tv: musica di personaggio e di…

tv: musica di personaggio e di situazione
Desperate soundtrack
Tra le molte buone cose dentro Desperate Housewives, vogliamo spendere due parole sulla musica?
Sul lavoro – come al solito egregio – di Danny Elfman
cui dobbiamo – tanto per dirne due – sia il tema dei Simpson sia una valanga di grandi musiche da film (tutto Tim Burton, olè).
Ma al di là del tema portante, sghembo, brillante, ironico, quasi zappiano, un altro bel lavoro sono le musiche di personaggio e quelle di situazione. In queste ultime, gran lavoro di sinth negli inserti più thrilling, glockenspiel, pizzicati e zum zum (a volte sono troppo tecnico, lo so) a punteggiare gli stacchi e gli umori di quasi tutti i dialoghi. E del gran kletzmer ironico e buffo nelle schermaglie tra Susan e Edie che si contendono l’idraulico.

Sui personaggi: Gabrielle per esempio, la cui focosa latinità è sempre introdotta da una chitarra vagamente flamenca, mentre il suo affannarsi al taglio del prato (per salvare dal licenziamento il giardiniere-amante) vibra di una perfetta salsa caraibica.
E la splendida e perfettissima Bree che entra in scena muovendosi al suono di un’orchestra d’archi. Un ingresso da star il suo, una ballerina: sipario, musica e via. La porta si apre, quartetto d’archi: è un funerale, ma lei sorride e porge cestini di leccornie. E dentro casa invece, dove si svolge la (perfetta) cena di famiglia (funestata dalle proteste di marito e figli), Bree è accompagnata in sottofondo (ma qui è musica diegetica, se posso dire un parolone) da un piano classico virtuoso ma “sporco” nel suono.
Come un vecchio disco da grammofono, come una perfezione che fruscia e stride proprio dentro la sala da pranzo.

passettino tecnologicoIo mi feedo eh… poi…

passettino tecnologico
Io mi feedo eh… poi si vedrà
Ho letto qui e poi qui e ho fatto il mio passettino tecnologico: ho messo i Feed Rss. Quelli di Splinder, che a quanto ne ho capito indicizzano (sindacano?) solo l’inizio di ogni post. Ora cercherò di capire cosa cambia e se mi si trova più facilmente.
E più precisamente magari.
Che le mie statistiche son piene non solo di gente che capita qui cercando assurdità (presto il classico post tutto su di loro). Ma anche di tapini che magari sarebbero anche sulla strada buona per trovare vecchi post. Ma che finiscono non là, in archivio sul bersaglio, ma sull’homepage punto. Dove ovviamente non trovano quello che cercano e magari se ne vanno delusi sbattendo la porta e gettando mozziconi e cartacce qua e là.
Uhm… ora che ci penso non so se ‘sta cosa si rimedia coi feed…  Vedremo.
 

comunicazione: nuovi (?) strumenti e…

comunicazione: nuovi (?) strumenti e (pessime) gestioni
Blog e blogger: istruzioni per l’uso
Chi è che lo scrive? Un agile trattatello da mandare ad aziende, istituzioni, partiti. Tutti i soggetti insomma interessati a creare un link con la blogosfera. O a entrarci. Col piede giusto, magari.
Le prime due copie fresche fresche in questi giorni vanno mandate a Romano Prodi – o meglio, al suo staff di comunicatori – e al portale Libero. Le motivazioni le trovate qui e qui e relativi link.

parole e significati …

parole e significati
C’è gonzo e gonzo. E ancora gonzo.
Ok, partiamo da lontano.
Se uno cerca la parola “gonzo” su un dizionario trova: credulone, facilmente ingannabile. E si accontenta. Poi non è che sia usatissimo come vocabolo. E spesso gli si preferiscono dei sinonimi più o meno riferibili, da stolto a pirla e via così. 

Anni fa, in una vita precedente, in un pomeriggio di marzo mi trovavo in una tipografia della bassa per gli esecutivi di una copertina di vhs. Con me due bizzarri personaggi visti solo quel dì e poi scomparsi dalla mia vita.
Lei si chiamava Olga qualcosa. E insistentemente chiedeva – con tutte le bizze tipiche dell’attrice – che il titolo della pellicola fosse graficamente meno invasivo sul suo volto in copertina. Richiesta logica. Anche se, a onor del vero, il suo volto era già parzialmente oscurato da un grosso fallo maschile cui Olga dedicava le proprie attenzioni. Richiesta logica, accolta: titolo spostato.

Era il mio primo lavoro nel mondo del porno. Ok, molto laterale, direte voi, certo.
E comunque l’unico, dato che se non erro poi non pagarono e svanirono.

