il destino in una copertina?L’ultima Donna si…

il destino in una copertina?
L’ultima Donna si vede dal mattino. Cioè dalla copertina
Donna Febbraio 2005Esercizio: preso in mano Donna di febbraio (la penultima?), senza aprirlo, interpretare la copertina stranamente ricca di immagini, scovandone i segnali sulla prossima chiusura della testata. Le immagini naturalmente si riferiscono al contenuto della rivista, ma è impossibile che chi l’ha composta (e ideata) non ci abbia pensato. O no?

– Una modella in una strana posizione d’attesa, sguardo fisso, concentrato. Sembra una pallavolista che attende la battuta (o la schiacciata altrui). Ai piedi ha due zeppe alte così. (Movimenti difficili. Piedi di piombo. Mare di merda.)
– Un panino inequivocabilmente McD. (Qualcuno che mangia c’è sempre.)
– Una minacciosa lametta dal margine destro. (Facile: la scure dei tagli.)
– Vegetazione che sbuca qua e là. (Idem: questo mondo è una jungla.)
– Minacciose testine di vigili dal fondo pagina. (L’autorità che decide?)
– Una geisha con un sorrisino enigmatico. (La minaccia che viene dall’estero? La doppiezza ipocrita di chi sorridendoti ti condanna?)
– Un titolo Oooops… che già la dice tutta. (Scusate, si chiude: ve l’avremmo volentieri detto prima ma non lo sapevamo neppure noi).

segnalazioniI post degli altriMi rendo conto…

segnalazioni
I post degli altri
Mi rendo conto che c’è un po’ di tutto: alcuni fanno ridere, altri no. Molti, moltissimi post letti e graditi li ho poi persi per strada. Quando li ritrovo li rilinko.

Credevo che Pulsatilla avesse scritto il post definitivo sul T9 (il famigerato dizionario automatico dei cellulari), seviziandone l’autore. Invece Severine ci riscrive le canzonette, svelandone casuali e meravigliosi nuovi significati.

Nostalgia, leggerezza e ovviamente musica nei pensieri di Gaia.

Amori interminabili e necessità fisiologiche. L’eterna lotta tra cuore (proprio) e vescica (altrui), nelle parole di Lisagialla.

Si è rotto? Lo chiamerò Menta. Il sacro terrore di una gravidanza a 15 anni (e l’odissea che ne deriva), by Margherita F.

Un pezzetto di Africa raccontato da Cassandra. Immagini, riflessioni, parole di viaggio.
Quel Ludwigqualcosa che inventò (?) lo swing. (La rubrica in cui Chettimar riscrive la storia della musica classica andrebbe linkata tutta).
Due scrittori all’ipermercato, tra l’ambaradan, Twin Peaks e la città delle tre p (Voghera).

Valerio Evangelisti (qui segnalato dal Genna), stufo delle stroncature di un critico, lo aspetta sotto casa e lo gambizza. A parole naturalmente. Dico solo questo: fate la pipì prima di leggere perché fa ridere un casino.

Ci son due pappagalli a zonzo per la città

Due pappagalli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il bello del carnevale è:
– che se hai una creatura puoi comportarti esattamente come lei
– pretendere che la nonna ti faccia il costume come lo desideri
– incassare la risposta della nonna (“Col cavolo che mi smazzo anche il tuo, ma lo sai quanto ci vuole a ricoprirti di piume a te?”)
– passare un paio di serate e una mattina a tagliare carta crespa 
– accorgersi che non basta per un piumaggio da adulto e utilizzare un paio di magazine (qui Vanity Fair)
– andare in giro per la città tenedosi per le alucce e borbottando frasi sconnesse in cocorichese
– essere inseguito in piazza da una torma di bambini in maschera che ti prendono per un animatore
– essere spiumato dai più arditi
– essere contemplato dai più piccini che ti vogliono toccare il becco
– minacciare in tono gutturale il bimbo vandalo con la bomboletta di schiuma (se non la smetti ti stacco le dita e te le infilo tutte nel naso)
– lanciarsi come un pazzo berciando sulle mamme tua amiche che non ti riconoscono
– ballare in due di fronte a un musicante ambulante con la fisa vestito da gatto Silvestro
– attendere che alle tue spalle si crei il capannello di gente che crede si tratti di un piccolo circo
– depositare una moneta nel cappello del gatto, salutare e andarsene: il capannello si dissolve, il gatto miagola la sua contrarietà (collega, un altr’anno si fa una srl, ok?) 
– accompagnare in giro l’autrice dei costumi, affinchè ella riceva adeguati complimenti
– programmare una gita a Milano, dove – si sa – il carnevale dura di più
– altro?
– Ah sì: chiedere a vostra moglie “Mi fai un fischio se vedi altri adulti in maschera?” “Certo, ma temo che sarai il solo”. Esatto.

