marketing editoriale …

marketing editoriale
Harry Potter fa diventare ciechi. Ed è solo l’inizio
HP 6Il papa, prima di papare, cardinalava. E scriveva. E oggi salta fuori che
scrisse che Harry Potter corrompe i giovani.
E poi ci sono le
vendite accidentali dei libri. E la proibizione di lettura per chi li ha acquistati.
Insomma il solito gran marketing dell’attesa della nuova avventura del maghetto.
Chi morirà nella tragica lotteria del
decesso annunciato che si trascina da qualche anno?
A chi verrà l’acne?
Quanto salirà ancora il colesterolo di Hagrid?

E comunque il papa ha ragione. E pensate che lui ne sa solo un pezzo.
Che nessuno ha ancora scoperto che il libro, se letto al contrario, contiene, oltre ai soliti innocui messaggi satanici, anche la verità sulla fine di Ylenia Carrisi, l’attuale dimora del mago do Nascimento e l’url di alcune foto proibite di maghi e streghe famose (Orpo, signor Merlino, una bacchetta di tutto rispetto, complimenti, e Crimilde, lei sì gran gnocca, altro che quella sciaquetta della figliastra, Biancasnow).
Bazzecole insomma in confronto al vetusto
eros subliminale disneyano
E che ne diranno i benpensanti quando si scoprirà che la sovracopertina di HP, immersa in tot decilitri di acqua, sale e limone, si trasforma in un pratico consolador da borsetta di almodovariana memoria. (Bragas Ponte, già. Chi mai può aver dimenticato il fantastico claim “Ponte las bragas Ponte”?)

Ma la cosa più straordinaria sul marketing legato al maghetto è accaduta qui oggi a pochi metri dalla mia scrivania, ma immagino accadrà presto anche nei vostri uffici.
Insomma arriva una collega nuova. Sorride e si presenta: “Piacere Mirtilla…”

E volete forse dirmi che non è tutto collegato? Che non è tutto un diabolico piano di guerrilla marketing?

UPDATE: questo post è stato ripreso da Liberoblog qui. Nei circa 80 commenti (ma c’è ancora spazio, diamine) si è sviluppata una rissa tra papaboys e potterboys. Io che assistevo a bordocampo ho ricevuto ortaggi, uova e svariati insulti (tra cui più volte l’epiteto di "giornalista"), alcuni condivisi con la redazione di libero. Un’esperienza interessante socioblogicamente, che consiglio a tutti e sulla quale tornerò in seguito
Peccato nessun commento sul guerrilla marketing, su Mirtilla o sulle bragas Ponte, cui tenevo in modo particolare.
ma le vie della webdemocrazia sono infinite e i dibattiti vanno un po’ dove li porta il vento. O il demonio, chissà.

scrittori, personaggi e infatuazioni …

scrittori, personaggi e infatuazioni
"Senta, mi lasci fumare. A me non interessa cosa si mette in bocca lei"
Come nacque l’infatuazione del Foglio per Mordechai Richler?
A chi corrispondono nella vita reale molti dei personaggi della Versione di Barney?
McIver per esempio… già l’odiato McIver… era forse Philip Roth?
Quanto si assomigliano Mordechai e Barney?
Era o non era lui "L’ultimo uomo sincero" (titolo della sua prossima biografia)?
E cosa disse quella volta il buon Mordechai a un cameriere gay che gli chiedeva insistentemente di spegnere il sigaro?

A parte l’ultima, le altre risposte stanno qui, nel pezzo di Christian Rocca sul Foglio di qualche giorno fa. L’avrei segnalato comunque anche fin dentro l’archivio del Foglio (che è gratis ma occorre registrarsi). Così è molto più comodo.

serie tv da non perdere …

serie tv da non perdere
Lost e il "martire"
SayidNon credo di aver già scritto di Lost, se non che è da vedere assolutamente (e in autunno sarà in chiaro su Rai2).
Oggi volevo segnalare, oltre alla raffinatezza formale e alla profondità di intreccio, l’attualità (tragica) di questa serie. Che proprio nella puntata in onda ieri su Fox, attraverso i flashback del personaggio di Sayid (iracheno, ex Guardia repubblicana, ex ricattato dalla Cia, martire per finta accanto a quelli veri, ora ovviamente naufrago come gli altri) apre una breve ma intensa finestra sull’Islam radicale dei kamikaze.

