Leggere in IV B (con la chitarra di Marty McFly)
Quando sono uscito da scuola mi sentivo Marty McFly.
In Ritorno al futuro, c’è questa scena. Marty ha appena finito di suonare la chitarra al ballo “Incanto sotto il mare”, quello dove si sono conosciuti i suoi genitori. E suonando nel 1955, lui, chitarrista del 1985, ha appena citato e (di)mostrato sonoramente tutta la storia del rock: da Hendrix, a Townshend, fino a Van Halen. Il pubblico di ragazzi ammutolisce e lo guarda come un marziano. Cosa che in effetti per certi versi lui è. Lui restituisce la chitarra al suo proprietario, il nero del gruppo pop anni ’50. Che la riprende in mano e la guarda incredulo. Guarda Marty e guarda la sua chitarra: stupito, perplesso.
Perché vi racconto questo.
Perché l’altro giorno sono andato, come ogni anno, nella classe di Alice a leggere delle storie. Le occasioni precedenti le trovate qui e qui. Scegliendo di volta in volta Dahl, Pitzorno e Denti, io mi ero sempre difeso bene, intendiamoci. Quest’anno però ho fatto il botto, leggendo “Il mio mondo a testa in giù” di Bernard Friot. Si sono divertiti un sacco tutti, dai bambini alle maestre. Mi sono divertito un sacco io. Come e più delle altre volte. Mia figlia mi aveva pregato: “Papà non fare il pazzo”. Significa per favore contieniti, ricordati che sei un genitore, non un guitto e che io poi in quella classe ci devo passare un sacco di tempo e non voglio che mi prendano in giro perché mio padre fa le voci o salta sui banchi.
Così, mi sono limitato a leggere, fermo al centro dell’aula, solo qualche gesto con le mani. Ho lavorato solo di intonazione. Le storie di Bernard, quelle di questo libro in particolare, sono brevi, secche, spiazzanti e anche un po’ cattive. Come sono i bambini. Loro le hanno riconosciute subito. Hanno applaudito ogni finale. Io indicavo il libro e dicevo che era tutto merito suo. Alice poi a casa ha detto che è stato merito di tutte i due, perché avevo letto bene. Per la precisione 70% l’autore e 30% il lettore.
La maestra Filomena (che è una brava maestra, intendiamoci) alla fine mi ha chiesto il libro e ha preso debitamente nota di titolo e autore. E lo teneva in mano così, stupita. Con l’espressione con cui il chitarrista nero guarda la propria chitarra, dopo i fuochi d’artificio di Marty McFly.