Sono un po’ agitato. Ometto persino di…

Sono un po’ agitato. Ometto persino di pensare a un titolo, per ora.
In breve: io non uso mai MSN anche se vi sono registrato con una vecchia identità. Ora lo apro e decido di ribattezzarmi.
Ma il nome ZioBurp risulta già utilizzato. Apro il profilo e leggo le robe di uno che non sono io. Indi, pervaso da un strana sensazione, mi registro come ZioBurpQuelloVero e procedo a interrogarmi su cosa può essere accaduto. Coincidenza? Scherzo? Usurpazione di webdentità?
Senso di inquietudine che sale quando penso che già nella realtà ho un omonimo anonimo usurpatore di nome cognome, quello vero).
Mi auguro che questo paghi le bollette.
Sospetto di bifida clonazione
un post col titolo in fondo









a ognuno il saluto che si merita …

a ognuno il saluto che si merita

Risate, musica, fumo, alcol. E pure una sveltina.

Su Diario della settimana scorsa, quello speciale dedicato a Enzo Baldoni, appare tra i suoi scritti questo, “Disposizioni per un saluto”.
Parla del suo funerale, di come gli
sarebbe piaciuto a lui.
Fa ridere. Fa anche ridere.


Qui i reportage che Enzo Baldoni scrisse per Linus.

Qui un’intervista alla radio svizzera in diretta da Amman il 5 agosto 2004.






spigolando in giro …

spigolando in giro

Blognews

Qui, dal Manifesto, si parla dei blog e della politica. Di un libro che si chiama “Cofferati anch’io” (mi auguro sia meglio del titolo) e di come il

diario online del “cinese” (ma anche quello di Soru) abbiano fatto la

loro parte in una campagna elettorale felicemente premiata. Si dice

tra l’altro che il signore che ha progettato il blog di Cofferati è

andato a studiarsi le elezioni Usa. E che ne scrive qui, su un blog

naturalmente.


Qui si parla dei blog e della musica. Più precisamente degli Mp3 Blog.

Non è che abbia capito benissimo, confesso.


Qui si parla di come usare il proprio account Gmail come hard disk per

il proprio blog. Ma proprio all’ultima riga si dice che non è proibito

da mr Google, è proibitissimo.


Qui si parla di chi mette a punto strumenti (da vendere alle

aziende, ai partiti, a Rockerduck, alla mafia russa) per analizzare i

blog e farsi un’idea di cosa si dice in giro.


Qui si parla di Corporate Photo Blog, blog aziendali per fotografi. E

forse non solo per loro.

Qui e qui si parla ancora di Google e della possibilità, attraverso un

accrocchio che si chiama AdSense, di ospitare inserzioni automatiche

(pagate, ovvio) sul proprio blog.









promemoria – appunti sui romanzi da…

promemoria – appunti sui romanzi da scrivere
Geppo ti amo. Vincenzina, la tua trisavola
Osservare con maggiore attenzione le scritte sui muri ovunque esse appaiano (case, sottopassaggi, gabinetti pubblici, treni). Una volta trovatane una particolarmente strana, interrogarsi su di essa più e più volte fino a trarne uno o più racconti. Indi, spedire a casa editrice, possibilmente dopo essere stato eletto sindaco.

Nella mia città, la scritta migliore è da anni “Unico tubero”, che ha corretto con la vernice del nonsense una assai meno interessante iscrizione destroide inneggiante a “Nola libero”. Se Veltroni putacaso capitava da queste parti, capace che gli usciva una storia di fantascienza, che so, quella di una patata, che è l’unico essere vivente sopravvissuto alla catastrofe atomica.







