Scrittura e acqua calda: copiare per imparare
Giovani neo-colleghi e compagni di stanza,
sia io che chi vi ha messi seduti a codesta scrivania ci auguriamo che abbiate capacità e predisposizione alla scrittura, all’uso della scrittura come strumento quotidiano di lavoro. Tsk. Non fate quella faccia: non pensare che imparare a scrivere significhi solo non fare errori e scrivere in modo corretto. Per quello ci sono le scuole (e immagino che le abbiate già fatte). No, qui dentro per noi scrivere è molto, molto di più.
Scrivere è informare, raccontare, convincere, incantare, nascondere, coinvolgere, sedurre, divertire. A volte scrivere è persino tacere.
Scrivere è comunicare, sì.
Ci sono i libri (ma ci sono anche quelli inutili), ci sono i corsi (anche quelli fregatura), ci sono i maestri (anche quelli incapaci o svogliati). Sì, come in tutte le cose da imparare.
E poi ci sei tu (e passo al “tu” perché idealmente vi guardo uno per uno).
Ci sei tu e tutto un mondo intorno da cui imparare. Perché il modo più semplice e più efficace per imparare a scrivere è guardarsi attorno, leggere, smontare e rimontare, copiare.
Il mondo intorno a te è pieno di cose scritte. Quando una di queste ti piace, non voltare pagina. Rivolta lei. Quella frase, quel passaggio, quella pagina. Perché ti è piaciuta così tanto? Perché ti ha convinto a comprare un oggetto, a votare per un signore, a visitare un sito? Perché ti ha fatto sobbalzare, ridere (o rodere), oppure piangere? Quella frase poteva essere scritta in 10, 100, 1.000 modi diversi. Che cosa l’ha resa speciale. Smontala, guardaci dentro, rimontala. Togli un pezzo, spostane un altro, giocaci come coi Lego. Scoprirai che cosa ti ha fulminato. Un aggettivo, un verbo, il ritmo. Una ripetizione, una contraddizione, un’assenza. Un colore, una musica, un profumo.
E poi copia. Copia da quelli bravi.
Sceglili tu chi sono quelli bravi, mica posso dirti tutto io. Li trovi nei romanzi, nei giornali, sul web. Ma anche sui muri, nelle poesie, nelle canzoni.
Non pensare che io intenda a tutti i costi insegnarti a scrivere.
No, mio giovane amico, no. Non credo che, se non fosse minimamente nelle tue corde, ne sarei capace. Né che – in questa vita, con questi ritmi – ne avremo mai il tempo.
E ora dai, bando alle chiacchiere.
Lasciami lavorare.
emachebravochesei, che quando fai il culo al prossimo si sentono tutti i suoni di flauti e violini, ed ecco che arrivano i timpani e poi la grancassa e dopo quel silenzio, di quelli che lasciano senza fiato e senza parole. Machebravochesei. F.to un ammiratore segreto
Grande! A quando il capitolo dedicato alla “curiosità di scoprire il mondo”?
Ammiratore segreto, grazie. Ti chiami come un mio amico e hai lo stesso IP e stessa mail ma deve essere un caso. 🙂
ho ancora lì che mi aspettano gli esercizi di stile di queneau. inutile dire che l’incanto della tua scrittura mi persuaderebbe a leggere qualunque cosa. quasi qualunque.
e che ti si può paragonare a un carpentiere alla rovescia, che invece che costruirla, la diga, la smonta. e l’acqua straborda e invade tutto.
e bravo zio burp….mi ci voleva proprio!Decisamente debbo smettere di trascurarti!
Grazie
Dott.ssa Raffa
…ho riletto per l’ennesima volta questo post e l’unica cosa che mi vien da dire sulla scrittura e che è l’unico modo di fare casino tacendo e d’incantare sconvolgendo. Bel post!