L’altro personaggio era molte cose. Regista, sceneggiatore, produttore, autista, agente e “accompagnatore” di Olga. Ma soprattutto, così mi disse lui – basendomi di muto stupore – “primo storico regista gonzo italiano”. Era un tipo tarchiato, spelacchiato. Una specie di Ron Jeremy dei poveri.
Parentesi:
 i più colti di voi ricorderanno Ron impersonare Diego Maradona in una pellicola italiana del 1990. Più recentemente lo si è visto in un documentario – dicevano assai divertente – che non so se sia uscito da noi. Chiusa.
Insomma questo signore, di fronte al mio basimento mi spiegò il significato del gonzo-film: che è quella pellicola in cui l’operatore interviene attivamente sulla scena. Senza smettere di filmare insomma “partecipa” alla trama. 

H. ThompsonTutto questo per dire che tra ieri e oggi, il suicidio di Hunter Thompson, gran consumatore di acidi nonché soprattutto inventore del gonzo journalism (oltre che autore di 2Paura e disgusto a Las Vegas"), riaccende i miei fari proprio sul temine gonzo.
Allora, gonzo journalism:
visionaria forma narrativa tra cronaca e finzione. L’esperienza diretta dell’autore entra come parte integrante nell’articolo, nella storia.
Da qui, facile la derivazione nel porno.
Ma prima? Perché la parola (italiana?) gonzo varca l’oceano e significa tutt’altro? Ha forse tutt’altra origine in quell’accezione? C’è qualche curiosone che mi toglie ‘sta pulce?

Per inciso: non ho visto nessuno dei film di cui si parla in questo post. Di entrambi solo le copertine in VHS.
Entrambe comunque, assai ben impaginate.

UPDATE 1: molto interessante l’Elogio funebre di Hunter Thompson, scritto da Giuseppe Genna.


UPDATE 2
: riposto qui le due risposte pervenute nei commenti (grazie Eburnea e Filter di fantasticiquattro):
gonzo
1971, Amer.Eng., in Hunter S. Thompson’s phrase gonzo journalism, from It. gonzo "simpleton, blockhead." Thompson in 1972 said he got it from editor Bill Cardosa, and explained it as "some Boston word for weird, bizarre." Tratto da qui.
gonzo
/gon’zoh/ adj. [from Hunter S. Thompson] 1. With total commitment, total concentration, and a mad sort of panache. (Thompson’s original sense.) 2. More loosely: Overwhelming; outrageous; over the top; very large, esp. used of collections of source code, source files, or individual functions. Has some of the connotations of moby and hairy, but without the implication of obscurity or complexity.

blog-collezione inverno 2005Celo, celo, celo,…

blog-collezione inverno 2005
Celo, celo, celo, manca!
Cari lettori e passanti,
sto cercando – per curiosità e per lavoro – dei blog che si occupano di comunicazione, marketing, advertising, editoria, nuove tendenze. Alcuni li conosco e li leggo già, ma il mondo è vasto assai e chissà quanti me ne sfuggono.
Tendenzialmente cercherei quelli tenuti da professionisti o operatori del settore (dei settori via). Però in realtà l’unica cosa che mi interessa è che siano luoghi interessanti da frequentare.
Chi volesse aiutarmi e farmi delle segnalazioni, usi liberamente i commenti qui sotto, o – se crede – mi scriva all’indirizzo in fondo a destra.
In quest’ultimo modo sarà più semplice guardarsi negli occhi e poi scambiarsi le figu.

una riga di testo qui, grazie. Ora non c’ho…

una riga di testo qui, grazie. Ora non c’ho voglia, provvedo dopo
Giardinaggio linkatorio e quaderni da fotografare
Avevo deciso di smetterla di scrivere post in cui spiegavo – lamentandomi me tapino! – di non trovare il tempo di scriver nulla. Infatti oggi non son qui per questo. Ma per dire che dopo mesi rimetto le mani nei link e ne aggiungo alcuni. Che già leggevo. Da tempo. Forse. Secondo l’estro e il vento.

Momentaneamente privo di connessione casalinga (il che tra l’altro non è malaccio), gloriosamente annaspando tra lavori decenti e indecenti, ho solo il tempo di spendere due nuove parole per dire che il mio quaderno dei post, lui sì che si arricchisce di spunti e geroglifici e link e variedeventuali. E che se continua così mi vedrò costretto a fotografarne le pagine e postarle qui nude, coi quadrettoni grossi, la biro sbavata e il puzzo di treno. 

PS: già che ci siamo chi mi dice per favore che fine ha fatto http://serendip.labirinti.net/? Ha chiuso e io non lo sapevo? Trasferito? Altro?

tv: la serie di cui tanto si parla….

