jazz & naftalina …

jazz & naftalina
Note di ieri e di oggi, mie e altrui
Ieri pomeriggio una manona mi ha levato dalla naftalina, mi ha seduto davanti a un piano, mi ha incollato alle orecchie due cuffie e poi ho sentito uno che staccava quattro, ho chiuso gli occhi e via swingando.
Con una sezione ritmica con sotto un bel paio di controcazzi, scusate il tecnicismo.
Così a fine giornata sono rientrato felice nella mia naftalina musicale. Che però mi conserva benone, dai.
Ne uscirò tra due settimane ma questa è un’altra storia.

Per i pavesi jazzofili o meglio in questo caso stranofili (avanguardofili), pubblico l’invito che mi è arrivato per aperitivo stasera al Sottovento.
Copincollo dalla mail di Guido il bassista-basista, parole sue.

"lunedì 9 maggio (Osteria Sottovento di Pavia – via siro comi – ORE 19,00): progetto speciale con voce recitante poesie di brecht, computer programming e live electronics (per taroccare la voce recitante) basso elettrico con pedaliera di effetti da sedicenne. penso che sarà divertente per chi non decide di spararsi in faccia dopo pochi minuti."

varie ed eventuali …

varie ed eventuali
Le cose dimenticate e quelle trovate
Ieri trovo nella buca delle lettere una lettera della biblioteca Bonetta che mi chiede il rientro di Occidente per principianti, di Nicola Lagioia.
Ma va? L’avevo poi trovato?
Il fatto è che la mia signora ha la pessima abitudine di stivare nella libreria tutto ciò che io io lascio sul tavolo, sulla scrivania, sul pianoforte. Insomma io lascio in giro non i post-it con annotate le cose da fare. Lascio direttamente le cose. Infatti quando abitavo col Beppe, ohi gente, potete anche non crederci: ma io mi ricordavo tutto.
Che lui si faceva gli affari suoi e non mi spostava nulla. Al massimo diceva "sposti i libri dal tavolo che è pronta la pasta?".
Comunque stamattina ho iniziato il libro. E fila via veloce, quindi cara Bonetta, stai serena.

La scorsa settimana ho visto che ho fatto scadere due cose da scrivere che mi interessavano.
Peccato. Ma qui la mia signora non ha colpe.

Ieri ho trovato:
– un robot anagrammatore: il mio nome diventa Incarcerata Sigilli. Mio fratello si cucca uno splendente Elmo Tagliacarte.
– una sorta di mini real book automatizzato: mini score, chords, e midifiles piccini picciò.
– una pagina di risorse italiane e non sul jazz.

cucinare la tv (meglio se tra pochi amici) …

cucinare la tv (meglio se tra pochi amici)
Buono a sapersi, una ricetta ancora poco nota

buono a sapersi logo
Ingredienti
(per pochi intimi): un canale satellitare (RaisatExtra) di scarsa audience e buona vocazione sperimentale, un Gene Gnocchi che studia (e cresce) da giovane Letterman, una presenza femminile che non esponga epidermide (fatta eccezione per un naso di considerevole fascino), un gruppo rodato di autori, ospiti noti (stasera Marco Travaglio) e meno noti.

Preparazione:
inventare un dizionario che segue l’ordine di importanza delle parole (io tentai di vendere un calendario coi mesi in ordine alfabetico ma mi andò male), aggiungere un po’ di Gene, costruire microprogrammi (la Docu-soap, Inside Leonardo) che rimescolino e reinterpretino in un paio di minuti alcuni generi tv (meglio se lontanissimi tra loro), aggiungere un ospite possibilmente televisivamente vergine ma brillante (esistono!), preparare fax e mail spiazzanti da commentare in trasmissione, ancora un po’ di Gene, applausi di vecchi varietà in b/n, una spruzzata di Cesare Cadeo (controllare prima la data di scadenza), scrivere le domande e preparare gli ospiti (non troppo però), prendere per i fondelli un autore vero (Camilleri) e uno immaginario (Grbic, Io nella neve), scovare negli archivi Rai perle in b/n di personaggi della cultura o del cinema e affidargli la sigla di coda(misinterpretando però il senso delle loro parole), aprire un blog su Splinder in attesa di una casa propria, aprire poi un sito vero ma strutturarlo all’incirca come un blog.
Tempo di cottura: una mezzoretta.

