L’italiano scritto (Curiosità + errore blu)
Questa cosa non la sapevo. Di come è nato il punto di domanda dico. C’erano ‘sti poveri monaci copisti che in coda a ogni domanda miniavano la parola “quaestio”. Un bel giorno uno di loro ha provato a sintetizzare in “qo”. E di seguito (ma si parla di centinaia di anni) un altro collega ha trasformato la o in un punto e la q in un ricciolo cominciando a scriverli non di seguito ma uno sull’altro.
Questa cosa l’ho scoperta nel libro di Beppe Severgnini Italiano, lezioni semiserie (rapido, utile, divertente), che a sua volta l’ha scovata su Wikipedia.
–
Questa invece mi sa che la sbagliavo. Oh mio caro “Qualcun’altro” ebbene sì, quante volte, ti ho scritto con l’apostrofo? Ebbene lo confesso io, prima che me lo dica qualcun altro.
E questa cosa me l’ha ricordata Laprofe, in una delle sue lezioni di italiano a Radio Deejay (non so quando vanno in onda ma ci sono in podcast sul suo blog).
Da accanito seguace del buon Severgnini, sto anch’io per dedicarmi alla lettura. Solo ogni tanto mi sembra si batta un po’ troppo per l’autarchia linguistica. Anch’io odio l’uso smodato dei termini inglesi (specie nel marketmondo), ma mi rendo conto che sempre più spesso, almeno nel mio ambito lavorativo di tutti i giorni, ad esprimersi in modo diverso si risulta ridicoli e, più spesso, si rischia di non farsi capire.
PS
Sono l’unico a odiare ferocemente l’intercalare “quant’altro”?
Sì è un mondo difficile, una dura lotta, ma il beppe mi serbra consigli solo il buon senso. E in questo libro c’è una paginata di termini anglo tradotti ottimamente. Si tratta solo di iniziare a usarli. Cominci tu? 😉
giusto oggi stavo cercando di spiegare a una mia collega inglese che mastica bene l’italiano che qualcun altro va senza l’apostrofo, ma poi ci siamo imbattuti in un qualcos’altro che l’ha disorientata. Zio burp aiutami tu! la mia interpretazione è che la enne è più moscia e si può elidere, la esse ha più personalità e si offende se non ci metti l’apostrofo