lavoro passato & futuro immediatoE ora…

lavoro passato & futuro immediato
E ora licenziate pure anche me! Addio.
– Sì, buongiorno non c’è il dottore oggi? Posso entrare un minuto a lasciargli una cosa sulla scrivania? Grazie.

Scivolo rapido nell’ufficio del grande capo. Ormai ho deciso. Qui non c’è futuro. Mi avvicino alla scrivania, apro il primo cassetto, apro la patta, alzo la testa al soffitto, un bel respiro e via: un piacevole gorgoglìo liberatorio.
Scrollatina veloce. Esco abbottonandomi vistosamente la patta davanti alla sua segretaria. Che lancia un urlo.

Che ci volete fare, questo lavoro ormai non mi piaceva più.
Ho scelto di chiuderla qui in modo elegante e definitivo.
E poi, grazie a un collega blogger, si è appena liberato il posto dei miei sogni: libraio a Edimburgo.

infanzia e letturaE Zanna bianca?Su Punto.com…

infanzia e lettura
E Zanna bianca?
Su Punto.com di oggi (online domani
qui) una pagina dedicata all’editoria per bimbi e ragazzi. Spicca un articolo di Alessandra Mieli su un sondaggio commissionato a Mannheimer da Walt Disney (Von Disney come dice la creatura olandesizzandolo) realtivo alle letture svolte nell’infanzia.
Ci torno su domani, ma il libro più letto dal campione è Cuore (11.7%), seguito da Pinocchio e Piccole Donne. Il 38.5 non ricorda/non risponde. L’11% ha letto il primo libro a 12 anni e più.

Casting: cercasi asino, anche bipede

Ecco dalle mie parti si dice: “sei venuto giù con la piena” per dire di uno che cada dal pero o insomma scopra l’acqua calda. Io poco fa son venuto giù con la piena scoprendo che a centro metri da dove lavoro c’è un posto chiamato La libreria dei ragazzi. ma non una qualunque, proprio quella Libreria dei ragazzi, quella aperta da Roberto e Gianna Denti.
Un posto geniale ove trascorrere almeno mezza pausa pranzo, curiosare, sfogliare, contemplare, ammirare. Comprare a volte, anche sì. Che mi sovviene con un certo orrore che la creatura è stata sì doverosamente subissata di regali e regalini (pure troppo), ma che nell’orgia di pacchi e pacchettii libri erano in nettissima, infima, ingiustificabile minoranza. Eppure proprio in queste settimane manifesta i primi segnali di interesse verso l’ascolto della lettura di un libro.
E ieri poi, sfranto nei maroni dalle sue incessanti richieste di vedere i cartoni, le ho detto: “Ah sì? I cartoni non li vediamo: li facciamo.” E dopo 40 minuti di salti, voci, sigle, scene, inseguimenti, versi, ero un uomo distrutto e strizzato come non mi capitava da anni. E lei fresca come una rosa che assegnava i personaggi per imbastire Shrek: “Io gatto con gli stivali, tu Shrek e la mamma fa Fiona”.
“Ok, ma ora andiamo che ci dobbiamo lavare i denti.”
“…domani viene qualcuno?” mi chiede dopo qualche secondo di strano riflessivo mutismo.
“Qualcuno?”
“Sì, per fare Ciuchino…”

soprese e atteseMeco, stica, pardeUrca,…

soprese e attese
Meco, stica, parde
Urca, cos’è?
Il nuovo pannello splinderiano? WOW!
Vabbè, prometto che appena passata la befana, quando magari torno anche a scrivere, me lo studio per bene e poi chissà quali magiche impaginazioni in multicholor con allineamenti perfetti che QuarKExpress gli fa una pippa.

Come? Già passata?

BURP come Bush e Kerry (un caso di onanismo…

BURP come Bush e Kerry (un caso di onanismo elettronico testuale contemplativo)
Per vedere l’effetto che fa
In attesa che tempi migliori ci riconducano a una più congrua attività di compilazione di queste invitanti candide superfici,

Siccome non c’ho tempo pe’ scrive
ben volentieri accogliamo l’invito del Beppe, maturato durante approfondito dibattito sul ruolo e il significato della scrittura online,
e siccome che er Beppe tra na birra e na siga (che ancora si poteva sfumazzare al pub)
a utilizzare tutto quanto BURP! per ravvivare le giornate della sua
macchina trita-parole
mi disse così che c’aveva la macchina da testare (che lui c’ha messo n’olio novo novo che sfrizzica che è na meraviglia)
e gli forniamo ben zippato l’intero archivio di 18 mesi e 600 post.
e se c’avevo per le mani un testo da masticà per quarche ora, je dico: "eccome se ce l’ho, buonuomo, e je lo passo sottobanco in un pacco bisunto.

non tutte odiavano il jazz, ta-rat-tta,…

non tutte odiavano il jazz, ta-rat-tta, rat-tta, tta-rà 
Metti che ti presenti a una ragazza e dici:
“Suono bene il clarinetto…”
Nei giorni scorsi se n’è andato un signore di 94 anni che suonava il clarinetto. O meglio, l’aveva suonato un sacco bene fino al ’54. Poi aveva deciso che non poteva migliorare più e aveva smesso di suonare in pubblico per dedicarsi ad altro. Comporre, viaggiare e… sposarsi.

