Camping Mon Perin: bello il posto, bellissima la storia
C’era una volta in Istria, un bellissimo litorale naturale che rischiava di essere trasformato in una moderna riviera fitta di alberghi, appartamenti e stabilimenti balneari e la sua ovvia strada statale per portare il turismo. Tanto turismo. Forse troppo turismo.
Per fortuna è andata in modo diverso, molto diverso.
Non ero mai stato in Croazia, né in Istria e questa storia mi incuriosiva. Così qualche settimana fa, complice un weekend di ponte, ho preso la macchina, ci ho stipato la famiglia e li ho portati a Mon Perin. Per la precisione al Camping Mon Perin, vicino al paesino di Valle, a metà strada tra le ben più rinomate Pola e Rovigno.
Noi (purtroppo, per ora) non siamo veri campeggiatori. Siamo cittadini piuttosto viziati, quindi ci siamo sistemati in un bungalow. Che però era una meraviglia e stava esattamente a metri 15 dal mare. Qualche campeggio e villaggio turistico italiano l’avevamo frequentato in passato. Quanto basta per renderci conto che a Mon Perin è tutto molto diverso.
Il camping si snoda lungo tutto il litorale, sono 9 chilometri di costa, quindi manca un vero centro villaggio, quello in cui tipicamente c’è il palco per gli spettacoli e l’animazione e io il primo giorno vado subito a verificare quando è “la serata del dilettante” perché noi famiglia musicale cogliamo al volo le occasioni di nuovi pubblici, specie se internazionali.
Ma qui a Mon Perin non c’è nulla di tutto questo. Non ci sono il palco per gli spettacoli, non ci sono una o più mega piscine, non c’è il mega supermercato che ti fa sentire in città, non ci sono gli animatori che ti requisiscono i figli con la scusa di farli divertire, né i personal trainer che solitamente ti fissano la pancetta in quel modo che tu ti senti un po’ in colpa e non puoi evitare di fare almeno un paio di lezioni di acqua gym. Almeno a me capita.
A Mon Perin tutto questo non c’è.
In compenso c’è un mare che è una meraviglia, specie per gente come noi che è abituata a quello del litorale ligure, ecco. Poi c’è il senso di una natura rispettata. Le piazzole per tende e roulotte sono ampie e sempre circondate dagli alberi del bosco. I bungalow, di qualunque tipo, dal più basico al più accessoriato, sono ben dislocati in mezzo agli alberi. Il nostro poi, forse anche perché era un Exclusive, era particolarmente “imboscato” come posizione. Nel senso che i vicini distavano 20 o 30 metri. Abbiamo passato un paio d’ore a suonare e cantare in veranda, per dire, senza molestare le orecchie di chicchessia.
E poi era proprio una casa, il nostro bungalow, non una di quelle casette in cui se scendi troppo in fretta dal letto ti trovi nell’armadio o direttamente nella stanza accanto. In quattro ci si stava più che comodamente, grazie anche a una veranda davvero enorme.
A Mon Perin poi ecco non è che siete abbandonati nel bosco, sensazione in sé tutt’altro che fastidiosa: ci sono 4 ristoranti dove si mangia più che bene a prezzi decisamente moderati, un bar, un mini mini market. Noi ci siamo stati a fine aprile quindi in bassissima stagione e quindi in mare abbiamo solo pucciato i piedi (e ci è rimasta parecchia golosità estiva ovviamente), ma le mie figliole per esempio hanno passato un pomeriggio a cavallo. Immersioni e gita in barca, anche quelle invece rimandate alla prossima volta, causa – ah sì – causa maltempo. Non siamo stati fortunati ecco. Ha piovuto e abbiamo preso un discreto freddino. Tanto che nel bungalow abbiamo tenuto acceso il condizionatore sì, ma per il riscaldamento. Così ne abbiamo approfittato per scoprire qualche posto nei dintorni con gite a Rovigno e Valle.
E proprio a Valle, abbiamo chiacchierato con l’assessore al turismo che ci ha raccontato il resto della storia. Che è il lieto fine di questo post.
Di fronte alla prospettiva della cementificazione imminente, il paesino di Valle decise di reagire sia per tutelare la propria costa sia per realizzare un progetto inclusivo, della cittadina e dei suoi abitanti. In brave cosa fecero a Valle. Semplice: una lista civica con cui conquistare il governo locale e svincolarsi dal giogo e dal gioco politico dei partiti centrali pro cementificazione. E poi avviarono una forma di azionariato popolare per cui ogni cittadino di Valle potevano diventare azionisti del progetto Mon Perin. Non deve essere stato per niente facile vendere ai cittadini di Valle, un piccolo paesino di campagna con poco più di mille abitanti, una cosa che non c’era. Suggerire a queste persone di diventare in qualche modo mini azionisti di una scommessa fatta sul futuro turistico della zona. Ma questo accadeva qualche anno fa. Ora direi che ce l’hanno fatta. Il litorale è salvo perché il camping lo preserva dalla cementificazione. Valle è diventata l’epicentro di un progetto turistico virtuoso. E il fatto che i bungalow siano già TUTTI prenotati fino a settembre conferma due cose:
1. ripeto: che ce l’hanno fatta a inventarsi questa cosa e il pubblico, i turisti, hanno capito e li premiano (i prezzi sono piacevolmente più bassi che in Corsica o Sardegna).
2. che io e la mia famiglia per tornarci dovremo aspettare l’estate prossima. Oppure provare il brivido inedito di una tenda o di una roulotte.
Vi tengo aggiornati ok?
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