rock: ricorrenze e l…
rock: ricorrenze e lacune
Cantava da dio. Anche se era già morto.
Ci sono quelle lacune culturali che ti porti dietro per anni senza mai trovare la forza di metterci una pezza. Bene, il pezzo (dal Foglio) di Stefano Pistolini sul decennale dell’apparizione italiana di Cobain & c. me ne ha colmata una grave. Ora, se si capita sull’argomento, posso anche far credere che a quei tempi ero ancora abbastanza giovane e abbastanza ribbelle da seguire i Nirvana. O per lo meno da sapere chi fossero, da dove venivano, cosa rappresentavano, che pezzi fecero in tv a Tunnel e su quale pianeta stava già da tempo il loro unico lume creativo.
Da Rolling Stone, invece, apprendo che www.nirvanaclub.com ha reso disponibili nove pezzi di un loro concerto del 1987.
(neo)scrittori e mon…
(neo)scrittori e mondo letterario
“Uno sclittole tuto nudo? Favolile passapolto, plego!”
“…fate conto di svegliarvi di colpo, senza documenti o uno straccio addosso, sulla piazza Tienanmen di Pechino all’ora di punta, senza la più pallida idea di come ci siete arrivati. Il minimo che si può dire è che provereste una sensazione di disagio. Siete nudi e non avete documenti (dove potreste averli messi, dato che siete nudi?): quindi nessuno di quelli che avete intorno ha la minima idea di chi siete e da quale nazione, magari ostile, venite. Devo aggiungere, per chi non sia ancora abbastanza spaventato, che vi trovate in uno stato di polizia in cui i documenti, i certificati e i bollini di conformità sono vitali.”
Qui un godibilissimo pezzo di Tullio Avoledo “Impressioni di viaggio nel mondo letterario”, che riprendo da Yaub, dove vi consiglio di recarvi per leggere altri commenti in proposito.
primarie: è cornuta …
primarie: è cornuta la vedova Heinz?
“Del ketchup ne avevo abbastanza!”
Dovrebbe suonare più o meno così, secondo noi, la parziale discolpa che Kerry fornirà agli USA e al mondo quando lo avranno beccato con le mani nella marmellata.
zio burp vi cerca il…
zio burp vi cerca il lavoro
Autorevole testata mensile cerca correttore bozze
Non me ne vogliano alla redazione di “Rolling Stone” ma è l’animaccia del correttore di bozze che abita in me (quello “spirto pignol ch’entro mi rugge”) a suggermirmi di spingervi a mandare in redazione i vostri cv. Qui una brillante collaboratrice (nonché blogger) nota come dal suo pezzo siano spariti virgolette e corsivi, il pezzo su Joss Stone non ha l’ombra di una È maiuscola (alt+022, ragazzi, prendete nota) e nel pezzo su Parco Lambro (bellissime le foto e anche il resto) ogni tanto qualcuno si è fumato una riga intera. E se è vero che “tre indizi fanno una prova”…
Insomma, va bene essere alternativi o praticare qualche negligente vezzo rockettaro, ma il mio edicolante, cordialissimo ancorché milanista, non è in grado di dirmi quanto fa 2,50€ meno le righe mai stampate.
libri: Mordechai Ric…
libri: Mordechai Richler
Solomon Gursky (non) è stato qui
Almeno non ancora. Teniamo intonso in caldo questo librone pervenutoci a Natale. E nel frattempo segnaliamo una recensione sul Foglio di ieri. Se non avete ancora letto il libro, probabilmente non ci capirete una fava. O forse vi invoglierà ad acquistarlo, dato che in Canada sostengono che questo sia il vero grande libro di Richler, non la “Barney’s version” che qui abbiamo invece sentitamente amato.
musica & politic…
musica & politica
Help save the youth of America (and the british Lords too)
Che il buon Billy Bragg fosse uno che faceva politica lo sapevamo dai tempi di Red Wedge. Solo che allora usava la chitarra e ora scrive le proposte di legge: suo un progetto di epurazione degli ultimi membri ereditari della Camera dei Lord. A più tardi per il link dal Riformista di oggi.
UPDATE: ecco qui.
ps: fico il sito, ci sono i testi e pure degli mp3 da scaricare.
cartoon
Yellow no…
cartoon
Yellow nostalgia
Visti e registrati i nuovi episodi dei Simpson. E mentre lo facevo, mi domandavo: ma da quant’è che non vedo una puntata nuova dei Simpson? Ma non è una vergogna? Vabbè che alle 14 non sei a casa ma santo iddio c’è il videoregistratore, no? O è che stai diventando vecchio? Eppure li citi di continuo. Eppure la creatura sa i nomi di tutti i protagonisti tutti e non le ci vorrà ancora molto tempo per associarti a Homer per storie di mancanze qui e di abbondanze là. E che insomma, ti mancano eccome.