Ebbe otto mogli. Una delle quali si chiamava Lana Turner, un’altra Ava Gardner, non so se mi spiego. I nomi delle altre a questo punto non li voglio nemmeno sapere.

Mi viene solo il dubbio che avesse ragione Arbore.










autoreferenzialità vacanziero-natalizia,…

autoreferenzialità vacanziero-natalizia, poco altro
10 giorni 10 (dieci!) di blogvacanza
Quando il pc di casa esplose per ben tre volte di seguito alla sola apertura del browser, intesi subito con serenità che sarebbe stato un Natale di disconnessione. Quando la mia signora mi regalò una vacanza in montagna chiusi mentalmente il file blog per alcuni giorni.

Così ho scoperto nell’ordine che:

una festa aziendale può persino essere divertente se si appalta la fase ludica a un professionista invece di assegnarla d’ufficio a noi schiavi che quella sera abbiam solo voglia (e diritto) di maggnà e beve e ballà etc.

se la tua azienda a Natale compra 50 libri di Baricco e li regala ai dipendenti, forse dovresti alzare la mano e dire “scusate ma vi pare il caso? Indipendentemente da bariccosì/bariccono, dico, che non è questo il tema. Non siete la Holden, non siete la Feltrinelli, cazzarola, ci vuol molto a variare un po’? Con tutti ‘sti giovani scrittori e piccoli editori che meriterebbero ecc. ecc.” Bah.

se ti sei riprodotto, l’universo mondo di amici e conoscenti smetterà di fare i regali a te e li farà alla creatura. Ma tu li gabberai passando ore e ore con pennarelli, chiodini, lego, libri di aladin, dvd di Shrek e quant’altro. È o non è Natale diamine?

che tutti i luoghi delle amene montagne in cui trascorresti una beata infanzia hanno ora anche il loro bravo web. Così la valle, il paese e così persino il burrone (che però ora si chiama canyon per questioni immagino di marketing). Restano fuori dal prefisso www, per ora, la biblioteca, il parco giochi, il bar Croce Bianca, la stalla maleodorante del vicino e infine il gloriet. Sorta di gazebo ligneo in cui anni fa si schitarrava (e si limonava) di brutto, ora adibito – come da mia puntuale spiega alla creatura – a luogo di spontanei congressi dei fantasmi del vicino cimitero.

che se vai a Roma con delle tipe, amico, è meglio se ti porti un corpo contundente pesante. Potrebbe servirti per imbastire una minchiata che lasci il segno nella cronaca e sulla zucca del nano. Poi se ha fatto colpo anche sulle tipe, gradirei saperlo grazie. Quante di voi hanno un fremito ormonale all’idea di copulare con un pisquano che ha agito d’impulso, su treppiedi insomma?

che sebbene tu sia in montagna, puoi capitare in un posto (il link non c’è sennò giuro lo mettevo) in cui persino la polenta e le patate fanno cagare.

che l’ex giovane mona danzereccio, poi motociclista tatuato e seduttore che ti fu compagno di adolescenza ora è (pur restando beninteso un amabile mona) un giovine artigiano imprenditore dal fulgido destino che non perde occasione per dirti “dai, vieni su con la famiglia, lavori qui, facciamo il grano, dov’è il problema?” Già, dov’è? Forse che alle 16.30 d’inverno non c’è un’anima in giro per il paese. (Che comunque, tipo con la vita sociale che faccio ora non vedrei grosse differenza. Vabbè.)

che se spieghi alla creatura che tutti quei bimbi della tv sono tristi perché il mare cattivo gli ha portato via i giocattoli, non dovresti stupirti se lei poco dopo ti chiede il telefono per chiamare Babbo Natale e dirgli di ripassare da loro, grazie.

che tuo fratello all’occorrenza può essere un Babbo Natale assai credibile. Almeno al telefono.

che per quanto ci si voglia tutti bene, la convivenza forzata in 7 (sette!!) in una camera d’albergo può anche mandare a puttane una vacanzina sui monti.
Personaggi e interpreti: la mia signora, la creatura, io, la tosse e il vomito della piccola, le ansie della grande, quel lieve impercettibile fremito che dicono io emetta la notte e che impropriamente elle definiscono “russare come un trattore sbronzo”.