taccuino vacanze: Ustica #6 (fine taccuino…

taccuino vacanze: Ustica #6 (fine taccuino usticese)
Libri con le bombe
Il libro che ho portato a Ustica è La banda dei brocchi di Jonathan Coe. Annaspo per qualche giorno distratto dalla vacanza e poi il 7 luglio all’alba prendo il ritmo e non lo mollo più.
All’alba perché mi sveglio alle 5.30 per fare delle foto al mare. (Pessima idea dato che non ho recuperato fino alla notte successiva, tutto il giorno rincoglionito, pentito, foto bruttine). Alle 7 scarse, completamnte insonne, agguanto il libro e finalmente ci passo quasi due ore.
Arrivo con Lois e malcom in un pub. E penso che questa scena è troppo perfettina, che sta per accadere qualcosa e mi rammento Eureka Street di McLiam Wilson, insomma ecco esatto: la riga dopo una bomba in un pub della Birmingham ’73 si porta via un paio dei protagonisti.
A Londra in quel momento accade il resto. Ma io lo so solo molte ore dopo. E vedo la metro e gli autobus, come i treni dei pendolari spagnoli. E sono triste e ho paura. E ansia nello sfogliare i giornali del giorno dopo. E vaffanculo.

Al ritorno, appena imbarcati in aereo, il messaggio di benvenuto del pilota è scandito dal suo forte accento arabo.
Un brivido e via. Verso la fine della vacanza.

In tema di libri con le bombe la coincidenza più incredibile di questi ultimi giorni resta quella di mr Chris Cleave.

taccuino vacanze: Ustica #5 …

taccuino vacanze: Ustica #5
Il mio Live8 itinerante: dalle onde ai bisacuti grandi grandi
Il concerto è il giorno della partenza, so che non ci sarò e non mi frega più di tanto. Però. Alle 14.35, su un bus Puntaraisi-Porto impugno saldamente lo Zen e cerco una radio. Cerco e becco tutti i tipi di fruscio e rumore bianco per lunghi minuti e poi il finale di Sergent Pepper con U2 e Macca.
Comunico la mia esultanza ai familiari semiassopiti. Vado a cagare, ok scusa. Dorme? Sì, bene. Ripartono gli U2.
L’autista dice “porto”. Io dico Beautiful day? Speravo meglio…
Venti secondi dopo è troppo tardi. Per il porto dico. Tocca tirar dritto lungo tutto il litorale. E salutare un aliscafo. E guardare gli altri che scendono dove volevano scendere. Tocca spiegarsi con l’autista. Fare un gesto? Ma va? Tocca accompagnarlo al capolinea. Ascoltare la sua proposta aumm aumm: se sale il controllo lei dice che si è addormentato che a regolamento io non potrei riaccompagnarla e mostra i biglietti, i biglietti li avete ancora no? Perfetto, grazie.

Molte ore dopo, intravedo Sting sul tv esterno di un bar di Ustica, ore 22 circa se non erro, mentre annaspo in evidente debito di ossigeno. “Allora dal porto fin su a casa andiamo a piedi, sicuro? Io porto la creatura, tu i bagagli, ok?”.
Si conserva bene Sting, dico, mentre i bagagli mi trascinano pericolosamente indietro. Lui sì.

Due ore dopo ritorno davanti a quel tv. Solo. E ordino da bere. Ci sono i Pink Floyd.
E Tu vuò fa l’americano risuona possente in tutta l’isola.
Ci sono cento metri più in alto “Le onde italiane”. Su un palco largo tutta la piazza e relativo impianto: in due. Con adeguato corredo di tastiere, monitor e mortiferi midifiles per tutte le età & occasioni. Professionali, per carità. Con giovin cantante solita appassionato neomelodico e “sincronizzatore di canzoni” brizzolato e più rotondo. “Il maestro MimmoVaccaro, che ancora che io ero nico, già imperversava tutta l’isola con la sua musica.”
Guardandoli, non posso non ripensare a cosa si poteva (si potrebbe?) diventare io e mio fratello. Che quella formazione l’abbiamo praticata per alcuni anni. E con gli stessi mortiferi (ma comodi) midifiles. E con lo stesso tragico schema “schiaccio play e palla al cantante”. E che non si guadagnava nemmeno male. E che ora per fortuna se qualcuno ce lo chiede – a proposito: noi siamo ancora sulla piazza –  (regia, vai con la scritta), si esce solo in acustico e dopo rituale rissa privata sul repertorio (fine messaggio promozionale, regia, via quella cazzo di scritta). E si fa la solita porca figura e il borderò e due lirette. Ma senza basi e tutto live ci si diverte assai di più. (Levala, cazzo, dormi?)
Le Onde italiane, cazzo, sono dappertutto. Comfortably numb affoga dentro Eros. E anche l’inizio del Macca è raddoppiato nel volume da Baglioni e l’Anima mia de li mortacci de mammeta.

