senza (altre) paroleMa che mondo di merdaSei…

senza (altre) parole
Ma che mondo di merda
Sei una ragazzina, hai 14 anni, sei in casa tua, spegni la tv, ti alzi, vai al balcone a guardare il cielo e ti becchi due pallottole in faccia.
Fine.




libri: Lansdale, un autore western …

libri: Lansdale, un autore western

Train losing & book finding

Più che una nuova moda, la prima è una costante di alcune mie albe. Arrivi tardi, vedi un paio di lucine rosse nella nebbia, capisci che ti tocca l’attesa, l’umanità che albeggia con te già la conosci e te ne vai verso l’edicola. Miii quanti giornali, che palle, sciò, via che mica stiamo lavorando a quest’ora. Passiamo ai libri. Spulci nello scaffale dei Gialli Mondadori e ne riemergi felice brandendo un John Lansdale che non avevi: “Fiamma fredda”. Di Lansdale abbiamo già parlato qui. E andiamo maturando l’idea che tutti i suoi libri, contengano gli alieni, il Klux Klux Klan o l’FBI, siano sostanzialmente dei western. Così quando arrivi nella metropoli la tentazione è quella di cercare il saloon e chiedere “una costata di manzo alta tre dita sommersa da una valanga di patatine fritte”.

Ma i libri servono proprio a quello. A evadere.

“Cappuccio e brioche, grazie” 

ps: ho recuperato l’intervista di Lansdale con Marco Vichi di cui parlavo nel post precedente. Chi la vuole alzi una mail, grazie.


libri: traduttori a sorpresa …

libri: traduttori a sorpresa

C’è da “spostare” un volume: dall’inglese in italiano

Lo sapevate che Francesco Salvi (sì, quello di “Drive In” e di parecchie altre cose) fa il traduttore per Fanucci di classici del noir made in USA? Ora esce “Sparate sul pianista”, di David Goodis da cui Truffaut liberamente trasse un suo notissimo film.

Bene, anche se lo sapevate già, gradirete ascoltare (meglio se connessione veloce, beibi) la sua intervista in data 23-11-03 sul sito di “Tutti i colori del giallo”, pregevole trasmissione di Radio Due Rai.

Occhio che tengono on-line per una settimana solo le due interviste del weekend precedente.
L’altra della settimana, tra l’altro, è con Tullio Avoledo, mica pizza e fichi.


giornali: ritorni con sorpresa …

giornali: ritorni con sorpresa

Punto.com: e una firma che si legge con piacere

Da un paio di settimane è tornato in edicola dopo mille traversie Punto.com, quotidiano della comunicazione. In edicola solo a Roma e Milano (e quivi non proprio sempre, ecco). Non ha (più? Ancora?) il suo web e quindi niente link. Ora, non ce lo siamo ancora studiato bene, ma una segnalazione la spendiamo subito. Si chiama Alessandra Lucarini (mr Google non sa nulla di lei), scrive sulla stampa con uno stile brioso, chiaro e divertente. Non risparmia le frecciatine ma neppure i complimenti. Al lunedì compare un suo confronto incrociato su Panorama/L’Espresso, quasi quotidianamente invece, “Cose di ieri”, breve rassegna stampa dei quotidiani del giorno avanti.

Anche lei evidentemente si legge parecchi giornali, commenta, confronta, elogia, bacchetta. E sicuramente questa attività le viene retribuita. Con lei vantiamo dunque significativi punti di contatto e trascurabili differenze.

