“A day in the life”, a Spazio per John Lennon
Era una mattina come tante. Stavo facendo colazione con il tè e il pancarrè e miele. Fetta spalmate di miele e poi richiuse su se stesse, a mo’ di piccoli parallelepipedi calorico, come me le preparava il babbo. Ricordo perfettamente la radio alle mie spalle e il notiziario. Non ricordo a cosa pensavo quando dissero che avevano sparato a John Lennon. Ricordo che la mamma non ci credeva. Perché era suo coetaneo, perché l’aveva visto in concerto al Vigorelli (solo 15 anni prima? mi stupisco ora facendo due calcoli), perché era John Lennon insomma.
Ultimamente ho sentito questa: “in un mondo perfetto Mark Chapman avrebbe sparato a Yoko”. O magari no. In fondo che ne sappiamo noi di che avrebbe combinato John? Se alla fine magari invecchiando male sarebbe morto democristiano, dico per dire?
Comunque, io questo “Nowhere boy” lo vedrei più che volentieri.
Ma ora parliamo di “A day in the life”. Si chiama così una compilation, prodotta da SpazioMusica e registrata dal mio cine-amico William allo studio Downtown, in cui 24 gruppi della scena musicale locale omaggiano Lennon ciascuno con una propria cover. La compilation verrà presentata in 3 serate (8-9-10 dicembre) ovviamente a Spazio con la partecipazione di tutte le band e gli artisti coinvolti nel progetto. A introdurre le serate, a turno, Furio Sollazzi, Marco Denti ed Ezio Guaitamacchi.
Io ci sarò. Per tutti i motivi di cui sopra.
Comprese le fette di pancarrè col miele di quella mattina dell’8 dicembre 1980.