Io non vado alla Blogfest, ci vediamo alla Blogfest?

Un anno fa non andando alla Blogfest scrivevo di nostalgie 1.0 (e di tette 2.0).

Quest’anno io ci sarei andato alla Blogfest, davvero. Ma poi capita che abbiamo un concerto proprio quella sera, sabato 25 settembre.

Le date con SpazioMusica Ensemble, questa formazione ben assortita (12 musici) che rimette in scena un disco anziano (1971), un disco prog di un gruppo beat (I Giganti), un disco troppo moderno per esser comprato e troppo impegnato per esser venduto (Terra in bocca), queste date sono poche e preziose.

La prossima è proprio sabato 25 settembre, all’Auditorium Melotti di Rovereto, all’interno di Educaonline.
Così io non andrò alla Blogfest.
Suonerò a soli 25 km da lì.
Secondo Google Maps sono 31 minuti.

Ah, venite pure tardino perché prima c’è il dibattito.


Visualizzazione ingrandita della mappa

Post vacanze 12: bike & freedom

E infine un giorno, stanco dei ritmi slow imposti da famiglia e creature, ho respirato la libertà.
Sì, sì cazzo: ho agguantato una mountain bike che le facevo il filo da anni e ho pedalato per i pradiei. (Che sono uguali ai prati padani però in pendenza).
Col vento nei capelli, come piace a me.
Boschi e sentieri, prati e sterrati.

Da anni mi chiedevo come sarebbe stato pedalare per quelle lande. Ero più che entusiasta, ero quasi infoiato. E mentre pedalavo e scendevo e salivo pensavo che quella bici me la dovevo comprare. O noleggiare per l’intera settimana. O portarne su una, lì al paesello. Insomma, mentre salivo e scendevo – ma soprattuto scendevo – capivo che quel pomeriggio era una scoperta, un’epifania, che la montagna per me non avrebbe più avuto senso senza due pedali sotto i piedi.

E improvvisamente ho realizzato che mancava solo mezzora alla riconsegna della bici e che salendo e scendendo ero sceso molto, molto. Molto a valle.
Ho imboccato la salita imprecando e sputando maledizioni. Riconsegnata in tempo record la bici, avevo i crampi, il culo dolente e all’incirca un paio di kg in meno (spero).
Mi sono immerso in una fontana del paese e ho deciso che sì la bici era bella ma anche continuare a vivere in definitiva aveva il suo perché.

Sono passati 20 giorni. E ho ancora mal di gambe.

Post vacanze 11: blogger palmipedi

E poi una mattina, risalgo la piazza verso le 8.30 con brioche e giornale e sento una voce che fa “Zio?!”
E mi giro e ci sono due blogger milanesi.
Con i piedi palmati.
E non avevo assunto droghe.

Gek Tessaro e la lavagna specialissima

Un anno fa, dopo aver visto un suo spettacolo, volevo scrivere un post su Gek Tessaro. Lo faccio ora, dal momento che venerdì lui è di nuovo a Pavia per un laboratorio e poi uno spettacolo all’interno del Festival dei Saperi 2010.

Per capire chi è Gek Tessaro, dovete vederlo disegnare. O raccontare insomma. Perché lui racconta coi disegni. E a volte disegna con le parole.

Il suo sito internet – indiscutibilmente moderno se fossimo 1996 – vi dirà subito che è un uomo che se ne frega di avere un sito internet. E che ha un rapporto, almeno apparentemente, di diffidenza e disinteresse verso la tecnologia. Per il lavoro che si è scelto (ma la sua storia va letta sul suo sito proprio lì dove sta scritta) molta tecnologia non serve, anzi. Gli bastano le mani con cui disegna (con entrambe intendo, insieme) su una lavagna luminosa. Gi bastano acqua, sabbia o china per muovere i disegni. Gli basta un po’ di musica (spesso live), e la sua voce che racconta.
Per orchestrare tutto questo, Gek ha dalla sua un bastimento di fantasia e creatività, che nei momenti migliori produce poesia.

Forse per conoscere Gek Tessaro, potete partire dai tanti video su youtube. O da questo speciale su Rai Junior. Io nel frattempo desidero un suo libro.

Ma se siete a Pavia, venite a vedere il suo spettacolo venerdì sera nel cortile dei Vittadini.

Un anno fa, io & Alice abbiamo partecipato a un suo laboratorio di disegno. Ne siamo usciti divertiti e stimolati. I bimbi si divertono un sacco di fronte a questo signore che commenta i disegni dei loro genitori (sfottendoli, garbatamente, davanti alla prole). E poi la sera stavamo in pole-position al suo spettacolo. Io ero incantato. Soprattutto dal ritmo e dall’uso creativo che si può fare, in un live, di una semplice lavagna luminosa.
Uno strumento arcaico e in estinzione che sa di anni ’70, di scuola polverosa e poco tecnologica, di campanella dell’intervallo e odore di minestrone nel corridoio.
Uno strumento che i 30-40enni non hanno mai visto usare in modo creativo.
E che le nuove generazioni non hanno mai visto, mai, nemmeno dipinto.

“Papi è stato bellissimo. Chissà quanto costa quella lavagna lì specialissima…” Uhm già.

Post vacanze 10: silenzi & nuvole

E una notte lì in casa, esiliato in mansarda per via del russare, sotto la coperta, spenta la luce ho capito che c’era un silenzio spaventoso. Allora ho aperto le finestre. E non si sentiva altro che il silenzio. Madonna, che silenzio. Allora ho ascoltato tutto quel silenzio per una mezzora. E a quel punto sapevo trovarci il respiro delle mie ragazze al piano di sotto, il canto d’amore di un tarlo, due mosche insonni che spettegolavano in groppa a una mucca tre piani più sotto. E poi si è spostata una nuvola. Si è staccata da quella accanto emettendo una specie di legnoso scricchiolio. E a quel punto – e che diamine – mi sono messo a russare io.