tv: reality showDopo Ozzie Osbourne, Casa…

tv: reality show
Dopo Ozzie Osbourne, Casa Pappalardo
Breve panoramica (fonte Ansa) sul fronte parecchio confuso del reality show: novità italiane, il caso russo, i naufraghi di successo.
A settembre 2004, sempre su RaiDue, la seconda edizione dell’Isola dei Famosi: 10 vip + 2 persone “normali”.
Beauty Farm: da febbraio su RaiUno, prodotto da Magnolia, dieci cantanti, ex famosi, rinchiusi in una beauty farm per rimettersi in forma, tra prove fisiche e alimentazione rigida, per prepararsi alla sfida canora che li rilancerà. Dieci puntate, conduce Carlo Conti. Location ancora incerta: in Toscana, Umbria o Sicilia. Il titolo originale del format è, udite udite, “Ricominciamo” (chissà chi canterà la sigla?).
Targato Endemol Italia invece, I sogni di Raffaella (titolo provvisorio) affidato a Raffaella Carrà, sette puntate al sabato sera.
Su Raidue già a febbraio, forse il venerdì, La talpa, una specie di caccia al tesoro in una fazenda messicana. Per la conduzione, si cerca una donna (Ilaria D’Amico, Amanda Lear) ma potrebbe spuntarla Michele Cucuzza.
Sul versante Mediaset, si attende a fine gennaio il GF4, confermata la zia Babi, Barbara d’Urso.
Nuovo format Endemol in primavera su Italia1: si deciderà tra The Bar e The Farm, entrambi della Strix Television (quelli di Survivor). Nel bar, i vip serviranno ai tavoli, faranno spettacolini per gli ospiti e laveranno i piatti. Per la conduzione circola il nome di Daria Bignardi. Più dura invece la vita per i concorrenti di The Farm (la universalmente nota Paris Hilton sta partecipando alla versione Usa) : celebrities riportate indietro di 150 anni e costrette a vivere in una fattoria priva di acqua calda e di elettricità.
Intanto in Russia, su Tnt, è partito Golod (fame, in russo). Dodici giovinotti ambisessi fra i 20 e i 28 anni, tutti senza soldi, e ignari di una sola parola di tedesco abitano in un container a Berlino. Ogni giorno due di loro escono per cinque ore in città per guadagnare dei soldi al fine di poter comprare da mangiare. Picco di audience la scorsa settimana quando due ragazze, invece della solita elemosina o di qualche altra occupazione improvvisata hanno fatto ricorso al mestiere più antico del mondo.
Walter Nudo, rilanciato dal successo sarà protagonista in Incantesimo 7 (questo davvero non sappiamo cosa sia), mentre il buon Pappalardo sarà il protagonista di Casa Pappalardo, nove puntate da sabato 29 novembre su Raidue alle 18, con la moglie Lisa e il figlio Laerte.
Non so voi, ma a me con tutto ‘sto vippaio mi sorge un urlo: Ridatece Taricone! Che non ci sono più i reality show di una volta, diamine.












BlogFest: tardivo post“Uffi, ma non hai…

BlogFest: tardivo post
“Uffi, ma non hai scritto nemmeno i nooomiiii”

Mi scappa un ultimo (?) post sulla BlogFest, due parole ma giusto due sulle persone che erano con me. Di Alessandra e Max non posso dire nulla di conciso dal momento che li frequento dall’alba degli anni ’80. E direi che basta. Di Matteo vorrei menzionare la “My way” intonata sulle scale all’uscita: caracollante, baritonale, etilica. (Ale, ma sta bene? Sì, certo figurati…) Di Claudio vorrei menzionare le 4 brevi chiacchiere sulla blogosfera che abbiamo fatto, e le 4 sigarette che le hanno accompagnate (erano le sue).

Trattasi di non-bloggers aggregatisi per accompagnare il sottoscritto NIP (not important blogger, ho scoperto che si dice così) al suo debutto in società, e per vedere da vicino i VIB (very important blogger). Tutti quanti si sono divertiti e mi hanno raccontato di come gli sia parso semplice in quell’ambiente conoscere nuove persone e socializzare. Dato che loro sono assai più socialmente nottambuli di me, il loro parere pesa più del mio.

Però chiariamoci: mi guardo bene dal generalizzare e dire che i blogger sono una tribù sociale e altri fasci di erbe simili. Quella sera lì, in quel posto lì era così. Ed è stato bello.

Ora però, giriamo pagina e torniamo a postare qualcosa di meno autoreferenziale. Già, ma cosa?


robe da tramandare ai posteriBlogFest, the…

robe da tramandare ai posteri
BlogFest, the day after

Il titolare qui ha passato davvero una bella serata. Grazie Gianluca. Ma poi si è levantato alle 7 con una corposa risacca alcolica. Seguono i primi commenti del day after, scritti sulle macerie dei ricordi disponibili una volta levatosi alto il fumo dell’alcol. Chi non c’era perdonerà l’eccessiva autoreferenzialità. Chi c’era non mi perdonerà nulla, lo so.

