tg: il domino delle poltroneL’ultima…
tg: il domino delle poltrone
L’ultima raffica lenta di Chicco Mitraglia Mentana
Il buon Mentana esce di scena (per ora): molla il TG5 dopo 13 anni e incassa la sostituzione con Carlo Rossela O’Hara. Però si costruisce un’uscita da signor protagonista: prima lancia un servizione di quasi 10 minuti con immagini esclusive del botto di Nassirya, un anno fa. Un servizio lunghissimo nell’economia di un TG. Ci stavamo giusto interrogando su questo quando Chicco torna in onda e, in 4 minuti di primo piano, spara il suo addio. E parla lentamente, come nelle grandi occasioni. E non manca di augurarsi che il nuovo TG5 sappia farsi seguire e rispettare seguendo quella che è stata la sua caratteristica principale in questi anni. Ergo: un giornale politicamente equilibrato dentro Mediaset.
Il mio concittadino Rossella è un gentleman con la freddezza di un killer professionista. Sentendo quelle parole avrà abbozzato un ghigno cortese.
Io mi sa che da domani torno a guardare La7.
advertising: neuroni e ormoni …
advertising: neuroni e ormoni
Scritto & orale
Una campagna sui mezzi pubblici newyorkesi invita alla lettura con l’headline “Read books, get brain”. Bene, che diamine, il concetto non fa una grinza.
Sì, però pare che nello slang locale l’espressione “get brain” sia un modo per alludere al sesso orale. Quindi: l’ATM della Grande Mela, gabbata, protesta. I pubblicitari ammettono che non è che gli è uscita per caso e sono felici che se ne parli.
E comunque, forse, bastava guardare le affissioni (qui accanto ne ho solo una però lo stile è quello) per cogliere un notevole (sotto)testo erotizzante.
Se poi qualcuno del mestiere mi vuol spiegare come mai “get brain” significa “soccmel”, ben venga.
Ahem… del mestiere intendo gente che lavora con gli idiomi (no, qui lingua no), traduzioni e simili.
Sbirciata sul Riformista, trovata già bloggata qui, riletta tutta qui.
UPDATE: ringrazio chi è intervenuto nei commenti con una spiegazione soft. La realtà, come temevo, è assai più cruda. Allora, vediamo se, presa la immediata spiegazione del collega anglofono, riusciamo a eufemizzarla e dirla chiara ma senza volgarità.
L’espressione “get brain” è dunque utilizzata per descrivere un’attività di fellatio assai energica, atta in teoria a trascinare fuori dalla loro sede naturale persino alcuni organi interni, il cervello appunto.
Uff, che dite, può andare?
blogfest 2Drink & link (pochissimi i…
blogfest 2
Drink & link (pochissimi i link, nessuno via)
The Petunias non ha la barba: ne ero intimamente convinto da quando lo vidi in radio, La Pizia è un donnino con un cuore così, EManuela ed Eleonora cercavano Pulsatilla, assente giustificata, Mullah è così magro che non so dove li mette i drink, Chica la saluto al volo, di Arkangel noto lo stivale col due di picche, Jtheo ha molti più capelli di me, Usolimbuto è di Fidenza (come il mio babbo) ma senza la evve, Franciskje un pezzo d’uomo che dimostra dieci anni di meno, SuperBimba sfoggia capelli nuovi ma vecchia fidata simpatia, Lisa quando ti rialzi da terra prima o poi ti scrivo, tu sai cosa, Ilenia bacia un blogger, Benzina Livefast Sviluppina bacia una blogger, Robba dovrei leggerla adesso che so il suo viso, GiuliaBlasi senza tacchi io le arrivo nemmeno al mento, il Confuso lo è anche nella vita, dicono (e lo sarei anche io se Repubblica mi dedicasse una mezza pagina e mi mettesse in primo piano nella foto senza dirlo che sono io, Brokenbycicles un anno fa era solo Susanna: ora ha un blog con tanto di Socia, Mae è un tesoro che un giorno (la butto là) mi guiderà col machete nella jungla dei feed, Giuda Maccablog è un ometto fortunato, Neri è ovviamente indaffaratissimo (ma quella bionda borchiata che lo intervista non è Jo Squillo, no), Genna è una persona intuitiva: mi ha dato subito del pirla, Mozzi ha bretelle eleganti appena macchiate di birra, Tiziano Scarpa mi deve un favore (lui sa), Margherita F. è l’autrice più giovane (17 anni), chiacchieriamo a lungo di lei e del suo racconto “eretico” che a scuola dalle suore è meglio che non si sappia, con Cinzia di Caterpillar è una gara di curiosità: io le chiedo della radio e lei dei blogger; si sente imbucata ma poi scopre vecchi compagni di biblioteca o di tenda ora blogger più o meno star; Chetti è scandalosamente imberbe ma me n’ero già fatto una ragione, Squonk lo vedo solo di spalle, B George quasi, e Emmebi è un gentleman in cerca di identità.
