La premessa che segue è trascurabile
Patti chiari. Tutto questo per dire che domani sera, giovedì 2 aprile suono a Pavia, al Senatore in c.so Mazzini. In jazztrio con la sezione ritmica. Dalle 21.30 in poi.
Però pensavo che ultimamente questo pianoforte del salotto lo suona più Viola di me. E non ci sarebbe nulla di strano se non che lei ha 15 mesi e non fa per ora concerti in giro.
Suonare meno, suonare poco, suonare zero significa una cosa sola: perdere la mano, la tecnica, la velocità. Sono tranquillo: tutte cose che non ho mai avuto, oh yeah.
Sì, perché io la penso così: c’è chi ha la tecnica e chi ha delle cose da dire. Quelli che hanno entrambe diventano gli dei: che so Jarrett o Bollani, per dire. Io questo rischio non lo corro. Ma le cose da dire, nel mio piccolo, dietro a uno strumento, non mi sono mai mancate.
Continuando di questo passo, suonando sempre meno in casa, studiando zero, lasciando che manine (e piedini) prendano possesso dei miei tasti, avrò fatalmente sempre meno tecnica. Ma sempre più cose da dire. Quindi – portando il ragionamento alle sue estreme conseguenze – verrà un giorno in cui farò, da vecchio, un concerto magari l’ultimo, un concerto un po’ speciale.
In cui suonerò solo una nota.
Ma così grossa e così rotonda, ma così spigolosa e sottile, che ogni ascoltatore ci sentirà dentro tutto il mio mondo di cose da dire. E naturalmente, tutto il suo.
Ma questo accadrà tra alcuni decenni, non prima. Domani invece, pavesi e limitrofi, ci vediamo al Senatore.
wow. davvero.
Ho letto solo questo. Mi è bastato. Sei un grande… te lo avranno detto in molti. Grazie. Ciao
Rapito, ho continuato a leggere (e dovevo lavorare). Confermo, per me sei un grande. Ciao di nuovo. E grazie, …verrò spesso.
Gran bel pezzo, Zio.