Noio volevuam savuar

Parto per la metropoli con Max, amico non blogger. Io ho la cartina di Gnu, stampata male. Lui ha una mappona extralarge, precisissima, ma a occhio e croce dei tempi di Facchetti. Zona individuata, ricerca parcheggio espletata. Consultiamo le mappe, proviamo con la logica, la geometria. Nulla. Proviamo con la retorica: chiediamo ai passanti. Incontriamo alcuni stranieri e una pazzoide logorroica che non ci è di nessun aiuto. Incrociamo telefonate di coordinamento con gli altri amici che troveremo sul posto. Pausa caffè in una candida latteria heavy-metal. Il cerchio si stringe. Eureka. Ci giravamo intorno a vuoto. Svelato l’arcano: via Salina ha il fondo chiuso. Ma ai tempi di Facchetti evidentemente no. Entriamo.


Il tubo catodico falsa un po’ tutto, si sa

Mentre ci accodiamo per badge, maglietta e free drink passa Luca con un’iconcina di Daria. Deve essere la copia da asporto. Non riesco a credere che quella vera sia così graziosamente tascabile. (In altre parole, in tv sembrava più alta. Luca invece è uguale sputato a come è in radio.)


Radar, scanner, sonar: tutto su on

Accendo gli strumenti di bordo e valuto l’ambiente. Musica bassa, finalmente sovrastata da un’infinità di chiacchiere e saluti. Ambiente vario: giovane e giovanile, c’è il pischello pircingato, il barbudo intellettuale, zero cravatte, qualche matusa con l’aria saggia. A Max non sfugge nulla: mi fa notare che le donne sono in tragica minoranza. Non fo in tempo a rispondere che lui già attacca bottone con tre ragazze non blogger: Susanna, Paola e Marcella. Simpatiche, incuriosite.


Ditelo con un fiore

– No, ho detto no – dice secco Max al pusher delle rose. Dopo tre minuti mi raggiunge con tre rose rosse. Una per uno, diamola a chi ci va, così conosciamo qualcuno. Raggiungo il trio di ragazze di cui sopra. Chiacchieriamo.


Mini frustrazione repressa

Vorrei vedere chi c’è in giro. Ma i badge sono piccoli e i nomi quasi illeggibili. E poi c’è parecchia gente, crocchi, gruppi, coppie. Nessuno è da solo. Bene.


Preciso identikit

Chiedo chi sia il Neri, così almeno per ringraziare di tutto questo freedrinking di cui abuserò volentieri in seguito. Ottengo le seguenti risposte: è quello che sembra uno spacciatore, è quello più brutto di tutti, non c’è ma ha detto di salutarti.

A fine serata lo incrocerò. Uno scambio breve ma intenso: “Ciao Gianlù, ohè grazie, bella storia”, “Grazie, ciao”.


Avvistamenti, saluti, zaffate

Gli altri non blogger che mi accompagnano vagolano alla ricerca di blogstar. Finalmente viene avvistata Selvaggia. Nel senso che mi squilla il cellulare e mi dicono da casa che in quel momento preciso Selvaggia è su RaiDue.

Conosciamo Proserpina. Indagini su xsonalità confusa. Lo troveranno, alcuni sono qui per questo. Qualcuno lo crede ancora Alessia e ci resterà male.

Leggo qua e là alcuni badge che non mi dicono nulla. Poi intravedo Achille (lui? Se è lui gli voglio dire almeno ciao. Non ce la farò). Scambio un saluto con Falso Idillio e con altri che ora non ricordo. Mi appare Zu, penso a Zop, gaffo e poi mi correggo, lui sorride e ci salutiamo.

Appare Arkangel in una zaffata di profumo e di simpatia. Respiro a pieni polmoni.


Col Viagra ti diventa più Duran

Abbordo Filippo Facci (il suo badge dice solo: Stronzo). Gli faccio i complimenti per il famoso pezzo sul Viagra. Mi concede un’anteprima sul seguito che mi impegno a non rivelare salvo bonifico adeguato sul mio conto. Ometto di dirgli che con quello spolverino nero pare un Duran Duran lievemente ingiuriato dagli anni.


Paradossi della comunicazione

Le postazioni web sono frequentate. Proserpina scrive su GNU e la gente si accoda e commenta. Facciamo girare nell’internet le cose che potremmo/vorremmo/dovremmo dirci a voce. Una follia con il suo senso per chi blogga. Infatti Facci si dissocia e protesta indignato.