Consigli per migliorare la ricetta:

– "staccare" ancora di più Gene dai testi delle interviste e spostarlo di più sulle risposte dell’ospite. (Ma poi dipende anche dall’ospite, dai tempi tecnici e ammetto di averne viste viste solo alcune puntate).
– Insistere su Anna Della Rosa e sulla sua risata di fronte a testi non preparati prima.
– Mettere online (su Raiclick?) qualche contributo da scaricare.
– Convincere la futura dirigenza a spostare il programma su RaiUno dopo il Tg del prime time.

(Nota per i più maligni: a me Gene piaceva anche prima che mi dicessero che era "diventato" mio parente: "Ma va? Chi? Sposato con la Gianna?")

radio: segnalazioni …

radio: segnalazioni
Distributore automatico di stimoli quotidiani
– Oldboy: Film coreano, presentato all’ultimo Festival di Cannes, che racconta la storia di un uomo rapito e tenuto prigioniero per quindici anni.
– Vibe Rider: il primo vibratore per motocicletta; un congegno nascosto alla sella del passeggero la cui intensità è sincronizzata con la velocità del motociclo.
– Libro del giorno:“Atomico dandy” – P.Pallavicini
– X reflect goggles: tornano aggiornati tecnologicamente i famosi occhiali a raggi X che promettono di vedere sotto i vestiti.
– Con la palestra “Craft Gym” di San Francisco, torna la mania delle esercitazioni manuali: con la maglia e il cucito.
– Libro del giorno: “E adesso puoi andare” – Vendela Vida
– In Giappone la ditta di video “Soft on Demand” propone una serie di video erotici dedicati alle forme di feticismo più assurde, come la passione per gli scarafaggi o la ginnastica senza abiti.
– Nuove frontiere del marketing 2 – Le nuove e sofisticate tecniche di persuasione: dai codici a barre capaci di rivelare i segreti dei nostri consumi all’affitto di spazi corporei a fini pubblicitari.
– Libro del giorno: oggi sarà consigliato e presentato da Carlo Lucarelli.
– My architect: il film documentario incentrato intorno alla figura dell’architetto Louis Kahn, raccontata attraverso un viaggio nella memoria del figlio illegittimo.
– “Unkle Kimono”, la linea moda per uomo disegnata dal poliedrico e fascinoso attore John Malkovich.
– Libro del giorno: “Resistenza 60” – V. Ambrosecchio
– Un’intervista a Willy Montini, banditore d’aste e venditore per tradizione familiare.

Era da un po’ che volevo citare e linkare Dispenser (tutti i giorni su Radio2 alle 20.35) che è da sempre nei miei link e qualche volta riesco ancora a seguirlo per bene. Quello che mi perdo poi lo cerco sul sito. Che archivia i testi di tutti tutti i servizi. I testi non sono tutto, certo. Dentro Dispenser c’è anche parecchia musica. Stimolante e curiosa quanto il resto.
E poi Dispenser vola: dura solo 20 minuti. L’accendete a fine tg e alle 21 siete già sul divano davanti alla tv. Se siete pantofolai, dico. Perché non lo seguo sempre? Bella domanda, fratello: io a quell’ora di solito c’ho un impegno con la creatura.

Dicevamo?
Ah sì. Era da un po’ appunto che volevo segnalare questo quotidiano vassoio di stimoli assai ben assortiti. Lo faccio oggi copincollando la loro newsletter. Che ha un solo piccolo difetto. Arriva sempre il martedì o il mercoledì a settimana già iniziata.
Io, comunque, li perdono. Tutti. Dai piani alti della produzione ai "bistrattati stagisti".

Buoni ascolti a tutti.
Soprattutto quelli che ricevono bene Radio2 in FM.

ghost writer umoristico: gli americani…

ghost writer umoristico: gli americani usano i professionisti   
Desperate White Housewife
Se Laura Bush oggi ci appare una donna col senso dell’umorismo, che sa anche ridere di sè e del proprio coniuge, se si è dichiarata una casalinga disperata che passa le serate davanti alla tv con la moglie di cuorepazzo Cheney, salvo poi esagerare e infilarsi in un club di strip maschile, se Laura Bush è la prima first lady che mi fa ridere di gusto ("Era destino che dovessimo incontrarci. Io passavo 12 ore al giorno dentro una biblioteca. Eppure l’ho incontrato."), il merito è di un certo Landon Parvin.
Che è lo speechwriter umoristico della Casa Bianca. (Caspita, altro che Desperate Housewives: questo è puro The West Wing.)
Ecco quello lì sarebbe un lavoro che mi garberebbe fare. Solo che non so bene la lingua.
E in Italia, a Palazzo Chigi, quella posizione non esiste.
O meglio, c’è un interim.

