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Io, il signor ciclista e la pensione
Il mio signor ciclista avrà settant’anni ed è un omino. Come ogni persona di quell’età che ha fatto un lavoro da sporcarsi le mani, parla quasi solo il dialetto. Idioma che io a tratti comprendo, che mi sforzo di usare nei casi adeguati, ma che non so scrivere. Mi scusino i padani la traslitterazione, mi aiuterò con sottotitoli, a uso dei non padani.
– Buondì, c’al ma disa, sa gh’è? (Buongiorno, si accomodi, quale inconveniente lamenta al suo biciclo?)
– Le gomme, non son buono di gonfiarle. (Il linguaggio muta a seconda dell’interlocutore, non fate i pignoli).
Si china alla gomma anteriore, leva il cappuccio, mi spiega pazientemente l’elementare fuzionamento della valvola di sicurezza. Mi sento idiota e lo imito: mi chino alla posteriore e la mia schiena fa crack. Sgrano un’imprecazione.
– S’al g’ha? Mal da vita? Inscì giuin? (Oh qual sorpresa! Lei già lamenta dolori tipici di un’età assai più matura.)
Gli spiego parte della mia cartella clinica.
– Li lu al ma pija in gir. (Lei si sta burlando di me). Vardi che la catena, lì la va ben no (Quella catena arrotolata sotto la sella potrebbe interferire con il sottostante mecanismo del freno)
Slega la mia catena (due pigri giri), la impugna che pare un maciste del circo e gli fa fare non tre (che se mi sforzo ci arrivo) ma quattro giri attorno alla sella. Commosso e ammirato, decido di usare la sua lingua.
– Mi ghe l’ho no tuta cla forsa lì. (Io veramente non sarei così abile in quel gesto che lei ha testè compiuto).
– Anca mò. Le l’è adrè a pijam in gir. (Lei persevera nel burlarsi di me).
Nego e mi chino per raccogliere il mazzo di chiavi caduto. SPATACIAFF! Da sotto la maglietta mi scivola fuori la borsa del ghiaccio che mi avvolge la spalla.
Il signor ciclista la guarda, si toglie il cappello e mi dice:
– Quant’è ch’ag manca ummò par la pensiun a li lu? (Tra quanti anni ipotizza di potersi riposare vivendo grazie alla previdenza sociale?).
Mi viene subito in mente una delle più belle frasi in dialetto che abbia mai sentito:
“Seem al muund in duu e voen me sta soi ball” disse Caino a Abele
azz… anonimo… chi dispensa tali perle non può restare tale. Cioè anonimo.