editoria: nuovi quot…

editoria: nuovi quotidiani
Mai più senza?
Ma io mi chiedo: possiamo forse perderci senza rimpianti un quotidiano che in prima pagina avrà una rubrica fotografica “Il Ventennio” dedicata all’epoca in cui i treni arrivavano in orario? E su cui troverà posto una rubrica “Stalinbar”, il mondo visto da un comunista all’antica dentro un bar? E il cui direttore sarà Giordano Bruno Guerri e l’editore di riferimento AN?
Qui Radio Radicale, qui il web del quotidiano L’Indipendente, in edicola da domani.


Mamma… voglio fare il dj!

Storie di musica, cucina, remixaggi


– … ecco poi metti il prezzemolo e l’uovo e cominci ad amalgamare il tutto.

Casa di mia madre, domenica mattina, seconda lezione di canederli. Le sue mani affondano in un pastone biancastro. Io mi schiarisco la voce e ci riprovo, un po’ più convinto.

– Maaamma voglio fare il dj.

– Eh? Ma sei scemo? Alla tua età… con la famiglia da mantenere…
– Ma Daniele Silvestri mi ha pubblicato un remix di “Salirò”…
– Un che roba?

– Un remix, mamma. Prendi dei pezzi di canzone e li mescoli insieme ad altre cose… Proprio come stai facendo tu col pane raffermo adesso…
– … ora mettiamo lo speck e la pancetta, vedi?
– … e alla fine la canzone si trasforma e diventa un’altra cosa.
– A me quella lì piaceva così com’era. Non era quella del Sanremo?
– Sì. Ora la mia versione sta su un cd-rom… un cd insomma.
– Bene, bravo, settepiù. E quanto hai guadagnato?
– Ma mamma… ma che discorsi sono… nulla.
– …
– …

Mi sorride e spinge verso di me il pastone.
– Ora facciamo così. Io metto la farina e tu adesso remixi questo qui. Va bene?

incroci: letteratura…

incroci: letteratura, teatro, musica

È uscito l’ultimo cd di Calvino. O il primo?

Non più tardi della settimana scorsa ho fatto un voto: non mi compro più un libro finché non inizio a leggere quelli che ho comprato e trascurato: una mezza dozzina. Credo che l’ultimo letto sia quello di Bianca Pitzorno (bellissimo ma era fine gennaio…) del quale scriverò presto.
Vabbè, poi ho visto questo. Che non è un libro, è un cd. Però è tratto da un libro. Non un libro qualunque. Un libro di Italo Calvino, che ai miei tempi si leggeva alle medie. E il libro è letto (recitato, vissuto) da Marco Paolini. E la musica che accompagna il tutto è di Paolo Fresu & c. E costa solo 12 euri.
Ora ditemi: come diavolo faccio io a resistere?



Fresu-Caine: il bello, il brutto e il concerto di ieri

jazz: Paolo Fresu – Uri Caine


Il bello dei concerti gratis è che te li puoi permettere sempre. Il brutto dei concerti gratis è che ci va il mondo. Anche in una città che del jazz se ne strafrega come Pavia. Ai concerti gratis, se arrivi tardi e trovi un posto in ultima fila non te la menare. Risali agile verso il proscenio e accalcati con i curiosi in piedi sotto il palco. Nel caso, assumi l’aria di uno che sta cercando l’amico che gli ha tenuto il posto. Appena si abbassano le luci tutti grideranno SEDUUUTI! e tu avrai conquistato il tuo posto-pavimento. In prima fila.
Il bello di un concerto in prima fila è che non ti sfugge nulla: le mosse, gli sguardi, persino gli odori dei musicisti. Per non dire del suono che quasi ti ferisce per quanto ti arriva addosso nudo. Il brutto di un concerto con il posto-pavimento è che non hai più 20 anni: non sai dove tenere le gambe, i piedi ti sformicolano, la schiena ingobbita chiede tregua.

Il bello di un concerto di Paolo Fresu e Uri Caine sono parecchie cose: i suoni, i pianissimo con la tromba sordinata, i voli del flicorno, le dinamiche di Caine, il suo miracoloso controllo dello strumento, un repertorio scelto con equilibrio e attenzione all’audience (A night in Tunisia, Porgy and Bess, Cheek to Cheek), tutto il resto.

Caine guida il piano come una limousine. Fresu sale, si fa accompagnare qua e là, poi scende si fa un pezzo a piedi. Intanto la limousine magari diventa un bolide o un trattore. E via così.

Il bello di un concerto di Paolo Fresu e Uri Caine, esteticamente parlando dico, tra i due è senza dubbio Fresu. Il brutto invece è Caine che pare un Veltroni coi capelli ricci, però vestito peggio.

Il brutto di un concerto di Paolo Fresu e Uri Caine è che a un certo punto finisce.

