dal paese delle meraviglie a quello del…
dal paese delle meraviglie a quello del naming zoologico sperimentale
Eh? Come dite? Ligri? Ma non era meglio tigreone?
Scusate se mi intrometto, cari scienziati russi che battezzate le specie nate dal caso fortuito e libidinoso che sovente domina negli ambienti coatti.
Scusate, ma io vanto una certa esperienza in materia.
La creatura, se le nomino il ligri mi guarda dubbiosa. Il tigreone invece è assai più intuitivo.
Non trovate?
Se ti sei destato improvvisamente alle 4.30…
Se ti sei destato improvvisamente alle 4.30 con l’occhio sbarrato del fesso che si è assopito alle dieci sul divano.
Se hai sentito un brivido e allora ti sei messo un pezzo di pigiama, e poi un altro e poi c’è il termosifone freddo e allora ti sei accorto che la caldaia è in blocco.
Se vai dalla creatura e lei dorme e non tosse e da lei fa pure calduccio.
Se hai passato 15 inutili minuti nel tentativo di rianimare la caldaia, in piadi in ciabatte su un balcone brinato.
Se accendi il tv e vaghi per 30 canali senza deciderti.
Se sfanculi il satellite e poi trovi su Rete4 una puntata di West Wing e passi mezz’ora finalmente tranquilla. Coi piedi freddi però.
Se spegni e tenti di nuovo il sonno, ma rantoli mezz’ora santiando e invocando il dio delle caldaie.
Se il tuo collo e la tua colonna sarebbe ora di curarli, prima o poi, prima che cadano a pezzi come una piramide di Lego.
Se vai a dormire in camera della creatura che c’è un tappeto morbido, ma appena chiudi gli occhi vedi il lavoro e son patate da pelare, gatte sul fuoco e castagne bollenti e nemmeno un piccolo cacio sui maccheroni.
Se pensi altrove e vedi che l’elenco delle “cose da fare per me nel 2005” somiglia troppo troppo a quello dell’anno precedente e il qui presente amato BURP! si è ciucciato i residui di energia e di progettualità di cui disponi.
Se ci rinunci e metti su il caffè ma poi vai in bagno con un libro e il caffè ti esonda sul fornello ed esci dal bagno e il caffè lo inspiri e intanto spugnetti la cucina per bene.
Se oggi hai la riunione che non vuoi, i conti da fare, l’ici da pagare, il vetro da sghiacciare.
Se a metà del treno cominci a pensare che ne farai un post.
Se quando arrivi in ufficio sei sveglio da quasi 5 ore e i piedi non sono ancora caldi, allora forse oggi potrai concederti un’eccezione e fare un post così, un po’ ad minchiam.
Col titolo in coda, senza rileggere.
Gelido post ad minchiam
tv: sfruttare al meglio i nuovi formatMollato…
tv: sfruttare al meglio i nuovi format
Mollato & disperato, ragazzi. Help!
Dialogo con la mia signora l’altra sera davanti alla tv.
– Qual è quello più carino per te? Per me Mattia, alla grande.
– Na, caro. L’altro lì, quello che gli ha fatto la barba. Quello più “grande” (Marco, dice il sito), gran bel tipo… Ahi, cosa cazz… via quel fazzoletto ma sei scemo?
– Uh ti asciugavo un po’ di bavetta, amore. Tanto poi lui è gay, non ti considera neppure…
– …
– A cosa pensi?
– Certo che questi… ci cambierebbero tutto l’arredamento, ti darebbero una sgrezzata nei modi (temporanea ahimè), ti rifarebbero il guardaroba, ti butterebberero alle ortiche tutte quelle cazzo di magliette che non mi lasci mai buttare e anche le calze sportive che sono tutte degli anni ’80 e quando mai fai sport tu. E poi magari finisce anche che mi compri un vestito e mi cucini una cena romantica. Eh… ci farebbero proprio comodo…
– Già. Ma siamo sposati, insomma siamo una famiglia. Loro vanno dai single che devono cuccare o dai fidanzati che devono convolare, o…
– Domani ti mollo, basta, mi sono rotta, cazzi tuoi.
– … da quelli che devono riconquistare la moglie che li ha appena mollati.
Stretta di mano a suggellare il patto. Ginocchio sul telecomando, click: addio tv. Patto, patta, pacco.
Dissolvenza, buio, musica soffusa. Titoli di coda.