UPDATE: qui c’è Einstei. Pazzesco! L’unico pappagallo che imita gli altri animali meglio di… di me.

UPDATE: qui il seguito durante il carnevale ambrosiano

futuro ipotetico: operazione cash for post…

futuro ipotetico: operazione cash for post (oil for blog?)
Sii sincero, o prode blogger, anche se io azienda ti pago i post
Dato che nella mia lista di buoni propositi per il 2005, alla voce professione, c’era scritto grosso così "cercare il modo di scrivere di meno gratis e di più dietro compenso", va da sè che mi casca l’occhio su questo articolo di Repubblica.
Una società canadese di marketing globale assume blogger a 800 dollari al mese per farli scrivere dei propri prodotti. E tra i neo assunti, ci sono anche due italiani. Il tutto naturalmente è supertrasparente, come è d’uopo che sia nell’infida terra di nessuno, fitta di sguardi torvi e lussuriose promesse, che ancora separa i blogger dalle aziende.

letture, classici sì ma quali?Ehi, tu…

letture, classici sì ma quali?
Ehi, tu mi consigli un libro per mammà?
Una signora oltre i sessanta che frequentate da sempre passa troppo tempo ad assopirsi davanti alla tv.
Voi glielo fate notare suggerendo di passare a dei buoni libri.
Lei vi dice sì, mi piacerebbero però dei classici però, non queste robe moderne che leggete voi…
Quella signora è vostra madre, naturalmente: è colei che per anni si è occupata delle vostra educazione e ora il naturale contrappasso della vita vi invita a rovesciare i ruoli.
Voi lo scrivete sul blog chiedendo consigli ai passanti.

entra e bevi, pago ioUna birra per tutti! (Ma…

entra e bevi, pago io
Una birra per tutti! (Ma c’è anche del chinotto eh!)
Non so quando sia accaduto.
Se verso pranzo quando stavo in treno e chiedevo al controllore se per curiosità su questa linea ci sono boicottaggi e nel caso voi come vi comportate.
Se alle 14.00 quando una rigida e impassibile fisioterapista armata di apposita pistola mi sparava ultrasuoni a onde d’urto contro la spalla destra e poi io dicevo se si muove e spinge fa male ma poi mi fa bene e lei diceva speriamo.
Se verso le 15 quando discorrevo con mia madre di piume di pappagallo (lunghezza e colori, l’ho messa sotto coi costumi per carnevale) e poi le dicevo che la tv fa male e lei diceva libri? mi piacerebbe leggere dei classici e io penso bene, domani lo scrivo sul blog e così raccolgo consigli e dritte.
Se verso le 17 quando con la creatura alla libroteca Bonetta trovavamo un libro sul camaleonte e lei domani alla festa dell’asilo fa il canguro e già le maestre si son stupite di una scelta tanto esotica e smadonnando le hanno organizzato il costume e questa qui magari l’anno prossimo dice camaleonte e quelle svengono.

Sì per farla breve, che francamente poi non è così importante. Non so quando sia accaduto ma oggi qui il contatore ha raggiunto il 50millesimo accesso.
Grazie, cin, glu, burp.

Canzoni natalizie, capricciame creativo ad minchiam, altro

Premessa: alcuni post sei sicuro che li hai già scritti e pubblicati e poi un martedì in treno ti casca la borsa, scivola fuori il quaderno, si apre e trovi lo scarabocchio prenatalizio che ti guarda male. È la vecchiaia, dicono. Faceva più o meno così.

