Taccuino trentino 6 – Fortunato Depero e mio zio Rosario
“Nella nostra casa, ma dalla parte di là, quella della Margaret, è nato Fortunato Depero. Nella stessa stanza dove poi è nato anche tuo zio Rosario.”
Finché l’aveva detto mia mamma non è che ci avessi creduto molto. Ma poi l’ha detto anche il presentatore della banda musicale del paese, la sera di S. Rocco, facendo un gesto come dire “e scusate se è poco eh, che artisti eh, qui a Fondo, Val di Non”.
E in quel gesto però lui alludeva solo a Depero, non a mio zio. Per altro su Depero c’è offline e online un sacco di roba. Per dire: è uno che ha lavorato con e per Stravinsky e Picasso, oltre che con tutto il futurismo che conta, uno che ha “spezzato” e bullonato libri, ideato copertine per magazine di qua e di là dall’oceano. E ha disegnato poi nel 1928 la bottiglietta del Campari, tale e quale a ora.
L’influsso del Depero sulla mia vita è stato tuttavia infinitamente minore a quello di mio zio Rosario, che quando è nato era tutto blu e per fare in fretta prima che se ne moriva gli hanno dato il nome di una cosa che avevano lì, per le mani.
E per fortuna che poi non è morto. Sì perché dai ’70 in poi, proprio lui mi ha raccontato i film che io ero troppo piccolo per vedere, mi ha prestato gli LP dei Beatles, dei Pink Floyd e di Battisti (ma anche dei Pooh e di Tozzi per verità storica), mi ha fatto giocare in lungo e in largo col suo plastico ferroviario dei trenini elettrici Lima, ha chiuso un occhio quando gli ho rubato i giornaletti porno che lui vendeva in edicola e mi ha prestato – a sua insaputa però – la casa per portarci la morosa a fare roba.
Quindi riasumendo: zio Rosario decisivo su cinema, musica e topa.
Il trenino elettrico, invece, credo sia in cantina, se c’è ancora.