Sei ghei! Lo-sai-cosa-vuol-dire?
La settenne torna dal primo giorno di seconda elementare.
– Ti faccio un gioco, scegli un numero – e tra le mani a coppa costudisce una specie di fiore di carta con dei numeri scritti sui petali. Alle sue spalle Lady Burp alza sei dita. Io eseguo.
– Ahem… scelgo il 6.
Alice apre il petalo e legge.
– 6, sei ghei! Lo-sai-cosa-vuol-dire? – Lo dice tutto d’un fiato, perché la domanda in qualche modo viaggia allegata alla rima.
Sul petalo, intanto, noto che c’è scritto proprio “ghei”.
– No, non lo so, dimmelo tu!
– Vuol dire che sei innamorato di un uomo!
Penso che siamo stati fortunati e che poteva andare molto peggio. Che ti hanno detto la parola “ghei” e te l’hanno spiegata con l’amore. Mi auguro che tutto ciò sia di buon auspicio per tutti i discorsi e le parole e le spiegazioni non facili che man mano verranno.
Ai tempi della mia seconda elementare, tra maschietti la parola in questione era culattone. E non ho mai capito perché il numero “infamante” fosse il 16, che si disegnava sui banchi e dietro le sedie.
16, perlomeno nella smorfia napoletana, è il culo.
16 era il nunero dell’articolo del rigolamento militare che esentava gli omosessuali dal prestare servizio
Interessante questa doppia plausibile spiega del 16… Secondo me ce n’è almeno una terza. Aspettiamo
bello
se dici . . .
ghei, dané, renari…
amori a pagamento?
E’ andata anche bene… “Vuol dire che sei innamorato di un uomo”. Un bel modo per spiegare l’omosessualità u un bambino.
gatta susanna
è proprio quello che ho pensato io, gatta, rallegrandomene. (Ho appena riletto il tuo profilo sul blog e sono curioso di Otocioni e Licaoni 🙂