Il papà è quello dietro la pancia

Al culmine del picnic del primomaggio, ho pensato bene di giostrare la creatura nella brezza del parco.

Per una simile attività aerobica, mi cavo la camicia ed esibisco il villoso pallore del mio corpo.

La mia signora impugna la digitale.

Io e la creatura ci mettiamo in posa e facciamo il gioco “pancia c’è-pancia non c’è” (acrobazie ventral-muscolari che voi longilinei ve le sognate).

Il gioco è divertente.

Le foto no.

Ergo (ossignore lo sapevo che prima o poi mi toccava): dieta.

Comincerò col levare il pane. Per tenere la birra.

Alla vostra.

estemporanea …

estemporanea
Mica è sempre colpa sua no?
Ohi, intendiamoci: a me mi garba ancora di scrivere qui sopra.
Solo che a volte… tra la fila di arretrati che traboccano da un quaderno, le notizie del giorno che incombono, una bella dose di cavolacci miei che ho sempre piacevolmente (per me) usato per riempire i vuoti, i post degli altri da segnalare, i blog degli altri da leggere, insomma rimango lì davanti a una mole di spunti e notizie e cazzabubole personali. Intanto il tempo scorre e poi suona la campanella. E poi ultimamente ho scoperto che la notte è bello anche dormire.

Quindi, mi chiedo: se esiste il blocco da pagina bianca, il suo contrario come si chiama?
Blocco della testa zeppa? Del disordine magmatico interiore? Dell’overdose da informazione? O è semplicemente mancanza di metodo?
Così giusto per non dar sempre la colpa al tempo, ecco.

appuntamenti …

appuntamenti
A volte ritornano
Allora.
Sabato prossimo (che ossignur: è già domani) sono di nuovo a Tortona a seguire il corso di Giulio Mozzi (qui e qui alcune info). Si legge, si parla e si ascolta Brian Eno.
E stavolta ci porto anche Cassandra.

Domenica invece vado a trovare lo zio Bob in studio (e le sue donne Martina e Lucilla a casa).
Perché in studio registra Greg. E domenica prossima tocca a me. E il programma è assai nobilitante: Duke.

correttori di parole (eventualmente di…

correttori di parole (eventualmente di mondi)
Me parlare bello un giorno
No, meglio essere subito chiari: il libro di David Sedaris ora non c’entra. Lo sto leggendo a sprazzi in viaggio. E a stento sopprimo risate su treni pendolari silenziosi e assopiti.
Comunque, per chi è curioso: recensione da Dispenser qui, articolo di Giuseppe Genna qui.

Ma il titolo del post è un pretesto per parlare ancora del correttore ortografico-grammaticale di Word.
Solo perchè ho scoperto che c’è uno studioso americano che si chiede che senso abbia. Sì, che senso abbia investire denari in ricerca e insomma avere il software di videoscrittura monopolista e poi corredarlo con un controllo ortografico che, in tutte le lingue pare, lascia sempre parecchio a desiderare.
Nella pagina del prof. Sandeep ci sono un sacco di esempi. Che gli amici-lettori traduttori si gusteranno appieno.

Il consiglio è sempre quello del post di un anno fa: spegnete le righette rosse e verdi e accendete occhi e cervello. In assenza (anche temporanea) di questi due utili accessori, tenere a portata di mano un dizionario di carta o un collega alfabetizzato.
E infine un bello slogan che volentieri regalo all’area no-global, no-profit, no-microsoft: Meno correttori di Word, più correttori di World!

Piango perché papà e mamma credono alle favole della pubblicità

Apprendo con un certo disappunto che è stata giudicata ingannevole la pubblicità del “Perchè piango” di Foppapedretti.

Trattasi di un accrocchio elettronico che per soli 95 € decodifica il pianto di un bimbo, traducendone al genitore la causa: ho fame, ho sonno, sono nervoso, voglio giocare, è solo un capriccio, mi sono cacato sotto, sto per rimettere, la nonna fuma in mia presenza, smettila di baciarmi la tua barba punge, questo pigiama è orribile, mettitelo tu.

La sanzione del Garante della concorrenza del mercato è motivata dal fatto che Foppapedretti presentava il prodotto come “clinicamente certificato per analizzare il pianto del 100% dei bambini”.

Ora, se fosse possibile trovare prima o poi la clinica che certificava (?) tutto ciò, si potrebbe chiedere di mettere a punto un analogo accrocchio per migliorare le relazioni di coppia.

Mi permetto di avanzare due modeste proposte per il nome del prodotto: “Perché ho il broncio”, “Perché non te la do”.