“Papà, ricordati che mi devi 20 €!”
Quando Genitori Channel mi ha invitato a un incontro sul tema bimbi e denaro ho pensato un po’ di cose che riguardano la mia famiglia attuale. E la famiglia da cui arrivo. Ho pensato che i miei nonni erano entrambi commercianti. E che i miei genitori invece erano entrambi insegnanti: statali, posto fisso, zero spirito imprenditoriale e una certa ricambiata antipatia per tutto quel che riguarda banche, investimenti, assicurazioni, burocrazia e scartoffie. In genere, dicono che in queste cose legate a predisposizioni ed ereditarietà varie, si salta una generazione, ebbene io no: io sono come i miei genitori.
Per questo sono andato molto volentieri a chiacchierare con altri colleghi genitori (tutte mamma, as usual) e gli esperti di PattiChiari, EconomiAscuola. Così ho scoperto che esiste un progetto già ben avviato per portare l’educazione finanziaria (che detto così sembra un concetto pallosissimo) nelle scuole. Ma se, appunto, per educazione finanziaria intendiamo più semplicemente il fatto di educare i più giovani – sin dalle elementari – alla gestione del denaro, allora sì che mi diventa una cosa utile. Perché nel nostro rapporto col denaro contano mille variabili (familiari, educative, di genere, “storiche”…) e, di certo, dato che questo rapporto – più o meno inconsciamente – noi lo trasmettiamo alla prole è giusto farsi delle domande. O accettare di delegare alla scuola, perché no?, a patto che sia una scuola formata e informata. Educazione civica, educazione stradale, educazione alimentare sono entrate ormai stabilmente nei piani di studi delle nostra scuola dell’obbligo. Sarà possibile e utile accogliervi prima o poi anche l’educazione finanziaria? La risposta di Patti Chiari è sì, naturalmente. E il portale economiascuola.it ospita già programmi scolastici, iniziative, contenuti tematici (destinati a insegnanti e genitori), interviste. E ho deciso che lo segnalerò a scuola, alla maestra di mia figlia, segnalandole esattamente il progetto scolastico già in essere.
La stessa figlia che proprio quella mattina mi ha salutato a colazione con la frase che intitola questo post. La stessa a cui ho promesso una paghetta mensile che non ho ancora… attivato. La stessa figlia che spesso dimostra più oculatezza di me (“Papà, avevi detto che stavolta in libreria saresti riuscito a resistere… cosa sono quei due libri nel sacchetto?”). La stessa figlia che ha da poco stipulato con me un contratto (orale, ma questo sì già in essere), per la fornitura di (suoi) contenuti che io posso utilizzare sul web. La contropartita sono le figurine degli Amici Cucciolotti. Ma questa è un’altra storia…
Mitica la figlia!!! Il mio tiene il conto di quanto gli devo da anni…. e il mio debito nei suoi confronti è quasi come quello dell’Italia 😉 (il contante che riceve dai nonni torna comodo quando nel portafogli ci sono solo scontrini!)
Riguardo al progetto (interessantissimo), giusto che la scuola se ne occupi, ma attenzione a che non diventi una scusa per molti genitori a far meno fatica nell’educazione dei propri figli (in tutti i sensi, tanto c’è qualche altro soggetto che se ne occupa).
Un progetto educativo comune, che sia finanziario, civile, alimentare è la cosa migliore. Sennò i genitori moderni (oddio mi sento una vecchia befana a fare questi discorsi), che hanno poco tempo e poca voglia, trovano la scusa per impegnarsi ancora meno con i propri pargoli…. rimettendoci loro in prima persona.
Scusa lo sproloquio! Ciao e a presto! Lucia
ahahhaah anch’io ho istituito la paghetta del sabato e alla domenica mattina mi trovo sempre la figlia a chiedermi “Mamma, non avevi detto che al sabato mi davi un euro?”
uff, ma vi pare possibile che il mio blog cancelli i miei commenti?? Lucy, ti avevo risposto giorni fa, concordando su tutto tranne che su una cosa: che il tuo commento fosse uno sproloquio 🙂 grazie