tv: la serie di cui tanto si parla. Troppo?
…del modo bizzarro in cui non ti si muovono i capelli
DH castHa debuttato ieri Desperate housewives, su Fox. E ha già segmentato tre classi sociali ben precise. Nell’audience, dico.
– Quelli che non hanno il satellite e che aspettano arrivi in chiaro (su LA7 mi par di aver inteso).
– Quelli che il satellite ce l’hanno e han visto ieri la prima puntata.
– Quelli che vedono tutte le tv del mondo o che perché son giornalisti ricevono le puntate in anteprima o se le scaricano dal web.
Io sono nella categoria di mezzo. Guia Soncini ovviamente sta nella terza. Per questo oggi leggendola mi devo sforzare di saltarne un intero paragrafo, in cui lei bellamente svela battute e avvenimenti futuri. Sì perché io ieri me lo sono goduto il primo episodio. Molto. Ma un pochino di più me lo sarei goduto se non avessi letto tante cose in giro.
Guia dice che questa è Twin Peaks col sole. Qualunque cosa sia, ci sono già una serie di battute micidiali.
"Sono stufo del modo bizzarro in cui non ti si muovono i capelli", dice il marito alla moglie superperfetta fino alla nausea.
"Vuoi rischiare?" Dice la moglie al marito appena rientrato da una lunga assenza di lavoro. Lui le è addosso e si sta sbottonando la patta. Lei dice prendi un preservativo. Lui: "Eddai, rischiamo". "Vuoi rischiare?" fa lei, che – si badi – ha già 4 figli di cui tre sono evidentemente degli hooligans. Lui annuisce e lei gli rifila un pugno in piena faccia. Ma preciso e cattivo serio. Non è una battuta, no, è vero.
Beh, buona visione. O buona attesa. Guia, per favore smettila o non ti leggo più.

PS: son tutte brave, son tutte belle. Ma la mia preferita è Teri Hatcher, al centro nella foto in alto.

consigli di lettura ricevuti: classici e non…

consigli di lettura ricevuti: classici e non solo
Una postata di libri
Segue, in ordine rigorosamente confuso e casuale, la lista dei consigli di lettura che mi avete suggerito per la mi’ mamma. E dalla quale sia io che lei gradevolmente attingeremo. Grazie mille a tutti, da quelli che hanno scritto un rigo a quelli che hanno scritto una cartella.
 
Il profumo di Patrick Suskind, "La leggenda del santo bevitore" di Joseph Roth, "Il tamburo di latta" di Gunter Grass, "Il giardino dei ciliegi" di Cechov, "La zia Julia e lo scribacchino", di Mario Vargas Llosa, "Il procuratore della Giudea" di Anatole France, "Tenera è la notte" di Francis Scott Fitzgerald, "Chiedi alla Polvere" di John Fante, "L’amore ai tempi del colera" di Gabo, Ann Tyler turista per caso, Fosco Maraini, Sophie Kinsella, E. Wharton "La casa della gioia”, J.Austen , Radici , Wilbur Smith o Christian Jacq, simona vinci, jhumpa lahiri, guy de maupassant, "La felicità" di Seneca, toni morrison, L’età dell’innocenza, "Il ragazzo che amava Shakespeare" di Bob Smith, fruttero e lucentini "la donna della domenica", evelyn waugh "il caro estinto”, charles dickens "grandi speranze", hrabal "ho servito il re d’inghilterra", "Un amore" di Dino Buzzati, jorge amado "dona flor e i suoi due mariti", Furore di Steinbeck, Un cuore così bianco di J. Marias, Fiera della Vanità di Thackeray, le poesie di Hikmet.

Cernevale: un bel gioco dura poco

Il guaio di quando il carnevale finisce è che sai che per i prossimi 364 giorni non potrai travestirti e fare il buffone per strada.
Però sabato a Milano ci siamo levate alcune soddisfazioni non da poco.

– mascherato da pappagallo, andare dall’amico edicolante a chiedere "Scusi ce l’ha Airone? Gli dica che lo saluta suo cugino". Indi girare le piume e sparire nella folla.
– mettersi in posa in galleria per numerosi fotografi, specialmente giapponesi: "Scusi signole, potele fale foto con lei?". Diamine!
– alla signora bene superimpelliccita che stupita commenta "Oh, ma che bell’uccello", rispondere con un inchino esagerato: "Grazie signora, erano anni che aspettavo che qualcuno lo dicesse forte e chiaro".

letture e lettori: copertine volutamente…


letture e lettori: copertine volutamente ambigue?
Un libro di/su/pro/anti Costantino?

Costantino e l'ImperoSono in libreria. In una mano La casa di Pina, nell’altra Costantino e l’Impero, di Giuseppe Genna e Michele Monina.

Mentre me lo rigiro tra le mani, entrano un paio di ragazze giovani sui 25, passano alle mie spalle, notano il libro e una fa: "Diomio il libro di Costantino, che schifo…" 

Così mi chiedo quanto gli faccia gioco agli autori e all’editore una copertina così, anonima, non caratterizzata. Non apertamente critica, come invece il libro sono certo che sia.

Certo, c’è il sottotitolo: "biografia non autorizzata del Divo nel Paese delle Meraviglie". Ma dentro quella grafica istituzionale e accanto a quella foto così serena e sorridente, quanti ci fanno e ci faranno caso?
Cioè, in entrambi i casi, dico.

Quante persone che hanno magari un’idea critica di Costantino e del meccanismo che ne governa le sorti, probabilmente sarebbero attratti dal libro se il titolo o la grafica fossero più esplicitamente critici, anti-Costantino?
E viceversa quanti distrattoni lo regaleranno serenamente alla fidanzata o alla mamma o alla moglie credendo si tratti di un innocente libro se non pro (certo non di), ma almeno su Costantino?