Fine di una storia: lettera d’amore e di…

Fine di una storia: lettera d’amore e di addio
Mia amata Lady Sweet,
le nostre strade stanno per separarsi. Quando ci incontrammo, era il ’99, ti feci un voto di fedeltà assoluta, di complice dedizione. Tu, muta, annuisti. Firmai un assegno e fosti mia.
Il contatto con te mi dava i brividi. Non ero bravo, lo so, ma volevo diventarlo. Da giovane ero stato per 4 anni con una tua cugina minore giapponese, ma poi ci eravamo lasciati. Poi, la castità assoluta per un intero biennio.
Tu m’incantavi: solo a guardarti, sinuosa e inerte, fremevo. Tenerti in braccio e cullarti, scivolare le dita sulle tue forme, accostare la bocca a te, sentire la tua voce lievitare, schiava della mia bocca, respirare dentro di te… Era vero amore. E cresceva.
Poi pian piano me ne accorsi. Il tempo passava e tu, tu non godevi, lo so, me ne accorsi, lo sentivo nonostante le tue pietose bugie. E allora io scappai. Scappai via, mi annegai in una tinozza di Jack Daniel, mi stordii con un cargo di PallMall e non funzionò. Ti avevo davanti tutti i giorni, tu e il tuo sguardo muto, tu e il tuo silenzio accusatorio. Così ti relegai nel sottoscala buio e tornai a sollazzare le mie dita con vecchi ottantotto tasti bicolori. E intanto la mia vità cambiava velocemente e, ad ogni nuovo cambio (pendolare, marito, padre), tutti i tempi si contraevano. Così un anno fa, scoprii che non ero nemmeno geloso quando te ne andasti a passare il Natale da un amico, che ti baciò a lungo e a carnevale ti riportò qui. Eri felice da lui? Non rispondesti neppure, sdegnosa.
Ti avevo battezzato con quel nome da film, avevo desiderato essere il tuo crooner, il tuo sublime balladeur. Non pretendevo molto: non avrei insidiato Rabbit, né Bird, né Trane. Volevo che dicessi la mia anima con la tua voce, quella vera.
Oggi o domani ti porto da Gianni, lui ti darà una controllatina agli ormoni, una lustrata e poi ti metterà in vetrina, a brillare.
Non fare quella faccia ora, non storcere il chiver: ormai ho deciso. È inutile ora aprirmi le tue chiavi e promettere nuove umide dolcezze, è inutile stuzzicarmi con la promessa di nuovi e diversi bocchini.
No, non è per soldi che lo faccio. Continuo a volerti bene. E ti lascio perché voglio che tu sia felice altrove. Che i baci di qualcun altro ti facciano davvero sussurrare e gridare per davvero. Con la tua voce migliore. Non quella incerta e perplessa che ho ascoltato io.

Addio, Lady Sweet, goditela. E fatti sentire stavolta.
Zio Burp

Ps: causa mancanza di tempo, disamore e mancanza di reciproci orgasmi, vendo sassofono tenore “S und B” (Germania Est, signori, mica Taiwan…), età 5 anni, usato pochissimo, completo di vestito da sera nero rigido e treppiede da palco (o da salotto).














4 Comments on “Fine di una storia: lettera d’amore e di…

  1. mai lasciare agli altri cose che ci appartengono e ci trasmettono sensazioni. piuttosto mettila in bacheca, ma accidenti, tieni il tuo oggetto prezioso!

  2. Dimmi la verità, questa: “[…]è inutile stuzzicarmi con la promessa di nuovi e diversi bocchini.”, era voluta o è sgorgata naturalmente?
    In ogni caso, non venderlo…

  3. essendo il sax uno strumento musicale per sua natura assai sensuale, ed essendo la mia una storia d’amore, è assolutamente normale che il pezzo sia disseminato di segnali erotici, alcuni più poetici, altri più terreni. Secondo te, potevo resistere al richiamo del doppio senso più trito e ritrito tra i sassofonisti? 😉 Mi fa tristezza vederlo lì ad ammuffire in una menopausa che non merita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.