Poi il bar spegne le casse in piazzetta. Allora entro e mi allungo a torcicollo sul banco sotto il tv. Le onde finalmente restano due passi indietro. E il Macca ha ancora sotto due maroni così. Grossi almeno come la panza del suo batterista.
Mezzora dopo, però, hanno vinto loro per abbandono. Le onde hanno vinto, dico. Il Live8 ha chiuso e le Onde ancora sono lì sul palco. Ultimo brano, ospite un’anziana signora usticese. Grande grande grande. Pura corrida, anzi puro pomofiore. La amo tanto quanto è sinceramente sguaiata e sgraziata. Il suoi acuti da tuttosoprano a microfono in gola squarciano la notte del Tirreno. Le onde, professionisti seri, inutile aratro dietro i buoi del midifile, tirano dritto, impastoiati alla base.
Drinn. “Pronto, in piazza, non dormi? Grande la tipa no? Non meno di ottanta, credimi. Grande. Grande. Arrivo.”

Qui via emmebì, e qui via anonima segnalazione nei commenti qui sotto, i due posti dove andrò a cercare quel che mi son perso.

taccuino vacanze: Ustica #4 …

taccuino vacanze: Ustica #4
Live 8: la notte dei bassisti sbagliati
Impugno coca&rum e ascolto e sbircio i Pink Floyd sul tv esterno di un bar in piazzetta e penso che cazzo c’entra Richard Gere al basso, magari è ospite, strano, bah.
Mio fratello via sms: “Cioè mi stai dicendo che tu non hai una cazzo di idea della faccia di Roger Waters?”

Qualche decina di minuti dopo, accanto a Paul McCartney sale George Michael. Alle mie spalle sfila un gruppo di ragazzi: “Cazzo, guarda che dinosauro di bassista si è portato George Michael, sembra suo nonno.”

taccuino vacanze: Ustica # 3 …

taccuino vacanze: Ustica # 3
Sghei
Ma i veneti, dico io, dovunque li incontri, o anche solo tra loro, parlano sempre e solo di soldi, euro, lire, sghei insomma?

taccuino vacanze: Ustica #2 …

taccuino vacanze: Ustica #2
Sangue bollente e unghie affilate
Il passeggio a Palermo è in mezzo ai ragazzini. È sabato mattina ed è un po’ il Tamarro Award, come dappertutto di questi tempi. Una ragazzina alta e dotata di tutti gli accessori indispensabili (tattoo e pircing e zinne pushuppate) si stacca dal suo gruppetto e corre a piantare gli occhi in faccia a un’altra che risaliva il viale tra due amiche. Il tema è antico, tipo: “miii, bella, tu il mio ragazzo a quel modo non lo guardi, capito?”. Ma i gesti, la lingua, l’atteggiamento sono spaventosamente affascinanti. Si spintonano a sguardi come due bulli su un campo di calcio. Arrivano i maschietti, vieni via dai che fai, le due se ne vanno ognuna per la sua strada sfanculandosi a sguardi feroci.
Meditare: pregi e difetti di avere una donna così. Rumore di unghie. Zinne & zanne.
Tu, creatura, vedi di non litigare coi bambini del posto, grazie.

taccuino vacanze: Ustica #1 …

taccuino vacanze: Ustica #1
Il tormento e l’estasi
Il balcone di casa offre scorcio della cucina di "L’angolo della specialità", ristorante da Giulia.
Ogni santo giorno, la brezza costante porta in casa due maree olfattive dei relativi aromi. E questo è il tormento.
Dopo che ci andiamo a mangiare un paio di volte (qui l’estasi), il sospetto diventa certezza: voglio sposare il cuoco. Si chiama Erni, o Henry e non è neppure un brutto ragazzo.

partire, viaggiare, tornare, sbadigliare,…

partire, viaggiare, tornare, sbadigliare, salutare
L’uomo che guardava passare gli autobus
Pensavo: ma se due coincidenze fanno un indizio, due coincidenze perse sono l’indizio che nei viaggi sei sfigato?

  • Pavia-Ustica, andata: tempo di viaggio lordo (dal trillo della sveglia all’ingresso nella casa di destinazione): 16 ore.
  • Ustica-Pavia, ritorno: tempo di viaggio lordo: 18 ore.