balanceTutte e tre è…

balance

Tutte e tre è un casino
…che poi nella vita uno: o lavora, o legge i blog degli altri, o tiene vivo e vitale il suo di blog.

libertà di espressio…

libertà di espressione, di manifestazione, di strumentalizzazione
Bambini, giù quei cartelli o siete in arresto
Leggo qui e mi tranquillizzo: non sono a rischio per ora le sfilate delle maschere a carnevale e nemmeno i compleanni da McDonald’s.
Sfiorato da un minimo dubbio, lo cancello apprendendo che il Moige plaude e sostiene la proposta di legge.
In effetti, ora che il girotondo e il triciclo sono diventate occupazioni per gli adulti, mi pare giusto che i bimbi li teniamo in casa a rincoglionirsi di tv e playstation.





digestioni discusse …

digestioni discusse

Mumbling on my own

Il cdr di BURP, riunitosi in seduta plenaria con la divisione marketing e il dipartimento “tempo-libero”, in uno sgabuzzino davanti a uno specchio, sta sviluppando una seria e documentata riflessione su modi, tempi e finalità del blog che state leggendo. Ci impegnamo a tenervi aggiornati sulle novità ed eventualmente, una volta elaborate non più di 2/3 mozioni d’ordine, aprire una sana e democratica consultazione istantanea.

weekend: attività al…

weekend: attività alternative

Volete mettere con tre post e due commenti?
Io nel weekend ho sempre bloggato un pochino, recuperando gli arretrati tra appunti, floppy, fotocopie e postando nella quiete relativa del sunday morning alla mesta velocità di 56k. Ma ci sono un sacco di altre cose che si possono fare nel weekend. Una di queste è allontanare dai fornelli tutte le femmine di casa, assumere con piglio decisionista il comando delle operazioni, scegliere la musica adatta (è toccato a Skin e gli Skunk), spararla a palla dalle 9 a mezzodì (fottendosene del vicino stronzo) e preparare svariate dosi dei seguenti elementi, nell’ordine:

ragù di carne (special edit, con salsiccia aggiunta)
brodo di carne (versione deluxe, con biancostato)

minestrone “saltatempo” (al presente si configura come tale, ma il suo futuro può essere il passato).

Indi congelare il tutto in pratici contenitori da spacciare ad amici e parenti e rimanere in attesa della standing ovation.

fonti: new entries

fonti: new entries
Punto.com + Europa

Di Punto.com abbiamo parlato spesso su questi schermi. Un po’ perché ci faceva piacere salutare il ritorno di una testata che si occupa solo di comunicazione, un po’ perché ora è gestito da una coop di giornalisti (pare) indipendente e non ha troppi peli sulla lingua, un po’ perché ci piace assai la “Rassegna stramba” di Alessandra Lucarini e le sue analisi dei settimanali. Il sito è in costruzione, ma vi si trova (in pdf) il giornale del giorno precedente. Non è un granché ma è meglio di niente.
Di Europa, invece, non abbiamo ancora accennato: è il quotidiano della Margherita. Confessiamo che non è che proprio se ne avvertisse l’esigenza. Però è sempre una fonte in più. (Per esempio qui c’era un pezzo interessante sul mestiere di traduttore, che abbiamo rapidamente segnalato a chi di dovere.)


letture utili & …

letture utili & dilettevoli

C’era una volta un libro

Questo libro e questa signora mi incuriosiscono moltissimo. Passo parecchio tempo con loro in questi giorni. Ne parleremo

 

 

segnali dall’alto …

segnali dall’alto

Non avrai altra radio all’infuori di me

Ieri, ore 18.20, Milano, Stazione centrale. Salgo sull’interregionale, sgomito e combatto la quotidiana guerra per un sedile. Ho Caterpillar nell’auricolare ma in stazione la ricezione è disturbatissima e precaria. Poi sento un fort BZZZ, un’apparenza di lieve scossa dentro il timpano. La radio si spegne. Pile scariche, penso. Mi siedo e sistemo le masserizie. Sospiro mentre il vagone si pigia di umanità alla rinfusa. Riaccendo la micro-radio e sussulto: tutte le mie 20 emittenti in memoria sono scomparse. Al loro posto, solo una voce maschile nitidissima che mi dice del peccato e della redenzione. Cosa significa? È accaduto ad altri, spero. O è un messaggio in esclusiva per me?