segue da un vecchio …

segue da un vecchio post: Francesco Cafiso
Il miracolo della precocità artistica
In un post ormai vecchio di qualche settimana, avevo scritto la mia sull’esibizione sanremese del giovanissimo Francesco Cafiso, il piccolo sassofonista che Wynton Marsalis si è già portato in tour per il mondo. Nei commenti poi, intervenne tra gli altri, anche il babbo di Francesco. Oggi (dopo aver invano atteso che nei commenti comparisse anche il babbo di Norah Jones, anch’ella citata), ci torno su. Dopo aver ascoltato altre registrazioni (scaricatevi gli mp3 da qui, Ornithology per esempio) anche se non ce n’era bisogno. Mi spiego ma consiglio a più interessati la lettura della puntata precedente. I miei rilievi sulla performance dell’Ariston criticavano il suono sovrabbondante dell’orchestra e si auguravano che Francesco non fosse solo un grande acrobata delle scale veloci, ma che avesse dentro anche qualcosa da dire. E io mi riferivo a quella “Cherokee” dell’Ariston, ma la risposta la sapevo già. Teniamo conto che stiamo parlando di un ragazzino di 15 anni: un miracolo di suono, tecnica, gusto. Che il destino ce lo conservi e che il suo mondo lo aiuti a crescere coi tempi giusti. Nessuno vuole che il piccolo riponga il sax per quando sarà più grande. È che siamo tutti un po’ spaventati quando tocchiamo con mano il miracolo della precocità. Spaventati per lui, naturalmente. Dopo aver letto le parole del suo babbo, un giusto mix di orgoglio, impegno, responsabilità (chi fosse padre se le legga), siamo tutti più tranquilli.
E poi chissà… chiudiamo con una battuta, suvvia. Potrebbe anche darsi che tra poco Francesco scopra le ragazze e allora magari addio sax! Mi auguro di no e anche in quel caso mi terrei strette le sue registrazioni.

Risposte ad personam
Al signor Angelo: grazie degli interventi (e dello sfogo), speriamo che questa chiacchierata cancelli la sua cattiva opinione dei blog.

A Diana: non ho scritto “è jazz solo se c’è swing”. Era una delle tante ipotesi di classificazione. Grazie mille per i commenti lunghi e per l’interpretazione delle mie parole. (OT: Ma con tutto quello che una ragazza può sognare di fare con Bollani proprio un duo a quattro mani al piano?)

A Gaia e Yaub: grazie per i commenti.

A me medesimo: il guaio forse è che a me mi ha fregato proprio Parker. O meglio: l’insegnante che avevo allora che mi fece una capa tanta solo di Bird. Suggerendomi implicitamente il messaggio che la velocità di esecuzione fosse un fine e non un mezzo. Ma la colpa era di entrambi: solo un jazzignorante come ero allora poteva scambiare la lezione di Parker con la velocità di esecuzione. Poi un giorno lo mandai a cagare, l’insegnante non Bird, e mi rimisi a suonare il piano. E a chi dovesse iniziare a suonare il sax, vieterei l’ascolto di Parker, almeno all’inizio. Poi si vedrà.



pareri personali

pareri personali
Poi Inter e Benfica, Milano che fatica
Certe volte pensi che Milano verso le 7 del mattino, in primavera, quando le strade sono ancora mute, tra i barboni inscatolati e piccioni che sbadigliano, con una pioggia leggera e fastidiosa che ritma i tuoi passi… ecco certe volte, queste volte, pensi che Milano ha del gran fascino. E forse è perché non ci vivi.
Comunque poi arrivi in ufficio e cambia tutto.



scienza o poesia?

scienza o poesia?
La fetta imburrata, Murphy e la poesia
A causa di un equivoco nato nei commenti a
questo post, mi trovo improvvisamente declinato altrove e ivi inserito in un pregevole dibattito scientifico-filosofico, in cui tutti a turno abbassiamo il capo per evitare di essere colpiti dal moto perpetuo del gatto imburrato che vorticoso ci sovrasta.

preoccupazioni
Di…

preoccupazioni
Diventa anche tu Leghista con l’ipnosi
Ma secondo voi:
se, in assenza di qualcuno, da qualche settimana la scena politica italiana vi pare decisamente noiosa e prevedibile…
se su certe questioni vi trovate sostanzialmente d’accordo con la Lega…
Non può essere che una vecchia audiocassetta allegata a Cuore (come questa qui) stia facendo l’effetto promesso circa 15 anni dopo? Secondo voi mi devo preoccupare?





democrazia, media, p…

democrazia, media, par condicio
Osservazioni in merito agli osservatori (e baci annessi)

Curiosando tra gli accessi di BURP! (monitorati da ShinyStat Free) ogni tanto mi chiedo chi diavolo possa essere quello che si collega dall’Olanda o dalla Scozia. Mistero, ma non è di questo che volevo scrivere.
Apro una parentesi: (Mistero più fitto ancora quello dei refferrers. Che, se non ho inteso male, sono le espressioni cercate nei motori, attraverso le quali uno capita qui o altrove. E prima o poi qualcuno mi aiuterà a capire se si possono vedere anche qui su Splinder e se sì come. Grazie.) La richiudo, torno al tema.
In questi giorni ho visto qualche collegamento effettuato da un provider siglato OSCE. E lì non ho avuto dubbi. Sono i miei amici osservatori che sono sparsi qua e là per il mondo a vegliare sulla correttezza dei media nelle consultazioni elettorali di alcuni paesi dove la democrazia è una conquista recente o precaria (spesso entrambe le cose).
Secondo i miei calcoli ora dovrebbero essere (ma si mi sbalio mi corigerete) in tre paesi: Skri Lanka, Macedonia e un altro paese africano che ora mi sfugge. Così mando loro un bacione (vien facile che son anche tutte donzelle stavolta) e un augurio di buon lavoro e tranquillità.
Se qualcuno per caso se lo stesse chiedendo: ma com’è che da questo posto “esportiamo” gli osservatori in tutto il globo? Beh, perché in questi ultimi dieci anni si sono fatti una certa congrua esperienza. E poi perché, intendiamoci, noi di “osservatori” non ne abbiamo granchè bisogno.
Che la democrazia è ben salda, i media sono liberi, il conflitto di interessi è risolto e la par condicio è una legge-bavaglio.






cambi di stagione: b…

cambi di stagione: buoni propositi
“Basta seghe! È primavera”
Eroico (e malizioso) titoletto del Manifesto di ieri per una lodevole iniziativa dei Verdi milanesi.
L’ANSA, sfumando il concetto, conferma.
Buona primavera a tutti. E W gli alberi.