E poi ti viene da pensare che i Simpson si guardavano alle 14 in via Cardano, con Beppe, uno lavava i piatti, l’altro metteva il caffè e poi uno sul divano fachiro l’altro sulla sedia chiodata a fumarsi una cicca coi Simpson, prima di separarsi (“Io leggo un po’”, “Buona idea, io studio”) fino al caffè successivo, mentre le formiche ripulivano le briciole sotto il tavolo, i ragni del soffitto si pascevano di zanze e i gatti amorosi riempivano il cortile di soffi e graffi, il basilico germogliava lieto nel minigarden sopra le fogne spagnole e quel portone di legno massiccio in fondo al cortile ci riparava dal mondo presente e futuro.
Già. Deve essere per questo che non ho mai più registrato le puntate nuove.
colleghi e/o lettori…
colleghi e/o lettori
Gente che va, gente che viene
Quando è nato BURP!, c’erano alcuni validi motivi perché il neonato blog non vagisse il suo verbo pubblicamente anche all’interno del mio posto di lavoro.
Il primo era tenermi aperta la possibilità di dire pane al pane sui miei cazzi amari lavorativi al riparo da orecchie indiscrete. E come motivo resta valido: è accaduto, ricapiterà.
Un altro era quello di cercare lettori diversi dai colleghi, anche e soprattutto per non diventare argomento da pausa caffè. E resta valido anche questo.
Però mi seccava non dirlo neppure a quel manipolo di colleghi e colleghe che, sapevo, l’avrebbero compreso e apprezzato. Così, oggi che faccio ciao ciao col fazzoletto a un paio di persone che vanno a lavorare altrove (una ragazza bionda e un ometto col pizzetto), il mio umore è rasserenato da questa idea: oggi perdo due colleghi ma forse guadagno due lettori. Forse.
Che poi è sempre la solita storia: c’è grossa crisi e l’emorragia si porta altrove sempre quelli bravi e simpatici. O quelli coraggiosi? O incoscienti? Un po’ di tutto, direi, ma questo è un altro discorso.
si sbagliava da prof…
si sbagliava da professionisti
Procurato aborto per il jazz in città
Un pazzo o un genio aveva deciso di ospitare nel suo locale una serata settimanale di jazz in questo cimitero di nebbia che è Pavia. Dopo aver dichiarato di voler investire fino a maggio senza curarsi dei risultati (questo mi faceva propendere per il genio), dopo tre mesi di programmazione coi naturali alti e bassi in un locale che ovviamente conservava anche i suoi buttafuori microcefali all’ingresso, le feste latine e l’andrivai giovaniluversitario, non ha retto il banale pareggio dei conti nella sera in cui ospitava un nome che avrebbe dovuto garantirgli un pienone e lauti incassi. Da lì poi cose brutte e scazzi di litigi e mancati pagamenti, il tutto spruzzato di alcol, troppo.
Quanto a te, sprezzante sgarzola alla cassa che mi hai scucito 20 euri (che non stanno né il cielo né in terra ma soprattutto non stavano su nessuna locandina: imboscata!) e me li hai scuciti dicendo “è Paul Jeffrey, è negro, è americano viene una volta l’anno”, per stavolta – segnatelo – ho deciso di lasciarti in vita. E non per quell’ippopotamo tatuato che mi soffiava sul collo mentre te la menavo sempre meno convinto che ero amico del tale e del tal’altro…
E comunque non era vero amore. Era una fecondazione artificiale, d’accordo. Solo che, porcomondo, coi tempi che corrono è così difficile ingravidare un locale con della musica sana e viva…
di tutto un po
di tutto un po’ (senza neppure i link, che vergogna)
Arretrati rovesciati qui direttamente dallo zaino
Se avessi trovato il tempo avrei scritto di un po’ di cose.
L’addio all’autore di Dadaumpa, le performance di Stefano Bollani a Caterpillar, come spendere 20 euri per un concerto jazz e farsi girare i maroni a mille (update: post bell’e pronto), ma quant’è bella Diane Keaton (ehi, è un gorilla o un Edipo quello che hai sullla spalla, fratello?) e da grande voglio fare il Jack Nicholson, gli scrittori italiani e il jazz (dal Messaggero), il nuovo blog di Lia Celi (chi ha Cuore non se la dimentica), “La lingua italiana e i mass media” (un libro dal Sole 24 Ore), i libri a -30% che mi sono comprato in C.so Buenos Aires, la creatura che mi ha chiesto il verso dell’aragosta e l’imitazione del calamaro, la visita al mio asilo a 30 e passa anni di distanza (uguali solo i serramenti e le suore, queste ultime meglio tenute), il concerto di Silvestri ai Magazzini (ah, le magie della radio), La Talpa e Bisturi che non ho visto, Scrubs che trovo geniale e Boomtown pure, le nuove puntate dei Simpson… già ma quelle direi che meritano un post a parte.