In questi ultimi 15 giorni la creatura ha:
– lodato pubblicamente in casa d’altri il proprio albero di Natale, disprezzando quello altrui e sottolineando che “anche la mamma l’ha detto che il tuo è brutto”.
– interpretato l’impegnativo ruolo del fiocco di neve in recita natalizia asilo. L’aggettivo impegnativo si intende riferito all’imobilità richiesta nel personaggio del fiocco di neve. Da allora e ancora per qualche giorno credo, all’ordine improvviso “fai il fiocco di neve!” la creatura si accuccia placida e immota come un pastore tedesco secchione. Dura qualche secondo poi riparte di slancio. (Sulle recite natalizie, cfr. questa foto di Buba e relativo adeguato commento).
– visto Shrek 2 al cinema (e poi anche Nemo) comodamente appollaiata su ginocchio paterno/materno, stupefatta.
– “imparato” alcune canzoni natalizie, tradizione anglosassone: Santa Claus is coming to town (solo il ritornello, intendiamoci), Jingle bells (sulla cui semplice melodia, ove correttamente istigata improvvisa con naturalezza altre storie di giochi e animali con o senza rima). All’asilo cantano anche “Un tappeto per bimbo Gesù”, che non mi azzarderei a definire traduzione ma piuttosto liberissima interpretazione catto-metereologica della ben più nota Let it snow.
– appreso alla perfezione l’arte del capriccio ad minchiam che si fonda sulla negazione dell’evidenza (questo non è il mio lettino), su ottimi spunti horror (di notte le farfalle disegnate volano in giro), doverosa diffidenza verso la tecnologia (la luce rossa del telefono si muove, in realtà è l’interfono, quello da cui parla il fantasma). Tutto il capricciame è ovviamente finalizzato all’ascensione all’empireo del lettone. Tutto il capricciame viene pazientemente fronteggiato e respinto con solide argomentazioni logiche, dosi industriali di pazienza e ove necessario minacce, ricatti, intimidazioni, promesse di squallide delazioni a Babbo Natale. Minacce e ricatti, ricatti e minacce. A volte mi chiedo se – almeno all’inizio – siamo cresciuti tutti così?

vera esclusiva?Chiara chi?Nonostante l’Ansa…

vera esclusiva?
Chiara chi?
baschettiNonostante l’Ansa non si fili lo svelamento radiofonico, secondo i dati forniti pubblicamente dalle mie fonti (e rapidamente coordinati con Mr Google) questa sconosciuta giovinetta, di nome Chiara Baschetti, sarà la valletta di Sanremo. Quella mora. Credo.

marketing / editoria / radioLe scarpe per…

marketing / editoria / radio
Le scarpe per fare le scarpe a chi fa le scarpe (e altre cosucce)
La cricca di Adbuster lancia una scarpa super equa e solidale sul modello della vecchia Converse. Chi la compra, fa una buona azione, guadagna un’azione di Adbuster e può metaforicamente mirare al fondoschiena del signor Nike.
Adidas invece rimane a piedi, finisce dietro la lavagna insomma. Sì, perchè piazza una scarpa in un film, ma quando il pubblico la cerca nei negozi allarga le braccia e balbetta che ne ha prodotte solo poche paia, per il cast insomma.
Qui, storie di scarpe e di marketing abilmente cucinate da emmebi.

Un tale che quasi nessuno conosce, ma che lavorava sotto il buon Bonaiuti a Palazzo Chigi, si appresta a ereditare lo spazio di approfondimento che fu di Biagi. E persino Il Foglio (di ieri) non gli risparmiava qualche dubbio condito di ironia.

Per quanto possa interessare poi, Gennaro Malgieri (ex Secolo d’Italia) rileva Guerri alla direzione dell’Indipendente, il giornale di Italo Bocchino. Tra l’altro, ho visto che quelli della sua corrente son già chiamati dai giornali i bocchiniani. Mi chiedo se han delle colleghe, come le appellano e se elle non siano imbarazzate.

In realtà Fatti Nuovi non ha mai ufficialmente chiuso. Ha semplicemente cominciato le vacanze di Natale. È il fatto che non siano ancora finite che lascia davvero perplessi sul suo futuro. Fine ingloriosa per l’ennesimo esperimento di quotidiano popolare in Italia.

Musica di Repubblica invece è sparito (senza nemmeno avvertire a dire il vero) dalla mazzetta degli allegati del giovedì. Ma vi manda a dire che sta bene, sta trasformandosi in mensile e torna presto.

La jena Riccardo Barenghi lascia il manifesto e segue alla Stampa Lucia Annunziata. E Guia Soncini. (Ma lei Il Foglio non lo malla vero?)

Ah, mi spiace un sacco che ieri non ho sentito Fiorello alla radio con Arbore e qual gradevole giuggiolone di Bublè. E che la puntata andrà in replica ma solo dopo Sanremo.

presenzeAzzone? Sei tu?È praticamente…

presenze
Azzone? Sei tu?
È praticamente accertato che ho una presenza in casa. No, non è il topo transfuga da casa di Beppe.
Dagli scherzi che ci fa attraverso il baby monitor direi piuttosto che si tratta di un fantasma. Ora mi documento meglio e poi gli scrivo.
Siccome non credo di trovare l’indirizzo esatto, credo che gli scriverò via blog.