che la periartrite non è causa dei miei mali (le mie scuse a tutte le periartriti), ma effetto perverso di un altro malanno (new entry, pago da bere, sambuca grazie) detto conflitto scapolo-omerale destro (in altre parole scheletro, muscoli e legamenti sono vicini di casa ma si odiano). Che si cura, detto conflitto, con ginnastica, pazienza, rassegnazione, antidolorifici, laser, rieducazione, imprecazioni. Che se non si cura, il conflitto, si fa una bella protesi di spalla e via, ma grazie prima dei 40 mi pare eccessiva, eviterei.

che l’automatismo con cui per ragioni di sopravvivenza fai dello stretching anomalo ormai dovunque e all’improvviso può anche causare spiacevoli fraintendimenti. Cara signora che stamattina in treno leggeva il suo libro e sgranava gli occhi di fronte alla mia postura. Era quella la posa di uno stretch schiena-gluteo dalla posizione seduta.
Le assicuro che non era mia intenzione petare a vanvera e che non ci trovavamo in uno spot (già evaporato) di Dolce & Gabbana.
































il post di natale Il Blognatale è nei…

il post di natale
Il Blognatale è nei commenti, entrate e divertitevi a piacere

Reduce da un’ultima frenetica settimana di lavoro che mi ha sgradevolmente impedito un’adeguata e aggiornata compilazione di questi spazi e la lettura dei miei blog preferiti (che sono molti e più e diversi e vari da quelli che pigramente e tempo fa ho inserito nella colonna di destra), reduce sbuffante e ansioso di pantofole e cappelletti e regali da scartare e divano su cui spiaggiarmi e creatura e famiglia da festeggiare, sono ahimè reduce – come quasi tutti voi immagino – dal ricevimento degli auguri ufficiali e ufficiosi da fornitori e clienti, aziende e privati, tutti ahimè tragicamente appiattiti sul classicissimo schema di babbinatali variamente ritratti, cappelli che incorniciano riviste, foglie di vischio, renne rotanti, alberi allucinogeni di palle multicolor, midi di repellenti tiritere natalizie e altre atrocità comunicative assortite.
Dato che io non ho tempo per sostenere la mia campagna degli anni passati per gli auguri leggeri, invito caldamente qualche agenzia creativa a inserire nel proprio listino qualche idea nuova sugli auguri di natale da vendere alle aziende. Che di questo andazzo francamente non ne possiamo più. E che se tutti vogliamo che gli auguri siano graditi dovremmo fare almeno un minimo sforzo per renderli personalizzati, interessanti, curiosi, intensi. E soprattutto non banali e standardizzati come invece è l’uso attuale.
Detto questo, io il natale qui sopra me lo immagino un blognatale. Ognuno arriva qui, entra nei commenti, saluta e lascia un post bello impacchettato con suo nastro.
Appena ho un momento libero nei commenti vi faccio trovare: comodi divani, bicchieri di carta, musica gradevole, facce simpatiche, un signore che suona la fisa, una violoncellista bella e impossibile, una tavola imbandita, leccornie e prelibatezze varie, l’ultimo sedile del pulman per le coppie in formazione, un angolo riservato per fumatori, una valigia colma di sostanze da sperimentare, un distributore automatico di profilattici, un asilo per chi i profilattici quella volta almeno non li ha usati, il mio amico intrigante e piacevolmente single, la mia amica spettacolare e inspiegabilmente single, libri sparsi qua e là, i vostri blog stampati a casaccio e tirati fuori dallo zaino, una bottiglia per il gioco omonimo, l’ultimo numero di Novella 2000 con gli sms Gori-Ventura, pennarelli e matite e fogli, della creta, pongo, un pianoforte nero, alcuni pigiami, un divano letto e uno da leggere.
Siete tutti invitati. Il primo che viene vestito da babbonatale però lo crocifiggo al muro e lo usiamo come bersaglio per le freccette.








vita sociale: appuntamenti …

vita sociale: appuntamenti

A-E-I-O-U-IPSILON!

Stasera, puntuale come il Costanzo Show (espressione che già non usa), rituale tragicomico appuntamento con cena + festa aziendale.
L’anno scorso ne uscii ebbro (l’avreste mai detto?) e a sorpresa persino ringiovanito.




cose da fare, prossimi postMumble mumbleUn…

cose da fare, prossimi post
Mumble mumble
Un post di Natale sarà da fare prima o poi. Soprattutto dato che non riuscirò nell’impresa titanica di spedire auguri personalizzati. Non dico “cuciti” a misura di destinatario (!!) ma nemmeno personalizzati sul mittente me medesimo, stante quelle 2/3 identità in cui schizofrenico mi scompongo con la fluida spontaneità di un paramecio.
Mumble, quindi.
Riciclare quello dell’anno passato è escluso.
Dato che già trattavasi di riciclo.