Li ho detti tutti? No? Ah sì: con me c’erano la mia signora (zia burpa?) e Max + Emanuela + Eleonora di loveisavirus. E Cassandra che mi ha scarrozzato per la presentazione e poi è corsa a dividersi tra il bagnetto ai bimbi e una piscina di desiderio.
ps: i link li metto dopo, i drink non li ho rimessi.
blogfest 1Dagli alla conventicola!Beh, che…
blogfest 1
Dagli alla conventicola!
Beh, che dire? Deludente la presentazione. Sì ma non perché fosse disturbata dall’angolo bar. Che Neri stesso mi diceva che se la sognano a Einaudi una presentazione con 200 (seppur sbevazzanti e vocianti) persone.
Deludente perché nessuno ha lanciato ortaggi o insulti o chiesto lo scalpo dei blogger sul palco, i prescelti, rei di aver tradito la rete per la carta. Era un po’ l’aria che si respirava in rete, leggendo i commenti al libro appena uscito. Quindi, insomma un po’ di sangue ci faceva piacere a noi spettatori neutrali.
Neutrali? Premesso che io penso che questo ipotizzato tradimento sia una cagata pazzesca, che sfido qualunque blogger sano di mente a sfanculare Einaudi che ti chiede un racconto, che infilarsi in questa antologia non è che gli cambia la vita o il portafogli, insomma detto tutto ciò, chi avesse residue animosità verso il libro e chi lo scrisse, ha pronto davanti agli occhi lo schermo bianco del suo blogghino per schiaffare in faccia a Einaudi la propria innegabile superiorità letteraria. Come? Semplicissimo: scrivendo sul proprio blog il racconto notturno che avrebbe mandato alla curatrice.
Detto questo, essendo il sottoscritto un blogger artistoide, egocentrico-priapista, narcisomane all’eccesso, va da sé che mi senta anche io mortalmente offeso per non essere stato cooptato nel libro. Ma imbastendo la mia vibrante protesta, non ho fatto, oh no signori, come tutti i blogger incazzosi e rosiconi che hanno alzato il loro lamento in anonimi commenti protetti da virtuali identità. Nossignori. Io mi sono esposto in prima persona. Cari autori, sappiatelo: l’altra sera alla Blogfest ero io che a tradimento vi davo i calcetti negli stinchi, i mozziconi che vi siete trovati in tasca sono miei, e così le cicche masticate nelle borsette. Per tacer degli spilloni che da sabato infilo nelle foto che vi ho proditoriamente scattato.
Alle ore 1.50, poi, si svolge questa scena.
Max (di loveisavirus) adesca Loredana Lipperini al nostro tavolo e le rivolge cortesi ma difficili interrogativi, cui lei, confessando stanchezza e non completa sobrieà, divertita risponde. Mi inserisco per dire sorridendo.
“Ohè, Loredana… anche io ce l’ho su con tutti voi che non mi avete chiamato, ma sono certo che non mi conosci né mi leggi quindi ho il cuore in pace, giacché se tu mi conoscessi come avresti potuto resistermi?”
Lei: “Zio Burp, certo che ti leggo, in gennaio mi hai anche citata: un mio pezzo sui blog rosa ti ha procurato una cattiva digestione…”
Io: “Ma va?”. (Oggi controllo: era vero!).
Quindi? Cuore in pace, ok.
(Continua sulla Blogfest: persone, drink, chiacchiere, calcetti, foto e mozziconi…)
editor di chicklit, uno sporco lavoro… …
editor di chicklit, uno sporco lavoro…
Prostituirsi di questi tempi
Una poetessa cerca lavoro come redattrice con una lettera azzeccata.
Cassandra la riceve mentre è alle prese con una scena di sesso
da riscrivere.
La protagonista si sente “…persa in una piscina di istinto animalesco”.
