addi: questioni di s…

addi: questioni di stile

Il silenzio del Pantadattilo e il frusciare degli avvoltoi

La “polverina bianca sul comodino” è già saltata fuori. Presto compariranno le “donnine allegre”.
Io oggi ho letto solo Gianni Mura. Che mi par dica quel che c’è da dire senza nascondersi dietro pietismi inutili, senza condanne, senza assoluzioni. Con tutta l’umanità, la grazia e la misura di cui nei prossimi giorni sentiremo il bisogno.


lavoro: differenze d…

lavoro: differenze di genere
Che colpa ne ho io se ‘sta macchinetta lo fa bollente
che ci vogliono almeno 15 minuti prima di poterlo bere?

Ora ci manca pure che ci levano la
pausa caffè. (Solo agli uomini poi, chissà perchè…)




stili di vita e di l…

stili di vita e di lettura

I tempi del quotidiano

La cognata di una mia collega (trentenne circa, milanese, un lavoro, mica un altro pianeta insomma): “Ah, io e mio marito il quotidiano ce lo compriamo solo il lunedì, poi lo leggiamo durante la settimana (prevalentemente in bagno, precisa lui) e così per domenica l’abbiamo finito.”

 

L’altra settimana all’edicola:

Edicolante: Signor Mario, guardi che duman ghe ‘l scioper d’i giurnal?*

Pensionato: Orpo, allora oltre al Corriere che mi dia anche La Stampa, che così anche domani ho da leggere.

* Coloro che sanno scrivere il dialetto milanese perdonino (e suggeriscano magari la corretta traslitterazione).



nuovi mestieri: il t…

nuovi mestieri: il titolista di inediti

Viaggio a la portoguesa

Sono in treno senza biglietto e quando parte la musica scorgo il controllore che si avvicina e mi muovo furtivo di vagone in vagone, fingendo indifferenza ma in realtà sorvegliando con attenzione il suo movimento obliterante in avvicinamento.
Tutta la necessità di questa spiega verrebbe meno se il pezzo lo si chiamasse “Mio Dio, il controllore!” in portoghese però, che ora francamente mi sfgugge.

Grazie esimio M.stro Stefano Bollani.
…ehi c’è nessuno là fuori che ha ascoltato Caterpillar fino all’ultimo minuto?!?




omonimie …

omonimie

Cesare Battisti (l’altro) e lo sputo della Nonna Temporale

Ora, che ce ne sia un altro io lo scopro dai gionali e poi ne leggo qui e qui. Fino all’altro ieri per me Cesare Battisti era quello delle vie e del racconto di mia Nonna Temporale. Battezzata così per via di alcuni rumori simil-petardi che deflagravano sovente da tergo sotto le sue enormi gonne, Nonna Temporale era solita rivolgermi frequenti inviti a un comportamento più educato (”Nein, zaltare zui letti!, Nein naskondere kiafe de la ficina di kasa!”), spesso aiutandosi con un antico attrezzo ligneo chiamato “la palota per la polenta”, che un dì si ruppe proprio sul mio groppone. (Era legno marcio, ne ridemmo tutti quanti.)
Detta Nonna mi narrava talvolta di quando bambinetta fu condotta a Trento a sputare sul cadavere di tale Cesare Battisti. Non ebbi mai il coraggio di dirle quanto razzolava male, che sputare sui morti non era cosa educata. Che ci volete fare, non era kattifa, era solo austriaca.


prospettive future …

prospettive future

Re Ragù e i cavalieri della tavola calda
Questa mi è venuta pensando al weekend che mi aspetta: sono di corvee. La regalo a chiunque ne voglia fare il nome di una neonata trattoria.

adv: spot e bimbi …

adv: spot e bimbi

“Il paradiso è quel posto dove si beve sempre il caffè”

Rafforzatami l’anima con un enorme piatto di pizzoccheri, ieri sono andato a un convegno sul tema “Bambini e pubblicità”. (Burp! ne ha già scritto qui.)
Ho scoperto che i bambini di 5-13 anni passano davanti alla tv ben un terzo (29%) del loro tempo libero (quantificato in circa h 4.30’). Studiare 16%, giocare dentro casa 12%, giocare fuori 16%, videogames 3%, giornalini 1%, libri 1%, poi mi son fermato. Vagamente preoccupato. A dissipare le mie ansie, il signor Doxa ha precisato che è l’identica quota (consumo di tv/tempo libero) di noi adulti. Non mi sono per nulla tranquillizzato.
Poi, man mano che i relatori si susseguivano, i pizzoccheri prendevano il sopravvento. Alla terza ripetizione della battuta sul professore di filosofia utilizzato come testimonial per i pannolini, stante il divieto della Gasparri) mi sono imbozzolato in un piacevole visionario torpore. E ho sognato nell’ordine:
– Neonati volanti con il basco del Che
– Bimbi corti e messicani che inscatolano aeroplani
– Bimbi miopizzati dal gameboy (e non più dalle sane pratiche muscolari di un tempo)
– Una pletora di signori eleganti che torturavano Gasparri (duole dirlo, ma stavolta incolpevole)
– Una progenie di bimbi elettrici clonati che invadeva la sala lanciando merendine ai presenti
YAWN…
Mi ha svegliato, proprio in chiusura, con lo stesso effetto di una stalagmite di ghiaccio nel coppino, la battuta (?) del presidente di TP su un eventuale frate pedofilo in una fiction tv.
Su Italia Oggi trovate un pezzo più serio di Federico Unnia che era presente al convegno. Ma non ai pizzoccheri.
Il titolo del post è la ovvia risposta di un bimbo di 4 anni alla domanda “Cos’è il paradiso?”.












bambole …

bambole

“Altri vestiti nuovi? Basta, tra noi è finita”

Dopo ben 43 anni di fidanzamento (o matrimonio?) Barbie e Ken si mollano. Si sa che l’orientamento sessuale di Ken è sempre stato un tema parecchio chiacchierato. Oggi un mio collega gay a cui ho riferito la notizia ha detto “Wow, sarà felice Billy” (spiegandomi che Ken ha sempre avuto questo amante molto prestante). Direi che per saperne di più potremmo chiedere ai ragazzi di Tom (di cui mi sento di consigliare la lettura anche per un sacco di altri motivi).
Al di là del possibile outing di Ken, credo che chiunque prima o poi si sarebbe stufato di un’anoressica con le tette a punta che da anni non fa altro che cambiarsi d’abito. Per non dire della gelida impenetrabilità del suo sguardo. E qui, elegantemente, mi fermo.


affari: provincialis…

affari: provincialismi

“Il mio falegname con 20.000 lire te la faceva più bella”
A volte mi interrogo sulle ragioni di questo pendolarismo che mi ha spinto a trascurare il lavoro che può emergere qui in provincia. Poi capita che ho un contatto plausibile qui in zona e faccio un preventivo per una brochure. E quando il tipo ti risponde che la cifra è alta e che si aspettava “meno della metà, che poi è il prezzo che mi farebbe il mio tipografo… e poi scusi, cosa vorrebbe dire la voce creatività?” mi viene in mente inesorabilmente la battuta che Giovanni dice in “Tre uomini e una gamba” soppesando l’opera del Garpet.

tempistica
Mani-r…

tempistica
Mani-rigore-batto!
Non per fare a tutti i costi gli sboroni, ma la notizia che il Coriere della Sera spara in pagina ieri sul tipo che si è prescritto un mese di solo McDonald’s BURP! l’aveva ripresa parecchi panini fa.