente, il senso di ritmo marcato e alternato che compare pure ossessivamente in “Thelonious”. Questa interpretazione mi sembra invece piu’ attenta alla resa armonica, che a mio personale parere e’ un po’ la tendenza di tanto “gess” fatto dalle nostre parti. Intendiamoci, sono dettagli eh, avercene di musica fatta cosi’, eppure, eppure….
…eppure eppure… bravo. Grazie moltissime. Hai messo l’accento su una cosa molto speciale e particolare come l’incedere della ritmica. Che io per primo vorrei un po’ più ciondolante, spezzato, aperto. Come e oltre Monk dico, come potremmo permetterci di farlo ora, mezzo secolo dopo, dopo aver ascoltato per dirne due trane, ornette e le loro pulsazioni. La mia ritmica va molto leggiadra come una bici al velodromo. Io ogni tanto gli butto tra el ruote qualche bolognino, del pave, una buccia di banana, una gomma americana. Prima o poi i risultati is vedranno.
Mi manca di sapere chi sei anche se ho alcuni sospetti. 😉 Svelati via mail se preferisci. Rigrazie.
Mettiamola cosi’, Cris: Internet è un grande mezzo perche’ permette di confrontarsi su quello che unisce, concentrandosi su interessi comuni ed evitando che magari vecchie ruggini mettano in secondo piano discorsi che invece e’ sempre piacevole fare insieme. In fondo, cosa cambia sapere con chi stai parlando se apprezzi quello di cui parliamo?
E poi, ti verrebbe anche in mente che il sax lo suonavo meglio io 😉
Ciao né 🙂
Ostia!
😉
Concordo.