L’Emilia o la dura legge della musica
Il libro di Gianluca Morozzi l’avevo sfogliato a pranzo in libreria. Saltando qua e là in mezzora l’avevo piuttosto letto tutto ma a sprazzi. Poi l’ho citato intervistando Graziano Romani nel podcast Di SpazioMusica. E lui rispose: “Sì conosco il libro di Gianluca, che tra l’altro saluto.” Come se Morozzi era lì che si ascoltava il nostro umile programmino senza futuro. Tra l’altro ora vorrei salutare Paola, Fabio e Paolo Fresu, ecco.
Comunque il librino di Morozzi merita. Scrivere di musica divertendo(si) e con semplicità, con la stessa genuina attitudine con cui si suona la chitarra ritmica in una cover band senza fronzoli. Con la scusa di dare risposta all’interrogativo sul legame profondo che unisce la via Emilia alla musica. Imperdibili il resoconto del Bologna Rock dell’80 (’79?), quando gli Skiantos salirono sul palco e si cucinarono gli spaghetti, e la fulminante epopea di Larry, il batterista trasparente che chiude il libro.
Cos’altro leggere di Morozzi? “L’era del porco”, dici?
Ok per fortuna la biblioteca sui monti è ben fornita.