bad girl / first ladyRizzo e il…

bad girl / first lady
Rizzo e il palloncino
RizzoAlcuni anni fa, da vera bad girl parlava sporco, masticava cicche, gonfiava palloncini e aveva una pagnotta nel forno.
Ora che fa la first lady in The West Wing, Stockard Channing il palloncino lo rifiuta e ha un problema con l’alcol.
O meglio con la polizia.

botti da orbi, motti da sordiFollow that…

botti da orbi, motti da sordi
Follow that tree!
C’era Teo che cantava un pezzo di Elvis, gli ho fatto le pulci sulla pronuncia di "dreams" e siamo arrivati lì.
Ma in realtà non lo so ancora cos’è.
Se il titolo di un pezzo. O il motto di una setta vegana. O l’ordine impartito a un taxista.
Mi piaceva e non sapevo dove scriverlo.

parole & numeri, BURP! nella…

parole & numeri, BURP! nella trita-parole
600 e rotti post, divisi per tre col resto di uno
Ora, che questo blog fosse un posto mutevole e sfaccettato, ne avevo come l’impressione anche io. Che ogni tanto scivolasse via da una parte per poi tornare di là e girare e saltare e fermarsi e ripartire. Di palo in tasca e il cacio sui tavoli a merenda, insomma.
Che però ‘sta schizofrenica differenza la potesse vedere e toccare con mano vedesse anche la “macchina trita-parole” io non me l’aspettavo. Tanto più che ella, sebbene da me descritta come un cigolante accrocchio a vapore, è invece un signor software (un messieur software, in realtà) all’avanguardia nella misteriosa e affascinante disciplina dell’analisi testuale.
Il fatto dunque che mi ha un poco stupefatto è che ella, la macchina, pur ragionando in francese, ha abilmente diviso tutto questo blog in 4 zone semantiche e me le ha piazzate lì su due assi. Ha crocifisso in ascissa e ordinata un anno e mezzo di blog, 600 post (101 mila parole). Così, ammutolito dinnanzi a uno strano grafico con le parole in mezzo, ritrovo a posteriori una logica e una proporzione tra una zona del quotidiano privato-sentimentale, una dell’espressione creativa (musicale ma non solo) e un’altra del lavoro (informazione, comunicazione, adv).
Vi assicuro che fa strano essere letti e classificati da una macchina.

Ad attenuare l’impressione di indagine scientifica, poi, va detto che il gelido risultato viene riferito al sottoscritto dal buon Beppe, il capodomatore della macchina, in una riunione apposita con piedi sotto il tavolo e bottiglia sopra, sigarette e chiacchiere. Le circostanze ideali per rinnovare vecchie serate di vite precedenti.
E per dimenticarsi di definire la quarta zona. O arrendersi alla sua imbattezzabilità.
O al vino, chissà.

la posta di BURP!, spediamo e volentieri…

la posta di BURP!, spediamo e volentieri pubblichiamo
Caro Rupertino,
ma secondo te è giusto che un abbonato a Sky, solo perché non ha scelto anche i canali sportivi, deve essere privato dela possibilità di godersi il miglior programma televisivo sul calcio?

In altre parole, Rupertino, rifletti.
Hai per le mani una cosa che non ha nessuno: un talk sul calcio che è interessante, ricco, ben condotto, culturalmente stimolante, attuale ma nostalgico (e viceversa), parlato in lingua italiana corretta, con ospiti variegati e spesso non sportivi, lungo il giusto, con ritmo, elogiato dalla critica.
Hai tutte queste cose e tu che fai?
Lo infili nel principale canale Sport (venerdì sera su Sky Sport 1), già, bravo. E così lo vedono solo quelli che han comprato l’abbonamento pallonaro. E tu magari sei anche contento dei risultati.
Ma che un programma così, senza competitor per qualità, possa interessare anche a un target più ampio, non te l’hanno suggerito? Dico tanto per dire il target di quelli che il calcio sì vabbè ma mica sempre sempre. Che poi spesso è meglio quello parlato delle partite, no? Se chi parla sa il fatto suo, dico.

Insomma, Rupertino, siamo in tanti qui fuori che “Lo sciagurato Egidio” di Giorgio Porrà lo vedrebbero volentieri su qualunque altro canale di Sky. Anche in replica di notte.

Cordiali saluti
Zio Burp

Esito: Spedita un minuto fa a rupertino@skytv.it (?!)
Naturalente rimbalzata 30 secondi fa nella mia mail. Ci ho provato.
L’indirizzo vero non ce l’ho, se lo incontrate, diteglielo voi, grazie.

Link sparsi: orpo, l’Egidio sembra non avere un suo web.
Qui una presentazione di Carlo Nesti.
Qui e qui un’intervista a Porrà e la recensione di “Attaccante estremo”, libro intervista con Adriano Sofri, sul calcio visto da dietro le sbarre.
Qui il web di "L’insostenibile leggerezza di Effemberg", trasmissione di Radio Popolare, gradevole recente sorpresa, che con l’Egidio ha in comune alcune cose, in primis l’angolazione da cui guardare al calcio.
– Chi legittimamente si sta chiedendo chi diavolo è questo Egidio, sappia che fu Gianni Brera a battezzare “sciagurato” Calloni Egidio da Busto Arsizio, attaccante rossonero anni ’70, cui già si doveva la genesi del termine “callonate”:
..a due metri dalla porta avversaria, completamente solo, Calloni sventa la minaccia…

agenda futuro ipoteticoQuando avrò…

agenda futuro ipotetico
Quando avrò un’agenzia tutta mia…
– non mi sorprenderò del fatto che, organizzato un brainstrorming ora pranzo su cliente produttore di birra, rifornito detto brain storming con un paio di casse di bottiglie, finito storming, stimolato brain, colleghi barcolleranno ruttacchiando fino a sera.
– metterò un più sul registro a chi, per aumentare la media coverage di un evento, disse “dai: diciamo ai media che lo facciamo presentare alle Lecciso”.
– toglierò un più sul registro a chi disse: “Ehi, lassù ai piani alti, perché non ci date due casse di birra anche per i brainstorming HIC sugli altri clienti?”.
– a maggior ragione ove la persona fosse la stessa.
 

