radio: tutti i maled…

radio: tutti i maledetti giorni feriali
Buon volo al Condor
Da lunedì 12 gennaio su Radio 2, dalle 11 alle 12, parte Condor, la nuova trasmissione di Luca Sofri dopo la fine del ciclo di “Ogni Maledetta Domenica“. Il titolo viene da “I tre giorni del Condor” (1975, di Pollack con Robert Redford e Faye Dunaway invischiati in una tesissima spy story). La trasmissione mirerà a dare risalto e suscitare dibattito sulle notizie meno battute dai media (in questo sembra continuare il lavoro di OMD o forse meglio ancora di Wittgenstein).
A giudicare dalla mia fonte (rubrica RadioLine de Il Giorno di oggi p. 40, a cura di Chiara Di Clemente, non on-line) gli argomenti e il tono dovrebbero tendere più verso il serio che verso il frivolo-curioso. Intendiamoci: in OMD gli aspetti c’erano entrambi e ci stava bene. Ma questa poi è solo l’impresssione che traggo io da un articolo che tra l’altro ora che ne scrivo da casa non ho più sottomano.
Ah, dimenticavo: va in onda da lunedì a venerdì. Quindi attrezzatevi per seguirla sul posto di lavoro. Io ho già pronta “Potemkin”, la mia fedele microradio uso orale.




dell’eterna lotta de…

dell’eterna lotta dell’uomo contro le giornate di 24 ore
Se potessi avere… un paio d’ore al dì
Non fa rima ma qui non serve. Non è di rime che siamo ghiotti ma – come al solito – di tempo.
Così ci limitiamo a fare l’elenco delle cose di cui vorremmo scrivere: una tesi di laurea che compara il linguaggio del Foglio a quello del Riformista, la strocatura del pianista Stefano Bollani sul Manifesto, il nuovo libro di Roberto Gorla sull’adv, il racconto inedito di Lansdale che ho trovato in rete, il prete concorrente nel nuovo GF, l’attesa degli inglesi per Pop Idol (il reality show con i politici) e naturalmente il Sanremo che verrà e quelli che non andranno nemmeno al controfestival di Mantova.
Non è che si batte la fiacca insomma, anzi: qui si mette del gran fieno in cascina.
Speriamo solo che non vada a male.






arretrati
Train b…

arretrati
Train blogging
Ci saranno sì, anche i blogger hi-tech che bloggano dal treno con notebook fichissimi.
Io no. Io mi porto il mio fascicolone di fogli e leggo.
Sì, perché tra le tante cose che ci attendono al rientro al lavoro da quest’anno c’erano anche i blog. Il mio, quelli di amici & conoscenti, quelli linkati, quelli solo tenuti a mente, l’universo blog insomma. Così il sottoscritto, che ogni santa giornata si stampa su carta la sua personale selezione da leggere comodamente su uno scomodo treno ieri ha fatto lo stesso.
E ne aveva una di ben 84 pagine.
Verdana, corpo 10.







rientri: colonna son…

rientri: colonna sonora
Waltz for a future movie (Enrico Pieranunzi Trio)*
Solo l’immensa malinconia di un pianista coi controcazzi può temperare l’immensa malinconia del sottoscritto nel riprendere posto in questa metropoli gelata, in questo scranno instabile, di fronte a questo video vacuo, con tutta questa carta arretrata da maneggiare e tutto questo piombo da scorrere.
[…]
Ecco ora che il pezzo è finito, sono in frantumi.
La prossima volta, giuro, metto la canzone di Cocco & drilli o la sigla dei Teletubbies.
* il brano si trova su Winter tales – Live at Umbria Jazz, ma io lo godo dal cd Top Jazz 2003 del periodico Musica Jazz.







biglietto d’auguri (auto)riciclato …

biglietto d’auguri (auto)riciclato

Clicca qui per un SantaClaus tradizionale: in barba, ossa & renne… mio dio quant’è banale!

Clicca qui per un tecnologico SuperSantaClaus: che sconfigge i cattivi e consegna regali a colpi di mouse!

Clicca qui per la morbida Samantha: guepiere scarlatta, barba posticcia, non certo una santa!


E se quando clicchi non accade nulla, allora riprova.
Ma stavolta tieni gli occhi chiusi.


Tanto natale e tanto anno nuovo a tutti coloro che passano di qui.

Questo messaggio aderisce alla campagna planetaria per gli auguri leggeri Light Christmas Card – Click on Your Mind

Sì, lo so, alcuni di voi questo mio biglietto l’hanno già ricevuto via e-mail un anno fa. Ma il suo senso resta valido e il contenuto mi piace ancora. E poi su BURP! era inedito. E poi stavolta è mancato il tempo per inventare qualcosa di meglio. E poi riciclare è sempre consigliato e poi del maiale non si butta via niente. E poi basta insomma: auguri.