Post vacanze 9: animals & animals

E abbiamo visto ragni magnifici, cavallette avvinghiate e farfalle, cavalli e rondinini, vitelli e girini, rane e – new entry – le salamandre sul fondo di un lago.

E ovviamente mucche. Parecchie. Da ogni angolazione. Qui una mucca riflessiva.

Post vacanze 8: miss K. Loreena

Ah già: poi ho visto la tappa trentina di Miss Italia. In un Palanaunia gremito 32 ragazze di bella presenza si sono contese la corona di Miss Trentino Alto Adige. Solare e permalosa. Testarda e acqua e sapone. Difficile sentire qualche lapillo di originalità nelle presentazioni. Eppure, lavorandoci un minimo… mannaggia sì che ci sarebbe da divertirsi. Posso fare il ghost writer della prossima edizione? Belle eh intendiamoci. E qualcuna simpatica, certo. Ma tutte perfettine. E infinitamente meno sexy di Mara Maionchi.

Post vacanze 7: laghi & tuffi

Quest’anno però ben poche piscine e niente magia delle Terme di Merano.

Però abbiamo scoperto la piscina abbracciata al lago di Caldaro. Che è un lago dannatamente caldo e un sacco bello.

Se lei d’amor si strugge (e piange pure il plotter)

Qui in ufficio, nella stanza social media (ex stanza creativi & adv) siamo sempre stati tutti maschi. Quando è stata proprio piena questa stanza, ci siamo trovati in 4. Tre esseri umani e un gigantesco plotter. Maschio anche lui. Nemmeno un accenno di femminilità. Nemmeno una stampante, ecco.

Intendiamoci, non che si stia male tra maschi, ma si sa che l’altra metà del cielo – dai tempi di Adamo in giù fino a noi – ha sempre il suo perché e in quache modo ci completa. Così ieri eravamo davvero felici di ripopolare una scrivania con una collega trasferitasi da altra stanza. Il plotter stesso, per dire, è rimasto come incantato dalla novità. E ha abbandonato per un giorno intero i discorsi da caserma che in modo naturale – si sa – fioriscono negli ambienti escusivamente maschili. (Avete idea della temperatura che può raggiungere a Milano in luglio un plotter sessualmente eccitato?)

E poi all’improvviso, dal mio iTunes in funzione random, se n’è uscita fuori una canzone. E dopo un paio di minuti, noto la collega lì muta e sognante che un po’ si strugge. “Di che ti struggi, oh damigella?” (Noi in ufficio si parla sempre così). E parte la madeleine proustiana. E si apprende che la canzone serendipicamente uscita dal cilindro le ricorda una persona, conosciuta all’estero tanti anni fa. Ma non accadde nulla: “Ero troppo giovane e pischella, così mi disse lui. Faceva l’idraulico in un paese sperduto della campagna inglese. Sempre solo, un po’ ombroso, maschio e anche un po’ rozzo… Indimenticabile”. E allora siccome siamo gente social e lei sta al gioco, la istighiamo a usare Facebook, territorio che prima o poi tutti dragano coi nomi degli ex amanti ed ex amati (invano).

E ovviamente basta qualche minuto e lui salta fuori. Sta ad altre latitudini, probabilmente. Forse è impegnato, chissà. La collega lo “adda” e già in serata saranno amici. Lei non è più pischella, ma la storia (per ora e probabilmente per sempre, almeno per voi curiosi) finisce qui. Il resto saranno pure affari loro.

Commentiamo l’accaduto. Erano aaanni che in questa stanza non si parlava d’amore. Questo penso asciugando una lacrimuccia al plotter, appena appena intiepidito.

Post vacanza 6: biblio & libri

E poi ci sarebbe da considerare il fatto che non ho letto nemmeno un libro. Perché io sono un assiduo frequentatore della biblioteca del paesello sin dai primi anni ’80. Ma quando sono lì curioso, sbocconcello, assaggio. L’unico libro vero che mi ero portato mi ricordava il lavoro e lo inizio la prossima settimana. In compenso ho scoperto Jerry Spinelli (soprattutto Stargirl) e Neil Gaiman (Il bambino del cimitero e soprattutto Stardust – grazie Matteo, avevi ragione! – che avrei di sicuro finito, quello sì mi fossi fermato ancora un giorno, uno solo). Alice in compenso ha approfittato dei giorni di pioggia per fiodanrsi in biblioteca a consultare i libri dei Guinness dei primati.

Comunque tra meno di un mese, a proposito di musica portiamo Terra in bocca Live 2010 qui in zona, all’Auditorium Melotti di Rovereto. Segnatevi la data: sabato 25 settembre.

A poposito di biblioteca. Ho rotto gli indugi e chiesto l’età al signor bibiotecario. La stessa persona che 30 anni fa mi faceva ascoltare 3-4 pomeriggi a settimana Who e Genesis. Si perché c’è anche una piccola audioteca dove io e fratel teo abbiamo fatto alcuni ascolti seminali e, col senno di poi, indelebili. Ebbene il signor bibliotecario, che allora mi pareva inevitabilmente un grande, un vecchio insomma, un matusa – ne aveva a quei tempi meno di trenta. Ora però sembra un mio coetaneo. Ogni tanto penso che vorrei fare il suo lavoro. Lì al paesello dico.