E il termittìo luminoso dell’albero. E la creatura che dorme (e non tosse) di là dal muro.
parole & musica, ma soprattutto…
parole & musica, ma soprattutto parole
Benvenuto, dinosauro trombone
Nel disco di Lello Voce ci sono quattro tracce. Ma fai fatica a chiamarle canzoni. Non lo sono. E non è neppure hip-hop, ché non ne ha nelle parole, nelle scansioni, nemmeno un grammo dell’ossessione ritmica.
Perché Lello non canta. Declama, descrive, incita, sospira, accenta, si appoggia, attende, incide, resta, riparte, accelera, pausa. E la sua voce non concede quasi nulla: non intona, non cavalca il ritmo. A volte persino, lo spezza: a metà di un verso, una pausa, secca e improvvisa come un pugno. Un burrone in cui la parola precipita per un momento. Prima di riemergere dal magma sonoro, puntuale a circondare il ritmo. A circolare il ritmo. Con le parole che accadono su un paesaggio musicale a strati: essenza ritmica, fondali bui, arpeggi consonanti, rumori aggrovigliati e qualche solista (Paolo Fresu il nome più noto) che soffia la sua tromba zizgando tra le frasi.
Chiamatela slam poetry o spoken words, chiamatela come volete, ma sappiate che in questo disco c’è un Pharasaurolophus: un dinosauro trombone con una cresta vasta e cava che funziona come un amplificatore. Che questo dinosauro va a zonzo a suo piacimento dentro quattro territori musicali diversi: e il suo ragionare a voce alta passa da lento a intenso, da caotico a esperto. E ha un sacco di cose da dire: che non fanno quasi mai rima e che non fanno mai ridere.
lellovoce FASTBLOOD
musiche di Frank Nemola
con Luigi Cinque, Paolo Fresu, Michael Gross, Luca Sanzò
Massimo rispetto e gradimento, infine, per WEB – Alternative Press Project – Diamo Voce ai Blogger, un progetto di comunicazione alternativa curato da Manila Benedetto, attraverso il quale Lello ha distribuito il suo lavoro ai blogger interessati a scriverne. Sottoscritto compreso.
editoria: c’è crisi, c’è grossa crisiBye…
editoria: c’è crisi, c’è grossa crisi
Bye bye Donna
Non ci volevo credere ma mi dicono che è vero.
Hachette Rusconi ha un problemuccio coi conti, di circa 4 milioni.
E così da gennaio chiudono quattro testate: Donna, Vitality, Photo e Il Nostro Budget.
Sono una cinquantina le persone tra giornalisti e staff che saranno “riposizionati” all’interno dell’azienda o pre-pensionati.
Facciamo un in bocca al lupo a loro e come lettori ci spiace soprattutto per Donna, il femminile che leggiamo più volentieri.
Daria Bignardi (che intanto passa da Mediaset a La7) solo una decina di giorni fa ne presentava la grafica rinnovata.
libri: facciamo che è una recensione …
libri: facciamo che è una recensione
Laura immaginaria, di Zop
Facciamo che questo libro lo aprite e vi accorgete che dentro è fatto come una vecchia rubrica telefonica: con le sue belle iniziali grosse e sporgenti dal lato destro della pagina.
Facciamo che ogni lettera corrisponde a un personaggio e al capitolo di cui è il protagonista principale.
Facciamo che in questo libro siete voi lettori che decidete da dove cominciare a leggere, dove proseguire, saltando di lettera in lettera.
Facciamo che alcune lettere-personaggi-capitoli non sono stati scritti proprio perché ci si attende che li scrivano i lettori.
Facciamo che questo libro l’ha scritto Zop, quello di linguaggioglobale.
Facciamo che questo libro vi fa venire in mente Queneau, Calvino e giocosa compagnia scrivente.
Facciamo che questo libro non è un romanzo. È una macchina, un piccolo parco giochi della fantasia delimitato (ma attenzione: non completamente) dai margini della pagina e dai destini dei personaggi.
Facciamo che questo libro costa 10 €, che è un prezzo onesto per un libro, figurati te per una macchina.
Facciamo che ci vediamo direttamente in libreria?
Facciamo che per sbaglio vi pesto un piede e poi mi scuso e scambiamo due chiacchiere?
Facciamo che…
web: cambi, ritorni, novità Alice, Giulio e…
web: cambi, ritorni, novità
Alice, Giulio e Fabrizio
Il portale sui libri Alice.it cambia dominio e si sposta qui.
