senza rimpianti? …
senza rimpianti?
"Vi presento un mio collega, Charlie Watts…
è lui il tipo che fa per voi"
Così disse un giorno del 1962 un certo Carlo Little ai ragazzi con cui suonava.
In seguito aggiunse: "Io ero un musicista professionista. Non mi sembrava valesse la pena di suonare con loro. Questi facevano qualche concerto qua e là ma niente di concreto."
E se ne andò con Cyrill Davies and the All Star. Dopo qualche anno si mise a fare il fruttivendolo dalle parti di Wembley, in società con un ex bassista dei Deep Purple. Oggi se n’è andato definitivamente.
Chissà se ha avuto rimpianti?
Gli altri, quei tre che lasciò e che lo pregarono di restare con la band, si chiamavano Rollin’ Stones, ben presto Rolling Stones.
cow-vertising? …
cow-vertising?
Vacca che aggettivo!
USA: PUBBLICITA’, CASINO USA VACCHE COME CARTELLONI (ANSA) – WASHINGTON, 06 AGO – Un casino online americano, GoldenPalace.com, ha adottato come cartelloni pubblicitari mandrie di vacche in Florida, nella contea di Sarasota. Il casino sta diventando famoso per le trovate fantasiose cui ricorre per farsi pubblicita’: ha gia’ affittato come cartellone il ventre di una donna incinta e ha acquisito, su e-bay, tutta una serie di estrosi reperti, che espone, ovviamente, nella sua galleria (altrettanto ovviamente online).
Secondo quanto riferisce la locale stazione Nbc, le mucche, dipinte di rosa o di violetto, sciorinano al pascolo, lungo strade di grande comunicazione, scritte pubblicitarie tracciate con pennarelli sui loro opimi fianchi. L’iniziativa, condita con senso d’umorismo – alcune vacche hanno la scritta ‘Go Veg’, diventa vegetariano – non e’ stata finora contestata dagli animalisti. E i manager del casino sostengono che le loro nuove ‘testimonial’ sono contentissime di essere state ‘assunte’ come cartelloni pubblicitari, evitando, cosi’, di essere macellate.
Volevo ringraziare l’anonimo redattore dell’Ansa.
Gli è che erano aaanni che non mi imbattevo nell’aggettivo "opimo".
Qualche sua notizia qui, qui e qui.
comunicazione politica & marchi…
comunicazione politica & marchi registrati
Il giallo del giallino e la ® del seg®eta®io
No, qui le ragazze del mio blog corale preferito non c’entrano. Mi riferisco al giallino di Fausto.
In vista delle primarie Rifondazione lancia questa operazione, fondata su post-it virtuale da compilare con richieste, sogni, desideri, progetti "rivoluzionari". Ma qualcuno storce la bocca e su Indymedia bacchetta chi, paladino del no global, utlizza (e promuove) una multinazionale. E vabbè, ci sta tutto.
Rifondazione risponde dal sito e oggi su Liberazione compare un articolo (online solo per abbonati) intitolato "Be®tinotti alle prima®ie con le a®mi del pad®one". Si risponde ai militanti e alle critiche da destra (Libero). Ma poi l’inciso che segue: "agli arguti polemisti di Libero sfugge che la 3M sia considerata tra le prime 300 imprese USA che rilasciano sostanze cancerogene, che sia fornitrice dell’esercito britannico" ecc. ecc. e via per un dieci righe colme di misfatti. (Fonti: Multinational Monitor, Ethical. Alcune di quelle vicende sono riportate anche qui, tra l’altro mi paiono un po’ datate).
Allora qual è il senso scusate?
Se Rifondazione dicesse "sì è una multinazionale, ma di quelle buone e la premiamo con la nostra attenzione", tutto normale.
E se invece fosse il contrario? Rifondazione dice: abbiamo scelto 3M perché l’iniziativa prevedeva i post-it e quelli sono un loro marchio registrato. Però intanto che ci siamo ne approfittiamo per dirvi che questi sono degli zozzoni che inquinano, smerciano medicinali pericolosi, lavorano per questo e quell’esercito.
Se così fosse, sarebbe assai diabolico e la cattiva pubblicità alla multinazionale metterebbe a tacere i criticoni di Inymedia.
In fondo chi lo sapeva che la 3M aveva ricevuto queste accuse? Io no per esempio. Però se così fosse, se è questo il vostro intento, ragazzi di Rifondazione e Liberazione, allora ditelo chiaro e forte: sì, gli diamo visibilità perchè si parli delle loro nefandezze. Facile, no?
A margine: si è mai saputo poi di preciso se questo blog – nonostante ciò che afferma in fondo in fondo alla pagina – sia o meno legato all’azienda. ne avevo letta la recensione qui. E lasciava spazio ai dubbi.
Quella volta che Paul Simon, uscendo dalla…
Quella volta che Paul Simon, uscendo dalla doccia…
… pensò: "Still crazy after all these years!"
E subito, dandosi una sonora manata in fronte ("cazzarola!"), realizzò che si trattava di un bel titolo, di una bella storia su cui fare una canzone.
Questa e diverse altre storie su come nascono le canzoni le trovate in Songwriter, questo libro di Paul Zollo.