Premesso che Cassandra sa bene come cavarsela, se volete
– giovani ardimentosi e senza remore che ambite a un lavoro editoriale –
potete provare a darle una mano.
Cassandra la riceve mentre è alle prese con una scena di sesso
da riscrivere.
Premesso che Cassandra sa bene come cavarsela, se volete
– giovani ardimentosi e senza remore che ambite a un lavoro editoriale –
potete provare a darle una mano.
appelloCercasi domenicayaaawnnn… già…
appello
Cercasi domenica
yaaawnnn… già lunedì?
E non ho ancora scritto nulla sulla Blogfest?
Ma la domenica dov’è finita?
Chi me l’ha fregata?
…
Dormito? Io?
musica digeribile e biodegradabileLa musica…
musica digeribile e biodegradabile
La musica del cavolo
A proposito di musica strana. Qui ci sono dei signori, la “Vienna Vegetable Orchestra” che prima di ogni concerto vanno al supermarket a fare la spesa (reparto ortofrutta), poi si costruiscono da sé gli strumenti, li intonano e infine ci soffiano dentro, li pizzicano o li percuotono.
Chiunque di fronte a una carota, munitosi di temperino, ci cavi un flauto e infine intoni la Marcia di Radetsky merita tutta la mia ammirazione.
Qui, la recensione di Dispenser.
giochini professionali”È vero che nelle Big…
giochini professionali
“È vero che nelle Big Buble ci mettete il grasso di topo?” (*)
Quand’ero piccolo guardavo la Cipperita e il Pomofiore sulle tele private. Credo fosse Antenna3. Erano gare canore di disgraziati e geni. Una specie di Corrida ma molto molto più ruspante. E c’era Lucio Flauto che presentava, contava le barzellette e faceva il Gioco del Sì e del No. Che consiste nel rivolgere domande a ritmo serrato a un concorrente, che non deve mai dire né sì né no. Altrimenti saluta e va a casa. Lucio Flauto andava rapido e aveva un sacco di trucchi.
Già.
Il “media training” qui da noi nelle RP è un giochino molto in voga. Si prendono i manager delle aziende clienti e, con diverse astuzie e sotterfugi, li si allena a fronteggiare i diversi tipi di giornalisti: quelli ignoranti, quelli distratti, quelli bravi, quelli stronzi. Sostanzialmente non è molto diverso dal Gioco del Sì e del No. Non si vince nulla e non ti tirano nemmeno i fiori. Però puoi dire delle bestialità incredibili e non credere minimamente alle loro smentite.
* Breve nota per i nati dopo gli anni ’70: il titolo è la prima terribile leggenda metropolitana di cui ho memoria. La Big Buble invece era una cicca diffusissima che si facevano dei palloni così… Come dite? C’è ancora? Ah, beh ok.
vecchie conoscenzeAnvedi… er FotifFa una…
vecchie conoscenze
Anvedi… er Fotif
Fa una certa impressione trovare a pagina 22 dell’ultimo Corsera Magazine, in una colonna dedicata al “giurista ragazzino che frega Berlusconi”, incorniciata in un occhiello orgogliosamente “compagno” (La meglio gioventù) la foto e la faccia di Carlo Sotis (oralmente traslitterato in Fotif) con cui ripetevo procedura penale nelle notti di giugno del 1993.
E per favore non ditelo a mia madre che mi par già di sentirla. Ho solo il dubbio tra l’opzione A (“Vedi che dovevi fare l’avvocato?”), la B (“Almeno a lui è servito”) e la C (“Ma è per caso parente della Linasotis?”).
Fa impressione perché finora i miei ex compagni di studi erano finiti sui giornali solo nelle pagine di cronaca nera locale.
giuramentiÈ l’ultima volta che uso un floppy…
giuramenti
È l’ultima volta che uso un floppy disc
Avevo cominciato a scrivere due post lunghini. Uno “professionale” sull’advertising. Uno “personale” sull’ultimo matrimonio cui ho lavorato come musico e guitto. Li ho messi sul floppy per portarli in ufficio. Non ne ho fatta una copia.
Bzz, trottle trottle, file corrupted.
Tragedia. Tristezza.
Ora il disc è nelle mani fidate di un supereroe dell’IT, un uomo sensibile, amante della natura, padre affettuoso, curioso della rete e del mondo, last but not least lettore abituale di queste righe.
Che il dio della file-rianimation lo assista e mi ritorni le mie vane, preziose parole.