Il piatto da pizza e l’acquapark
La vita delle stoviglie, ci avete mai pensato?, non è propriamente dinamica e avventurosa. Anzi la vita delle stoviglie è in realtà piuttosto noiosa. La vita delle stoviglie è, se mi permettete, una battuta, decisamente piatta.
Come dite? Dovevo fare il comico, vero? Naa. Io sono contento di quello che sono. Mi chiamo Paolino e sono un piatto.
Ma sono un piatto speciale. Non un piatto semplice, di quelli che si usano tutti i giorni, no. E nemmeno un piatto speciale da grandi occasioni, di quelli che si usano una volta l’anno. Ho due cugini e un nonno che fanno quella vita e passano l’anno a dormire in un armadio, vivono su una tavola e si sentono utili solo a Natale, cose da matti. Io non ce la farei.
Non divaghiamo. Io sono un piatto da pizza. Sono un piattone, quindi. Signori e signori, immaginatevi 34 cm di diametro di candida porcellana. E non credete a chi dice che le dimensioni non contano, no. Altrimenti perché ci avrebbero inventati a noi super piatti? Avete provato a mangiare la pizza in un piatto normale? Sguosh, sguosh. Sì, mi sembra già di sentirlo quel suono, quello della pizza che trabocca qua e là fuori dal piatto.
Ma non divaghiamo. La vita di noi stoviglie, dicevamo, è monotona, ma con qualche eccezione.
Dovete sapere che noi stoviglie moderne, qualche brivido in più, ce lo concediamo. E il divertimento massimo per noi stoviglie è decisamente l’acquapark. Si tratta di un vero e proprio parco divertimenti dove ci si siede tutti ordinati e poi ci si fa spruzzare e rispruzzare a più non posso da schizzi d’acqua e sapone. Avete indovinato? È quella meravigliosa invenzione che chiamano “lavastoviglie”, la cosa più simile a un parco di divertimento che qualunque stoviglia possa desiderare. Anche voi umani avete qualcosa di simile, no? Ma lì da quel che ho capito dovete pure pagare il biglietto.
Nel nostro mondo di stoviglie infatti, il tempo storico si divide in una linea netta tra prima e dopo l’invenzione della lavastoviglie. Mi par di capire che anche voi umani abbiate adottato un sistema di divisione simile con un altro momento storico per voi altrettanto significativo no? Quindi sì, è proprio come pensate: la storia di noi stoviglie si divide in A.L. e D.L. Io ho diversi antenati, sapete, che non hanno mai provato l’acquapark. Mio nonno per esempio… Come dite? Ah, già non divaghiamo, no. Dicevamo che a noi stoviglie il giro all’acquapark ci tocca gratis, fa parte della nostra vita.
Della vita di tutti noi, o quasi. Insomma non della mia.
Come vi raccontavo prima, io sono di gran lunga il più grosso di tutti i piatti. E proprio questa dimensione alla fine si è rivelata una condanna. No, Paolino, tu non ci entri nella lavastoviglie. Per te, niente acquapark.
A me mi tocca il lavaggio all’antica. A me, ironia della sorte, che sono così moderno. Sono anni che ava avanti questa storia. E tutti i giorni li vedevo tornare, gli amici, i colleghi, le altre stoviglie e pentole. Li vedevo tornare dalla lavastoviglie tutti lustri e contenti. E ancora divertiti, come quando si torna da una gita. Mi facevano un’invidia ma un’invidia che non vi dico. E a me lo sapete che mi toccava? Il bagnetto nell’acquaio. Come ai miei antenati, quelli che vivevano nell’epoca A.L. Il bagnetto con la spugnetta che fa sciiick sciiick e la paglietta, quella che fa sfrusc sgratt. Acqua tiepidina, qualche bolla di sapone e stop. Nemmeno uno spruzzo. E gli altri invece là sotto a divertirsi all’acquapark.
Poi finalmente un giorno, la mia sofferenza è finita. In casa è arrivato un acquapark nuovo di zecca, sì insomma una lavastoviglie. Questa è una Electrolux High Techna Green RealLife®, e con lei la mia vita finalmente è cambiata. Voi umani la chiamate XXL, io la chiamo Paradiso. Sì, perché il cestello superiore si alza e in quello inferiore riesco magicamente a entrare anche io, tutto intero, in piedi accanto ai miei colleghi. E ormai non mi perdo occasione per farmi un giro all’acquapark. Gli spruzzi arrivano da ogni parte e ci centrano in pieno. Abbiamo 6 programmi di lavaggio e il mio preferito è quello super perché dura tantissimo. L’altro giorno ho conosciuto Gisella, una scodella simpaticissima che pensate un po’, è bisnipote di una zuppiera per ravioli che vive con mio nonno nell’armadio delle stoviglie delle grandi occasioni. Io e Gisella vogliamo andarli a trovare i nostri vecchi. E dirgli come si sta bene all’acquapark. Io e Gisella forse ci fidanziamo e in quel caso chiederemo di fare il bagno di nozze da soli. Un acquapark tutto per noi, ma ve l’immaginate?
Ciao Cristiano,
Ho conosciuto il tuo blog grazie alla segnalazione di un amico. Solitamente su internet leggo molto alla veloce ma ho iniziato a leggere alcuni contenuti del tuo blog e devo dire che sono proprio belli, nel senso di ben scritti, originali, meritano la lettura. Io ho 31 anni e vivo in provincia di Regio Emilia. Ho scritto delle miserande poesie e qualche prosa e sto provando a buttarmi nel copywriting (il mio profilo su about.me è la prima pietra del mio portfolio :).
Ti scrivo perché il tema di questo post mi ha fatto ricordare una poesia che avevo scritto anni fa “il mestolo”. Eccola.
Ciao e ancora complimenti!
“Il mestolo”
Alle cene dei parenti
aleggio, maestro d’assaggio,
sulle bocche fumose delle pentole,
e dirigo il travaso dei gusti,
che smorza il vociare dei tavoli.
Né per questo, io amo il mio rango.
A me piace star quatto nel cassetto,
quando filtra quel raggio di luce
che accende il mio rotondo
e fa credere alle forchette
che io sia la luna.
Davide Acerbi
Grazie Davide 🙂 è sempre una piccola emozione ricevere un commento qui, dove ho scritto un grosso pezzo di vita e ultimamente scrivo sempre meno… Il tuo poi mi fa particolarmente piacere perché contiene dei (ponderati) complimenti e questa poesia, che mi ha illuminato la giornata di un gradito riflesso lunare. In bocca al lupo per tutte le tue scritture, professionali e non, miserande e/o luminose!