Libro che ho regalato al mio rockfratello qualche settimana fa e che si è bevuto rapido come un’orzata fresca.
Qui invece trovate anche un’intervista all’editore, Daniele di Gennaro di minimum fax.
Titolo alternativo: "Loro hanno Zollo, un grande".
Citazione che non c’entra una fava, ma a questo film e a quella battuta e a chi la dice io ci voglio bene.
abbozzo di geosondaggio improvviso (ma tanto…
abbozzo di geosondaggio improvviso (ma tanto è agosto, chissene)
Ghe un quaidun, c’al me capisa quand su adrè a parlà?
"Ora i ricercatori americani dimostrano che le comunità di blogger non sono affatto cosmopolite. Su un campione di circa 500 mila blogger risulta che il 69 per cento, quindi oltre due terzi, delle amicizie sono dovute a fattori geografici."
Quindi il 69% di voi che passate di qui dovreste essere padani insomma, no?
jazz a Pavia …
jazz a Pavia
Stasera Gianluigi Trovesi e Umberto Petrin
al Castello Visconteo di Pavia
È curioso che le cose interessanti che capitano nella tua città (qui un elenco estivo), tu le scopra per caso sulle pagine locali dei quotidiani nazionali.
Forse occorre riflettere sul fatto che se fai il pendolare e tieni famiglia, alla fin fine non riesci a viverti nessuna delle due città su cui pendolante oscilli.
Il duo Trovesi-Petrin è bellissimo, andateci, che vve lo dico a ffa?
Che a saperlo prima magari stasera non mi prendevo questo appuntamento per aperitivo con colleghi e varia umanità assortita.
i blog degli altri …
i blog degli altri
Cassandra e i suoi molti impegni
Circa un anno fa, avevo un’amica ed ex collega di harmonyose avventure che si dimostrava molto curiosa dei blog. E parlane oggi e parlane domani, alla fine ruppe gli indugi e decise di aprirsene uno. Io la presentai qui come la circostanza imponeva: una donna che lavora coi libri, che ha figli e famiglia e trova il tempo di aprirsi un blog e riesce pure a scriverci sopra.
In questo ultimo anno Cassandra ha scritto e bene sul blog. Ma non contenta di tutti questi impegni, in questi ultimi mesi se ne è preso un nuovo, il più stimolante e impegnativo possibile: un terzo pargolo in arrivo. Ora è in vacanza, ma se vi va, fatele le vostre congratule e auguratele di riuscire a star dietro a tutto. Blog compreso, possibilmente.
blograssegna volante …
blograssegna volante
Il blog, la radio, il podcast
Su Punto.com di sabato scorso, mezzapagina sul rapporto blog-radio.
Un’intervista agli autori di Blogroll in onda su Radio Radicale e un pezzo sui nomi noti (e non) dell’etere nazionale che si aprono o da tempo hanno un proprio blog. I due pezzi sono in elettronica qui.
Interessante quasta cosa di Blogroll, no? Io non ne so nulla ma ogni venerdì alle 20 questi tre ragazzi selezionano e leggono un po’ di post in giro. A parte puntate a tema (tipo referendum o bombe a Londra) la trasmissione è definita "disorganizzazione organizzata". E questo approccio disordinato e cazzeggiante ci garba. Poi certo bisognerebbe sentire la trasmissione. Non è che c’è anche in podcasting per caso? (UPDATE: certo che c’è. Non so se è in podacasting ma si ascolta eccome, bravi!)
L’altro pezzo cita i blog di alcuni personaggi della radio nazionale (di quello di Linus qui abbiamo scritto al volo due impressioni qualche giorno fa), ma anche quelli di sconosciute (a me, che diamine) conduttrici e giornaliste. E la distinzione ci vuole. Da un lato, il blog è una extension della trasmissione o dell’emittente. Dall’altro, è il caso di una persona che fa radio e ha anche un blog. O scrive su un blog. Tipo Superbimba di Microbloggiallo. Che mi auguro si palesi e dica la sua da queste parti.
Ultima segnalazione per GoMarche, che – in tema di podcasting – intervista Marco, uno degli autori di Zubar e di Da capo al fine, di cui qui abbiamo già parlato. E già ascoltato. Marco, già che ci sono e che non te l’ho mai chiesto: ma il nome Zubar da dove arriva?
UPDATE: ho aggiunto i link a Blogroll e – il mondo è piccolo – ho scoperto che una degli autori è Robba.
si lavora e si fatica …
si lavora e si fatica
Mancano solo 10 giorni lavorativi, mancano solo…
Lo ripeto sottovoce, come un mantra. Anche perché:
Il compagno di banco è in ferie e per i prossimi 15 gg mi tocca il suo corposo e lento lavoro di rassegna.
Ma anche il mio, più qualche extra.
Ho dormito 3 ore ché sono tornato tardi e ho incocciato la versione totale de "Il padrino" in tv e io a quel film non ci resisto.
L’edicola sostitutiva non fa la consegna a domicilio: sono solo 800 metri ma con 4 kg di giornali.
Per strada fa caldo assai, com’è giusto che sia.
In ufficio è rotta la condizionata.
Buon agosto a tutti, insomma.