# fenomenologia del pirla # …
# fenomenologia del pirla #
[Par condicio a un solo neurone]
L’unica volta che sono stato ospite alla radio per presentare un mio cd ho incontrato un pirla. Il dj. Ma non il tipo tamarro, no. Il tipo colto. Che infatti presentava lo spazio del jazz.
C’era in ballo non so più quale elezione e mi disse fuori onda che non poteva passare una canzone per “problemi di par condicio”. Trattandosi di brani strumentali la cosa mi pareva singolare. Il brano si chiamava “Hasta siempre” e il suo unico neurone concentrato sul timer e sul mixer insieme (un lavoraccio) non poteva comprendere che si tratta di un saluto, che lo puoi fare alla tua mamma, alla tua bella, al tuo comandante se ce l’hai. Insomma è proprio la cosa che a un dj pirla non diresti mai: pussa via, torbido ignorantello pezzente e sudaticcio.
E così passa il brano. Innominato. Latino sbronzo, sghembo, triste y final.
Poi ho preso il microfono e ho semplicemente aggiunto che si trattava della versione strumentale però, perché quella con le parole ce l’avevano appena censurata. Sì perché raccontava della mamma e della sorella di un dj e delle cose che facevano la notte sulla binasca.
Ora, poi anni dopo capita di andare su Vitaminic a vedere le statistiche di download, cosa che non fai da due anni, e di scoprire che il brano più scaricato di quel poco che hai messo online è proprio “Hasta siempre”.
E lì il dubbio ti viene anche.
Un pubblico di pirla?