Fine di una storia: lettera d’amore e di…

Fine di una storia: lettera d’amore e di addio
Mia amata Lady Sweet,
le nostre strade stanno per separarsi. Quando ci incontrammo, era il ’99, ti feci un voto di fedeltà assoluta, di complice dedizione. Tu, muta, annuisti. Firmai un assegno e fosti mia.
Il contatto con te mi dava i brividi. Non ero bravo, lo so, ma volevo diventarlo. Da giovane ero stato per 4 anni con una tua cugina minore giapponese, ma poi ci eravamo lasciati. Poi, la castità assoluta per un intero biennio.
Tu m’incantavi: solo a guardarti, sinuosa e inerte, fremevo. Tenerti in braccio e cullarti, scivolare le dita sulle tue forme, accostare la bocca a te, sentire la tua voce lievitare, schiava della mia bocca, respirare dentro di te… Era vero amore. E cresceva.
Poi pian piano me ne accorsi. Il tempo passava e tu, tu non godevi, lo so, me ne accorsi, lo sentivo nonostante le tue pietose bugie. E allora io scappai. Scappai via, mi annegai in una tinozza di Jack Daniel, mi stordii con un cargo di PallMall e non funzionò. Ti avevo davanti tutti i giorni, tu e il tuo sguardo muto, tu e il tuo silenzio accusatorio. Così ti relegai nel sottoscala buio e tornai a sollazzare le mie dita con vecchi ottantotto tasti bicolori. E intanto la mia vità cambiava velocemente e, ad ogni nuovo cambio (pendolare, marito, padre), tutti i tempi si contraevano. Così un anno fa, scoprii che non ero nemmeno geloso quando te ne andasti a passare il Natale da un amico, che ti baciò a lungo e a carnevale ti riportò qui. Eri felice da lui? Non rispondesti neppure, sdegnosa.
Ti avevo battezzato con quel nome da film, avevo desiderato essere il tuo crooner, il tuo sublime balladeur. Non pretendevo molto: non avrei insidiato Rabbit, né Bird, né Trane. Volevo che dicessi la mia anima con la tua voce, quella vera.
Oggi o domani ti porto da Gianni, lui ti darà una controllatina agli ormoni, una lustrata e poi ti metterà in vetrina, a brillare.
Non fare quella faccia ora, non storcere il chiver: ormai ho deciso. È inutile ora aprirmi le tue chiavi e promettere nuove umide dolcezze, è inutile stuzzicarmi con la promessa di nuovi e diversi bocchini.
No, non è per soldi che lo faccio. Continuo a volerti bene. E ti lascio perché voglio che tu sia felice altrove. Che i baci di qualcun altro ti facciano davvero sussurrare e gridare per davvero. Con la tua voce migliore. Non quella incerta e perplessa che ho ascoltato io.

Addio, Lady Sweet, goditela. E fatti sentire stavolta.
Zio Burp

Ps: causa mancanza di tempo, disamore e mancanza di reciproci orgasmi, vendo sassofono tenore “S und B” (Germania Est, signori, mica Taiwan…), età 5 anni, usato pochissimo, completo di vestito da sera nero rigido e treppiede da palco (o da salotto).














adv: memorie di uno …

adv: memorie di uno spermino estinto

Modella o non modella, io fecondo la più bella

Dello spermino di Fastweb e della sua campagna bloccata dallo IAP, avevamo accennato qui. Dopo qualche settimana, all’uscita delle motivazioni della sentenza, non c’è molto di nuovo da dire: mancanza di rispetto per la donna ed evocazione di un’inseminazione senza consenso sono i motivi principali della bocciatura. Laura Basili, direttore comunicazione Fastweb commentando la sentenza (leggo da Italia Oggi di qualche giorno fa) nega di aver voluto creare un’antitesi brutto/bello e sottolinea di non aver utilizzato come obiettivo dello spermino trasfuga, “un soggetto femminile paragonabile a una modella” (??!?).
Tutto il resto ci quadra: l’azienda che “rischia” una pubblicità ardita, scommettendo sulla risposta del pubblico e sull’eco sui media (contro la tempestività di un’eventuale sanzione), le lacrime di coccodrillo postume a sanzione avvenuta (lacrime temperate dalla crescita di notorietà della marca: +5%). Insomma è tutto secondo la tradizione. Tranne che la signora Basili voglia prendersi gioco della nostra intelligenza (e dei nostri ormoni), perché pareva ovvio che la scelta dello spermino fosse guidata da un criterio estetico netto (e anche condivisibile).
E proprio qui, dentro questa scelta, stava uno dei nodi che lo IAP ha sciolto. Cassando.



zio burp per il soci…

zio burp per il sociale: pagare per scrivere

Ecco 1.000 copie della mia interessantissima autobiografia…

In data 14 gennaio Il Giornale ha pubblicato su doppia pagina un’ottima inchiesta di Francesca Amè e Paolo Bianchi intitolata “La grande illusione del romanzo fai da te – Rischi incognite e trabocchetti dell’editoria a pagamento”. Utile casistica con nomi, cognomi, indirizzi e prassi da sconsigliare a chi cerchi un editore. Se avete ambizioni letterarie nel cassetto, guardatevi dai pescecani che, come tutti i pescecani, fiutano il vostro sangue e lo trasformano in euro sul loro conto.

La testata non ha un sito e dunque i pezzi non sono on-line. Siccome mi pare poco carino che dei consigli utili si perdano via così, nel cestone della carta da riciclo, chi è interessato si faccia vivo che glieli spedisco volentieri.