Salvo imprevisti, BURP! riprende nel giorno in cui calze e scope riacquisteranno le loro rispettive tradizionali funzioni.












letterina nuova …

letterina nuova

Caro Babbo Natale,
due anni fa ti chiesi un fegato nuovo per Marco. L’anno scorso uno stomaco nuovo per il babbo.
Lo so che non era facile, il tempo era poco e troppo rapido, non voglio star qui a riaprire quella polemica, ne abbiamo già parlato e ora ne stanno parlando i nostri avvocati.

In attesa di vederti alla prima udienza, volevo dirti che per quest’anno ho la fortuna di potermi accontentare del solito libro o del solito cd.

 

Senza rancore, buon lavoro

Zio burp



a fari spenti nella …

a fari spenti nella notte (in bici)

Dieci anni di meno

L’altra notte, tragico rito della cena aziendale, rito abbruttito dalla povertà dei cibi, ma rallegrato dall’abbondanza alcolica. Rifiuto cortesemente l’ospitalità all’ora del dopo-carosello di gentilissima collega con famiglia e figli. Assecondo invece giovane collega vistosamente ebbro che mi sprona a restare al grido di: “Sono in bici, ti porto io, siamo vicini”.

Due ore dopo, percorro la metropoli ghiacciata posizionato sul portapacchi del fragile mezzo dell’amico ebbro, stringendo al petto tre inutili pacchettini aziendali, stringedomi alle di lui terga e stringendomi i maroni ogni volta che una macchina sfrecciava troppo vicino.
Molte volte temendo di morire e nel restante tempo ringiovanendo vieppiù.


libro con sorpresa …

libro con sorpresa

Tre anni di meno

Mi arriva a casa un agile libretto di racconti. Me lo manda Energheia, un’associazione culturale che ogni anno indice un premio letterario. Me lo rigiro tra le mani e penso: “Che carini, mi hanno mandato il libro anche se quest’anno non ho partecipato.” Poi sfoglio le brevi biografie dei premiati e… porca l’oca questo sono io. Con tre anni di meno e almeno trenta capelli in più. Evidentemente hanno ripubblicato la mia vecchia bio di quando partecipai anni or sono. Così, ringalluzzito dall’improvviso ringiovanimento, cerco tra i racconti e ne trovo sì uno mio, di cui mi ero assolutamente dimenticato. (Per chi avesse la ventura di possedere il libretto, si intitola “L’ultimo volo”.)

Lo rileggo e ci ragiono. Non sarà un caso che da quando ha aperto BURP!, il titolare non ha più scritto un racconto intero ma si è fermato alle scalette?

In questi tempi precari, pare brutto rinunciare così a priori a una possibile (?) carriera (?) nella narrativa (?), no?

Attenzione, non parlo solo di tempo (blog = un impegno in più, quindi meno tempo per scrivere altro). Parlo anche di metodo: procedimento creativo, rapidità, stile, e tutto quanto differenzia una generica blog scrittura da una generica scrittura narrativa che ha l’unico fine di raccontare una storia nel modo migliore che la storia stessa ti suggerisce. Uhm… qui la vicenda si fa intricata…
Il dibattito è aperto ma, mi rendo conto, il panettone incombe.


giuste censure &…

giuste censure & amorose cesure
“A fa’ la maiala al Bagaglino un ti ci voglio mi’a”
Sembra che tra i motivi della conclusione della love story tra Cecchi Gori e Valeria Marini ci fosse il desiderio dell’attrice di riprendere la sua carriera artistica. Desiderio, quest’ultimo, fortemente osteggiato dal fidanzato. Al quale va comunque il nostro sincero ringraziamento per averci almeno provato. Valeria, ti auguriamo un prossimo amore gelosissimo di te e di tutte le tue doti (comprese quelle artistiche).



cinema, tv, musica e…

cinema, tv, musica e rissunti. E qualche lacrima
La meglio tv. E il suo orribile riassunto
 

Io “La meglio gioventù” al cinema non lo vidi. E così mi tenni a distanza di sicurezza dai commenti scritti e chiacchierati. Quanto bastava per capire che era da vedere, quanto bastava per non farmi spifferare “chi era l’assassino”, insomma.

Così me lo sono goduto (?) in tv, in 4 sere diverse, con tempi lunghi, interruzioni pubblicitarie, imprevistucci vari ecc.
E con il riassunto delle puntate precedenti, come in ogni fiction tv che si rispetti. Che era orribile: piatto, mal recitato, inadatto, impreciso. Con una voce femminile fuori registro, con una scelta di termini piatta che più piatta non si può. Voto al film 8, al riassunto 3.

Segnalo un bel pezzo del Riformista e alcune interessanti considerazioni di ThePetunias (ma come ti si linka solo il post?).

Concordo con The Petunias che una delle cose più azzeccate del film è la sua colonna sonora. E anche per questo è meglio vederli al cinema i film. Perché lì sì che quel bandoneon è una lama improvvisa. Lì sì che gli strings orchestrali sono una mano lenta che ti strizza i bulbi oculari.

E poi in fondo è molto più emozionante piangere al cinema, al buio, tra i singulti strozzati di sconosciuti, che strizzare i cleenex sul divano di casa.