Il vecchio dominio è stato venduto a un’asta online. Io volevo farne un sito tutto per la creatura, ma i miei 50 euro (!) non sono bastati ed è andato alla concorrenza.
Ritorna online sotto forma di blog Vibrisse, quella che prima era newsletter via mail curata da Giulio Mozzi.
Chiuse nel giugno 2003, proprio mentre stavo scrivendo a gm per dirgli che era pronta la recensione che gli avevo proposto mesi prima. Nel dubbio di essere io a portar sfiga, mi asterrò per ora dal propormi come collaboratore.
È online da tempo, ma dicono sarà assai arricchito, l’archivio della Fondazione dedicata a Fabrizio De Andrè e alla sua opera.
mormorii croati udibili fin quiCome si dice…
mormorii croati udibili fin qui
Come si dice Paris Hilton in croato? Semplice: Severina
Questo per dire che se un caso Hilton capita in Croazia, il paese è piccolo e il mormorio più forte e diffuso. A maggior ragione se la Severina (Vukovic) in oggetto, la più nota popstar locale, è considerata una donna modello quanto a moralità e semplicità. E afferma visibilmente il proprio cattolicesimo sfoggiando una croce (piccola piccola) su una scollatura (ampia ampia).
Questo per segnalare un articolo molto carino di Milana Runjic su Internazionale, che mi sento di consigliare a tutti. In modo particolare a chi avesse in programma una vacanza in Croazia e non volesse sentirsi escluso dal 99% delle conversazioni.
Se poi qualcuno volesse approfondire e visionare anche il chiacchieratissimo oggetto del mormorio (ormai non solo) croato, il mio consiglio è uno solo: cercate su Softblog, ché in materia di curiosoni sex-oriented, loro sono i più bravi e anche divertenti, secondo me.
santa lucia con CaterpillarZio B. e i ragazzi…
santa lucia con Caterpillar
Zio B. e i ragazzi con lo zoo di cartone
Che dire? Bella festicciola, bella trasmissione, bella musica, viste facce, fatto foto, scambiato regali autoprodotti.
Io avevo confezionato un piccolo zoo di cartone, lavorando su cartoncino colorato di riciclo, pittandolo con una tinta ricavata dal filtraggio di alcune piante essicate sul balcone e intagliando il tutto con una forbice ricavata da un’antica selce trovata in giardin… Ok basta così, siamo seri. Cartoncino colorato riciclato, forbici e pennarelli.
Ho prodotto alcuni animali tutto colorati e un po’ buffi tipo quelli che faccio per la creatura e li ho inscatolati. Li ho dati in pasto alla folla, ho girato un altro paio di leccornie passatemi tra le mani nel rito del “passaregalo” e alla fine son rimato a bocca asciutta. Nessun regalo pervenuto.
Caspita, mi son decresciuto un tot, sigh. Vabbè, si vede che era destino.
20 minuti dopo, adeguatamente libagionato da panettone e guaranito, salutati tutti i conoscenti (cioè praticamente solo la dottoressa Poli), mi avvio al treno e incontro chi ha avuto in dono lo zoo nella scatola. Una coppia di giovinotti in vespa, che scambiate le formalità di rito e vistomi senza regalo, condivide il dono ricevuto con me. E la bontà trionfa, ulteriormente decrescendo.
Così brandendo un vaso di marmellata che sarà buonissima e un sacco autoprodotta, mi avvio al treno delle 20.15.
Alle 21.25 entro in casa e la creatura: “Dove sono gli animali nuovi?” È che avevo lasciato tutti i ritagli in camera sua e lei sarà anche piccola, ma mica è scema. Quindi stasera nuovo turno intaglio.
E buona decrescita felice a tutti.
appuntamenti Santa Lucia, proprio sulla mia…
appuntamenti
Santa Lucia, proprio sulla mia via
Ammettiamolo: sono un ometto fortunato.
Normalmente io alle 18 abbandono l’ufficio, percorro rapido quei 7 isolati che mi separano dalla Stazione Centrale, ascendo al binario e mi isso stancamente su un treno.
Oggi, lì su quel marciapiede accanto al binario 21 che io percorro ansando, col fiato spaccato dall’ultima sigaretta della giornata, oggi proprio lì, Caterpillar fa una festicciola.
Precisa sulla mia strada, alla stessa ora in cui passo di lì.
Impossibile mancare.
Se per caso ci andate anche voi, fatevi vivi.