Canzoni natalizie, capricciame creativo ad minchiam, altro
Premessa: alcuni post sei sicuro che li hai già scritti e pubblicati e poi un martedì in treno ti casca la borsa, scivola fuori il quaderno, si apre e trovi lo scarabocchio prenatalizio che ti guarda male. È la vecchiaia, dicono. Faceva più o meno così.
In questi ultimi 15 giorni la creatura ha:
– lodato pubblicamente in casa d’altri il proprio albero di Natale, disprezzando quello altrui e sottolineando che “anche la mamma l’ha detto che il tuo è brutto”.
– interpretato l’impegnativo ruolo del fiocco di neve in recita natalizia asilo. L’aggettivo impegnativo si intende riferito all’imobilità richiesta nel personaggio del fiocco di neve. Da allora e ancora per qualche giorno credo, all’ordine improvviso “fai il fiocco di neve!” la creatura si accuccia placida e immota come un pastore tedesco secchione. Dura qualche secondo poi riparte di slancio. (Sulle recite natalizie, cfr. questa foto di Buba e relativo adeguato commento).
– visto Shrek 2 al cinema (e poi anche Nemo) comodamente appollaiata su ginocchio paterno/materno, stupefatta.
– “imparato” alcune canzoni natalizie, tradizione anglosassone: Santa Claus is coming to town (solo il ritornello, intendiamoci), Jingle bells (sulla cui semplice melodia, ove correttamente istigata improvvisa con naturalezza altre storie di giochi e animali con o senza rima). All’asilo cantano anche “Un tappeto per bimbo Gesù”, che non mi azzarderei a definire traduzione ma piuttosto liberissima interpretazione catto-metereologica della ben più nota Let it snow.
– appreso alla perfezione l’arte del capriccio ad minchiam che si fonda sulla negazione dell’evidenza (questo non è il mio lettino), su ottimi spunti horror (di notte le farfalle disegnate volano in giro), doverosa diffidenza verso la tecnologia (la luce rossa del telefono si muove, in realtà è l’interfono, quello da cui parla il fantasma). Tutto il capricciame è ovviamente finalizzato all’ascensione all’empireo del lettone. Tutto il capricciame viene pazientemente fronteggiato e respinto con solide argomentazioni logiche, dosi industriali di pazienza e ove necessario minacce, ricatti, intimidazioni, promesse di squallide delazioni a Babbo Natale. Minacce e ricatti, ricatti e minacce. A volte mi chiedo se – almeno all’inizio – siamo cresciuti tutti così?
E manca ancora tutta la sezione dedicata all’odio/amore verso gli eventuali fratelli e/o sorelle……credimi zietto il bello addavenì…
dott.ssa Raffa
…ma poi è così deleterio l’empireo lettone? Io da brava secchiona ho studiato e intervistato esperti di varia fatta ma nessuno ha avuto il coraggio di prospettarmi orrende deviazioni della personalità…. per quanto riguarda noi, il bimbo grande coetaneo della creatura si addormenta nel suo lettino se la mamma “stai un po’ qui con me?” pupille enormi nella luce fioca, faccino studiatamente da orfanello e la mamma sta un po’ lì seduta o accasciata al buio e si impiomba prima del suddetto pargolo e si risveglia dopo un’ora all’età apparente di 90 anni – dicevo, il bimbo grande a volte si sveglia verso le 5 o 6 del mattino attraversa di corsa il corridoio buio stringendo il canonico orso Messico e il canonico bicchiere Avent con l’acqua e si tuffa sotto il piumino cominciando subito a farsi largo spazio fra di noi. A che pro convincerlo a tornare indietro? A che pro riportarlo di là una volta riaddormentato per instillargli dubbi sulle leggi della fisica? Io e mia sorella abbiamo imparato a dormire presto e bene ma fossi mia mamma non me ne vanterei. Commento fuori testo massimo per dire, sbagli ne faremo è certo, ma non gli stessi, non quelli.
Benvenuta Laisa 😉 e grazie. Dimenticavo di specificare che nel nostro caso tra i lettino e il lettone c’è una rampa di scale al buio. E questo un po’ influisce. Comunque concordo: di cose chissà quante altre ne sbaglieremo.