Pianeti diversi

Alla terza sosta ai box del bagno, trovo un capellone e una ragazza molto vistosa cascati lì da un altro pianeta. Mentre lei espleta, lui fa la guardia alla porta e mi fa: “Cioè, ma voi blobbers vi vedete spesso? E quando si balla?” Entra Leonardo (lui?). Gli passo volentieri la domanda ed entro in bagno. Quando esco è la ragazza che tiene la porta al tipo. Si rifà il trucco. Azzardo “Tu hai un blog, per caso?” Lei sorride, fruga nella borsa, scuote la testa e mi guarda. Le parole non le sento neppure. Il senso è quello di un risponditore automatico, vagamente metallico: “No, non credo, non mi pare che ci siamo già visti da qualche parte”. Esco dal bagno con Leonardo. Ci salutiamo muti, scuotendo il capo ensemble.


“Che poi Leopardi aveva pure la gobba, pensa te”

Incrociando il gossip strisciante con alcune immagini satellitari, dopo una precisa delazione e relativo versamento su conto alle Caiman, gli amici individuano Xsonalità Confusa. Scattano i piani di avvicinamento. Interviene il Mullah, un pezzo d’uomo con braccia lunghissime e sei drinks sulla schiena. Una barriera fisica e di simpatia. Conversazione fitta, risate.

Xsonalità Confusa è circondato e abbozza sorrisi etilici. Si parla di richieste di autografi. Gli faccio il mio pcs (piccolo complimento sincero), di simpatia: ci siamo scritti un paio di mail, ma chissà se ora lui lo sa. Poi lo guardo di sguincio, lo soppeso e rifletto: meglio così. Fosse stato un tipo avvenente probabilmente avrebbe avuto un sacco di donne, trovato poco tempo per scrivere e non sarebbe diventato una blogstar.


Ogni maledetta timidezza

Incrocio Luca due volte ma è di fretta e non colgo l’attimo neppure per un ciao.
Ed EmmeBi? Devo chiedere quale di questi è EmmeBi. Me ne rammenterò il mattino seguente.
















Domani seraMi sono posto il dilemma…

Domani sera
Mi sono posto il dilemma morettiano: “Ma mi si nota di più se vado o se non vado?” Ma è durato solo tre secondi.
Essendo il sottoscritto un emerito blog-nessuno, chi mai avrebbe avvertito la mia mancanza?
Dunque opto per fargli sentire la mia presenza.




magic America …

magic America

Espn, chiama tua sorella Pepsi che la cena è pronta

Ne sono passati di anni da che i bimbi li chiamavamo Sue Ellen e Brandon. E intanto gli americani sono andati oltre. Molto. Infatti ora la tendenza è quella di battezzare i bimbi con nomi di brand e prodotti. Ecco allora un’allegra combriccola di Timberland, Chevy, Denim e, udite udite, ben trecento piccoli Armani. Per non dire di quelle due coppie in Michigan e Texas che hanno scelto Espn, come il canale satellitare sportivo.

adv e cattivo gustoCapezzoli, spermini,…

adv e cattivo gusto
Capezzoli, spermini, morsi
Il Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria ha cassato in questi giorni due spot molto noti e dunque molto notati. Fu Michele Serra un mesetto fa a interrogarsi sulla prima di Repubblica sul cattivo gusto di certa pubblicità. Salutiamo dunque l’uscita di scena dell’uomo dal capezzolo eretto (Vigorsol) e dello spermino molto determinato a scegliersi un destino nuovo e più gradevole (Fastweb). Per carità, erano fatti benissimo e pure molto divertenti. Però ci sono delle leggi, o meglio un Codice di Autodisciplina, con i suoi bei princìpi da rispettare. Le motivazioni non ci sono ancora, ma non ci metteranno molto.
Negli Stati Uniti invece è andata meglio a un commercial targato Burger King accusato di alludere o meglio evocare la violenza domestica. Una donna si sveglia con la schiena piena di morsi e dice al partner: “Devo aver sognato che qualcuno mi mordeva”. Lui fa una faccia un po’ così e la voce off chiarisce la sua colpevolezza: “Got the urge for a big bite? Try the new Burger King Pepper Jack Stack…”
Nonostante numerose proteste, l’Advertising Standards Authority non lo ha segato.