Poesia dorsale – Fosbury poetry
La poesia in fondo è un modo diverso di raccontare le cose. Trasfigurando, simboleggiando, ecceterando. A volte solo cambiando la prospettiva. Esempio: piglia i libri che hai in casa e fai una, dieci, cento poesie accoppiando i titoli sul dorso e leggendo in sequenza quelli e solo quelli. Poesia dorsale l’hanno chiamata, appunto, queli che l’hanno inventata. Anche se, a essere pignoli, su chi l’ha inventata per primo qualche dubbio c’è.
Il gioco è divertente e potrebbe dare dipendenza. Se lo fate, che so, un dopo cena con gli amici, ebbene potete star certi che quella sera non finirete a letto da soli. Ci finirete con un libro, appunto. Quello che non trovavate più ma toh, ve lo siete ritrovato in mano giocando e mai avevate fatto caso al suo dorso di quel colore e forse è un segnale: ora di (ri)leggerlo.
Se poi siete ganzi con le foto, tipo Silvio Belloni, allora le vostre poesie possono diventare anche arte figurativa.
Io ci ho giocato a Torino, mesi fa, alla Fiera del libro. C’erano un centinaio di libri sparsi e gente tipo me che se li contendeva pacificamente per poi impilarli e accoppiarli. Io da Torino sono tornato con la foto qui sotto, della mia operetta improvvisa e con l’idea di fare questo post.
Evidentemente non era urgente no?
Sì, decisamente un gioco carino.
Ma la tua poesia è un filino troppo melense, no? 🙂
melensa? La poesia è di chi la legge. C’è chi dice che trasuda erotismo. 🙂
Secondo me è splendida. La tua poesia, intendo, oltreché il giochino.
io sono per l’erotismo
http://flickr.com/photos/kika13/3312970599/
hey!
senza volerlo, o senza ricordarmi, ho usato anche io Aspro e Dolce, di Corona
l’hai letto?
io non ricordo…. mi sa di no
Questa è la dorsale assemnblata a TO coi libri sparsi pescati nello stand contendendoseli con gli altri dorsopoeti di quel dì.
Non ne ho letto nessuno. Anche se di quello di Moroni (che in quanto Petunias leggevo anni fa) ho udito cose molto belle…
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