scienza perversaDimmi quante deviazioni…

scienza perversa

Dimmi quante deviazioni hai 
Ah, ora capisco.
Ecco perché mi piace farlo in luoghi aperti al pubblico, con un koala imbalsamato, mentre legato e bendato indosso tacchi a spillo e un vecchio cilindro, dopo essermi infilato alcune arachidi negli orifizi, nella evidente speranza che qualche passante ci veda. E magari ci raggiunga.
A me e il koala, dico.

La mappa completa delle perversioni, via softblog.

jazz: Alberto Greguoldo TrioSenza rete. E…

jazz: Alberto Greguoldo Trio
Senza rete. E senza nemmeno la fune.
Greg trioLoro sono stati per qualche anno i miei compagni di esplorazioni jazz. Prima con la fune, il bilancere e la rete sotto. Poi via il bilancere. Poi via la rete sotto.
Infine via anche la fune su cui camminare.
Totale libertà di riempire il vuoto sonoro. Grande indimenticabile esercizio di crescita e di reciproco ascolto e dialogo senza parole. Né gesti.
Interplay.
Detto ciò, domani mercoledì 19 gennaio, questi tre giovinotti suonano la loro kletzmescolanza al Trottoir di via XXIV maggio, Milano. Qui c’è il sito di Greg con alcuni brani da scaricare.

Per chi volesse capitare da quelle parti (ore 22 circa), io sono quello al banco che annega la saudade nel chinotto, proprio accanto alla foto di Andrea Pinketts. O a quello vero?

tv: nuove serie, vecchi istintiDesperate…

tv: nuove serie, vecchi istinti
Desperate anchormen
Tra meno di un mese su Fox, Desperate housewives, ennesima serie USA di culto che forse un giorno andrà anche in chiaro nel fondo di qualche notte scura. Vedo i promo, vedo il solito paginone della Soncini (Il Foglio di sabato scorso, cercatelo in archivio che ahimè certe cose non le si può più linkare. Qui comunque c’è Luca Sofri, qui una raccolta di altri contributi).
Io me l’immagino come una specie di America oggi, American beauty, Six Feet, Twin peaks. E certo Guia, come dimenticare Via col vento?

E poi penso a come è nata questa serie. La leggenda dice così.
Anni fa, divano americano, giovane sceneggiatore davanti alle news in compagnia di mamma sferruzzante.
Alla notizia della casalinga che ha annegato nella vasca da bagno uno dopo l’altro i suoi 5 (cinque!) bambini, il giovane angustiato riesce a dire solo: “Mamma, ma perché?”.
E lei senza smettere il punto croce: “Figliolo, inutile negarlo: è un pensiero che prima o poi ti viene, certi istinti ci sono". Il giovane sale in camera sua accende il pc e scrive Desperate housewives.
Oggi, divano italiano, stessa scena davanti alla tv: decima (10!) puntata di Porta a porta su Cogne. Il giovane sceneggiatore se ne esce con lo stesso interrogativo. “Mamma, ma perché?” “Figliolo, certi istinti, idem, ci sono”.
Di fronte all’identica serafica e sgomentosa risposta l’uomo sale in camera sua.
E io mi aspetto una serie sullo staff di Vespa.

Fotografi per caso

Avere in tasca una piccola digitale, un modello caruccio ma senza tante pretese, significa per me:
– Un manuale nuovo da studiare. (Studiato al 20%)
– Tanta curiosità in più per come quell’occhiolino può catturare il mondo. (Curiosità + 80%)
– Tanta quota di hard disk che sparisce man mano che aumentano gli scatti. (Spazio ridotto 10%)
– Alcune grattate di zucca di fronte alla domanda: e l’archiviazione? Dove saranno ora quelle dell’asilo? (Capelli indeboliti dalla grattata -5%)
– Un primo calendario per nonni e parentado con un soggetto a caso, 8 lettere, il tuo hobby preferito, inizia per c e finisce per a. (Applausi natalizi +25%)

– La pubblicazione su The sofa project di due foto che hanno come protagonista un divano.

Le trovate nella Galleria n. 3. Spero che vi piacciano.

The sofa project è un’idea di Buba, che – mi ripeto – è un photoblog bellissimo.

fantamondi miglioriCaro Titano, ti…

fantamondi migliori
Caro Titano, ti scrivo

Bene, dicono che fra 3-4000 anni su un pianeta lontano ci saranno le condizioni per la nascita della vita. Io personalmente non sono certo che quel giorno ci sarò. Metto qui un appunto per i più giovani tra voi.
Ecco, pensavo che sarebbe carino monitorarli da lontano, i colleghi titanici, e dargli delle dritte su come svilupparsi e giocarsela meglio di noi.

Cosa brevi, dico, anonimi messaggi in bottiglia con cose del tipo:

– Ehi, tu: sappi che se mangi la mela finisce la pacchia.


O anche incoraggiamenti, tipo:
– Sinceri complimenti per scoperta fuoco. Bene così.

E via dicendo. Avete suggerimenti là fuori?
("Nel 1935 sterilizzare la mamma del premier" non vale. L’ha già detto la mia collega dirimpettaia, nota portatrice di morte terrore e miseria).