questo è un occhiello …

questo è un occhiello

Questo no

Mi piace l’idea di Splinder delle categorie dei post. Non ho ancora capito come funziona retroattivamente. Immagino che uno si debba rileggere e riqualificare tutto l’ambaradan. So che offirebbe ai lettori maggiori vantaggi. Però.
Però come lo qualifico un post che parla di trequattro(cento) cose diverse? E poi le mie “categorie” sono da sempre questi occhielli che stanno sopra il titolo e ai quali sono affezionato.
A volte li odio dal profondo. Come odio l’idea di usare i titoli.
In entrambi i casi, l’odio è motivato dal fatto che in quel momento, il titolo, cazzo cazzo cazzo, vigliacco se ti viene.
Il fatto è che mi sono dato delle regole (che lo so, lo so, esistono per farsi amabilmente violare) e che nonostante tutto resto una fottuta vergine dello zodiaco.
Anzi, una vergine fottuta. Che fa molto più ossimoro.








ufficio registrazione marchi & brevetti …

ufficio registrazione marchi & brevetti

“Devo depositare un marchio, je apro la patta?”

Autunno, cadono le foglie, cominciano i reality show. Al di là di chi vaneggia (vagheggia?) la presenza di un blogger dentro il GF5, mi premo di segnalarvi il cast dei Famosi. Tra essi spicca turgido Valerio Merola, in arte Merolone, che afferma di partecipare per far sapere di essere stato assolto. Sull’ultimo Panorama ne parla con Stefania Berbenni. Bellissimo. Avevo dimenticato che la tesi difensiva era edificata proprio sulle dimensioni, che aveva poi scritto un libro, che aveva avuto una storia persino con Bianca Berlinguer (sic).
Non avevo mai saputo che “Merolone” fosse un marchio registrato.




professionalità mutanteSpeak as you eat,…

professionalità mutante
Speak as you eat, please

Solo per dire che oggi ho letto sul Sole 24 Ore che a questa scrivania ci si occupa anche di bench-marking. Stavo per chiedere al collega che cosa diavolo fosse. Prima di farlo, genio che non sono altro, ho letto la riga seguente dell’articolo: analisi comparativa di aziende concorrenti o mercati. Ah, ok: allora si chiama così.
Proprio vero che a leggere i giornali si imparano un sacco di cose. Ohè, tenetemi informato eh!

ps: in realtà oggi volevo scrivere “ciao, vi penso anche se non scrivo”. Però faceva un po’ troppo teen ed esitavo. E poi, mi dico: ha senso avere un posto in cui scrivere e usarlo per dire “non scrivo”?








io borderò, tu borderai, egli borderàChi mi…

io borderò, tu borderai, egli borderà
Chi mi ha cercato? La SIAE? Ma va?

Sì è vero, confesso. Mi rivolgo a te, sconosciuto navigante che sei capitato qui e, secondo le mie statisticucce, provieni da un provider SIAE. Confesso. Da ragazzino registravo i dischi sulle cassette. Ma costavano davvero troppo i dischi, credimi. E poi son passati anni, credo che il reato sia prescritto.
Però poi mi son anche sdebitato con voi della Società Autori ed Editori. Ho compilato negli anni una valanga di borderò, tutti in stampatello, tutti con le canzoni eseguite quella sera. Non ho mai barato mettendo un pezzo di un amico. Neppure un pezzo mio, giacché di depositati non ne avevo.
Un tempo facevo talmente tanti borderò che un giorno del 1997 mi chiamò un tale da Roma, di una piccola etichetta di edizioni musicali. Si complimentò con me per i 175 borderò dell’anno precedente (fanno poco più di una serata ogni due giorni) e senza tanti preamboli mi propose il business losco che io rettamente rigettai.
Non volevo divagare, caro visitatore targato SIAE. Ah, a proposito: a quanti tuoi colleghi ho offerto da bere negli anni. “È arrivato il signor SIAE… È quello che gradisce il single malt.”
Questo per dirti che sono innocente. Poi, come ripeto, c’è un mio omonimo che è un mezzo delinquente, quindi qualunque cosa tu abbia in mente, ti suggerirei prima di sentire lui.








comunicazione ai passantiNotizie da una…

comunicazione ai passanti
Notizie da una (web)pagina bianca
Buondì, solo per dire che Zio Burp è tornato ma il blog non ancora. Per vari motivi schematicamente riassuminili nel modo che segue:

– il buonissimo proposito di rallentare tutti i ritmi
– l’imbarazzo di scrivere di facezie mentre si susseguono tragedie incommentabili
– lo stordimento impotente di fronte all’incommentabilità di ciò che accade

– la ripresa del lavoro (mi sforzo di esercitare lentezza e autocontrollo finchè posso: mi do una settimana)
– la ripresa del tran tran treno-lavoro-treno-famiglia
– la lettura di un paio di libri assai belli ma per nulla allegri stavolta

– l’uso maniacale compulsivo che faccio dell’adsl casalinga che per ancora una settimana non pago
– le legittime richieste della creatura di rimediare alla mia assenza con storie, musiche, salti dal divano (inevitabile atterraggio sui paterni maroni protetti da conchiglia-salva-possibile-fratellino), altro.


Tutto qua. La vacanza è andata strabene: stavolta l’assenza di un notebook mi impedisce di postarne le chicche. Tanto difficilmente troverei la parola per dire il colore del mare, il profumo del cibo, il sonnecchiare al tramonto sulla lava nera e comoda.

Bentornati anche a voi.
Quando è il momento, presto direi, rimossi o aggirati o eliminati (alcuni magari, davvero volentieri) i motivi di cui sopra, riprendo a scrivere.

















Per l’invidia di voi tutti, io me ne riparto…

Per l’invidia di voi tutti, io me ne riparto ancora per una breve ma meritatissima settimana in quel di Ustica. La creatura sarà nei miei pensieri, ma non nelle mie giornate. E questo, come molto ben sanno coloro che sono genitori, darà a questa settimana il senso perduto di una vera vacanza.
In questi ultimi giorni non ho scritto granchè. Cercavo di mantenermi sul leggero perchè avevo un po’ di nausea dei giornali e del mondo. Avrei voluto chiudere in leggerezza e invece le notizie dall’Iraq proprio non me l’hanno consentito.

Della lista di cose che trovate qui sotto, a propostio di Enzo Baldoni, se avete poco tempo leggetevi almeno il pezzo di Merlo su Repubblica. Che non è servito a nulla di concreto: i video di Al Qaeda rimarranno bruttissimi, hanno perso un’occasione per farsi ridisegnare per bene tutta la strategia di comunicazione.

Il Baldoni aveva lavorato qui con i miei colleghi ad alcune campagne per una multinazionale che a me erano piaciute molto (tanto che mesi dopo, quando uno studente ricco & cazzone mi pagò per fargli una tesina scelsi proprio quelle). Mi piaceva la sua agenzia, molto. Ci feci più di un pensierino, sogni direi. Solo ragioni di opportunità (leggi la sua vicinanza coi miei boss) mi indussero a non molestarlo con i miei cv e le mie ambizioni di tornare a fare il copy.
Molte persone che non lo conoscevano bene (e io tra loro) stanno facendosene un’idea in questi giorni. Altre, che ugualmente non lo conoscevano, stanno praticando la loro misera vendetta a mezzo stampa, piccati di ciò che pensammo noi (noi chi? noi di sinistra? noi di buon senso? noi qualcosa insomma) degli altri ostaggi italiani e dei loro diversi destini.

Oggi Diario ha una bellissima copertina. Baldoni e un iraqueno in sedia a rotelle se la ridono e ammiccano tenendo in mano due protesi di piedi. Spaiati. Il testo è una lettera di Baldoni a Emergency, 10 righe, leggere nonostante il tema, con dentro tutto: la storia tragica dell’iraqueno, una storia come tante, Baldoni lo sa e lo dice (cannoneggiata un’ambulanza: perde moglie, nascituro e gambe), il dettaglio comico e amaro delle protesi spaiate (un 37 e un 38), la semplice richiesta di aiuto – una delle tente – per una persona il cui sorriso riempie il cuore di allegria e infine la chiusa: si è risposato, ma “la sua nuova moglie si vergogna a presentarlo ai genitori senza gambe”.