Am trukin cori corum core ukken
Mentre sparecchiavo, ho visto la luce. Colto da improvvisa proustiana madeleine ho chiesto a Lady Burp:
– Ti ricordi quella canzone? Quella che faceva “Am trukin cori corum core ukken”?? L’avevo su una cassetta fatta dallo zio Rosario con la scritta in dymo e la scritta era… era… era… Rockollection!!
L’ho trovato su youtube e lo sto cantando da un’ora. Fottendomene dello scioglilingua del testo originale e recuperando, direttamente dall’unico neurone che si è riacceso sparecchiando, esattamente il suono che capivo e cantavo allora: Am trukin cori corum core ukken, in luogo di Un truc qui m’colle encore au coeur et au corps.
E di fronte a Laurent Voulzy, questo ricciolino inguardabile con gli incisivi in libertà, di fronte all’idea che nel ’77 proprio attraverso questo tormentone entrarono nella mia testa i primi germi del R&R, di fronte a tutto questo io dimentico il velo pietroso e il nano, dimentico il mutuo e il mal di schiena, dimentico per mezzora tutto e ballo da solo sul balcone, nudo ed unto d’olio.
Ben 25′, in cui le canzoni “citate” coprono un altro ventennio di storia del rock.
Sul mulo sembra esserci un live in Bercy 1995.
minchia, che botta di gioventù!
qui no mulo, ma apprezzo vostro nostalgico attivismo. Facciamo circolare, tormentiamo il tormentone. Ora però smetto di ballare perché sul balcone fa freddo e piove.
Ho il 45 giri originale, schiatta d’invidia, và. 🙂
robxyz
‘stardo. Schiatto.
Nudo sul balcone in una piovosa serata di fine aprile?
Per giunta unto come una ballerina di lapdance?
Con le creature che ti guardano e costruscono su di te la propria scala di valori?
Che spettacolo indecoroso.
Ma hai fatto bene.
Giammai. Per le creature danzo in boxer&canotta in salotto, spettacolo esso sì raccapricciante, ma innegabilmente comico.
Cmq ho un balcone molto nascosto dal mondo, una specie di anfratto murario, a forma di metafora.
Il tipico balconcino seminascosto:
meta fora e meta dentro?
Con questa chiudo, mi vuole lo Zelig.