“Parlare a vanvera” in 2a B

Non mi capita tanto spesso ormai di trovarmi in una stanza piena di persone in cui nessuno sa cosa sia (né tantomeno usa) Facebook.
Ma stamattina siamo in 2a B, loro sono in 25 e a Facebook ci penseranno più avanti: io sono qui a leggere delle storie, esattamente come un anno fa, convocato dalla maestra Filomena per la Settimana della lettura. Ho chiesto un paio d’ore di permesso e sono le 8.35 quando mi presento armato di ben due libri accuratamente scelti.

Alice è più emozionata di me e mi guarda dall’ultimo banco. Naturalmente lei non sa cosa leggerò. Mi ha fatto delle proposte, certo, ma io voglio che sia una sorpresa anche per lei. Poco prima di entrare in classe, all’altezza del fruttivendolo per la precisione mi ha solo chiesto per favore di non fare troppo il buffone, papi. Ok, piccola (tanto l’ho già fatto l’anno scorso, appunto).

Leggerò prima una storia breve e poi i primi tre capitoli di un romanzo vero e proprio. Così li lascio appesi al romanzo, con la voglia di sapere come va avanti. Ma intanto ne approfitto per raccontargli la differenza tra romanzo e racconti. Poi mi accorgo che uno dei libri che ho in mano è della biblioteca. E allora gli mostro la fascetta e gli spiego cos’è e come funziona la biblioteca e gli chiedo in cosa è diversa da un negozio di libri. Alcuni bambini, va da sé, in una biblioteca non hanno mai (non ancora) messo piede.

Diamine sono quasi le 9 e ancora non ho letto una riga, iniziamo!

Read More

Interismi familiari

Non ero contento io, di vedere la finale di Champions al mare, da solo con un paio di familiari femmine e quindi senza rutto libero e libertà di imprecazione.
Non ero contento, anche perché tutti gli ultimi turni di coppa e partite decisive varie me li ero goduti sul divano del suocero, juventino ma non gufante.
Avevo un po’ paura di rompere questo incantesimo. E poi non avevamo nulla da sventolare.

Il pomeriggio dello scudetto, ho portato Alice a strombazzare per la città. Più che altro per mostrarle quanta gente, il tifo, sono pazzi, i cori, le bandiere ecc. Credevo che come me si accontentasse di quell’osservazione dall’alto, giusto un filo snob. Siamo tifosi, ma elegantemente non ci buttiamo nelle fontane, non sventoliamo enormi vessilli. Guardiamo chi lo fa. Epperò ci diamo dentro col clacson. PE PERE PEEE!
Naturalmente mi sbagliavo. Read More

Verso Bologna, ebbri di “Terra in bocca”

A Pavia si giocava in casa. Teatro Fraschini esaurito, grandi ospiti tutti presenti, entusiasmo diffuso dalla platea ai palchi fino nei camerini.
Sul palcoscenico con noi i tre Giganti, Tempera, Tavolazzi, Bandini, tra il pubblico Gigi Rizzi e Marcello della Casa, più altri ancora che erano in studio quando “Terra in bocca” vide la luce nel 1971.

Qualche foto la trovate qui, ma ne arriveranno molte altre, mi dicono di un servizio passato al TG3 ma non l’ho ancora visto. Ma presto arriva, vero Beppe?

Intanto noi, che da gennaio sgobbavamo in cantina, ci godiamo le prime meritate soddisfazioni e puntiamo alla prima replica sabato 15 a Bologna. Scrutiamo incerti il cielo di questa finta primavera, con una mano apotropaica ben fissa sui maroni.

Ah, ieri sera Alice di anni 8, presente e plaudente al concerto, ha voluto imparare a cantare “Tu pieno di sole”. Son cose. Considerato che l’ultima volta che era venuta a sentire suonare il suo babbo (ma aveva 3 anni in meno e si trattava di musica di Zappa) si era addormentata, direi che sono ottimi progressi.

“Terra in bocca – Poesia di un delitto” LIVE 2010 a Pavia

Sembra evidente che ormai ci siamo. Il debutto in teatro è domani, al Fraschini di Pavia. Ci sono ancora dei posti liberi, ma pochi e la platea è già completa. Poi sabato 15 siamo a Bentivoglio (BO).

Ieri mentre noi chiusi in cantina provavamo, è andato in onda uno speciale su Radio Popolare con interviste ad alcuni dei protagonisti.

Sono confermati tutti gli ospiti (Giganti compresi) del manifesto qui accanto (fatto dai ragazzi delle scuole sulla celebre copertina di culto pensata da Gianni Sassi per “Terra in bocca”).

Noi abbiamo iniziato a lavorarci in gennaio, quando l’idea di riproporre dal vivo questo disco era dinnanzi ai nostri occhi, una sorta di catena montuosa.
Ora, perbacco, da qui si vede la vetta.

Zio Frank Zappa, gli Ossi Duri e noi

La prima volta che ho ascoltato gli Ossi Duri, saranno stati una decina di anni fa ed ero ancora solo confusamente e ambiziosamente zappiano.
Loro stavano dentro un doppio cd “Frank you Thank you, pieno di band italiane strambe, acrobatiche e bravissime che omaggiavano Zappa. L’acrobazia specifica degli Ossi Duri in quel cd, la cui consapevolezza mi stupefece così tanto che da allora non ho mai coniugato correttamente il passato remoto del verbo stupefare, stava nell’essere un gruppo di ragazzini implumi, se non ricordo male sui 13-15 anni, già così zappianamente e dannatamente bravi.
Più avanti poi, li ho seguiti con Elio, ho ascoltato le loro cose, ci siamo “addati” qua e là sui social network, nel frattempo siamo nati noi, abbiamo ospitato Ruben ai tamburi per un bis.

E sabato 8 maggio finalmente a SpazioMusica Pavia, noi ContenutiSpeciali ci smezziamo il palco con loro, Ossi Duri, sempre meno implumi, sempre più bravi.

Che aspettate? Vi aspettiamo!

08maggio spaziomusica zappa contenutispeciali OssiDuri

CINESTESIA: The cameraman (1928), con Buster Keaton

CINESTESIA - The cameraman Keaton

Well, da queste parti inizia un maggio furente di concerti, ma si parte soft, al buio con un Buster Keaton.

E’ l’utimo appuntamento dela stagione pavese di Cinestesia e come di consueto sarà celebrato con tutti i crismi e con i rito dei bicchieri d’assenzio rovesciati, previo appiccamento di fuoco, direttamente nelle gole dei musici. Una pratica che tra l’altro, eseguita come facciamo noi, regolarmente ogni anno, disinfetta il cavo orale e stermina il tartaro.

Che dire? Grazie tantissime a tutti quelli che ci hanno seguito a Spazio quest’anno per la quarta stagione consecutiva. Un abbraccio e il solito appuntamento: ci vediamo lì, ci vediamo al buio.

Zappa, Cinestesia, Giganti (e ritorno)

Nell’attesa di ridestare questo blog personale e di portarlo agli antichi fasti (?), eccolo trasformato nell’agenda dei miei prossimi concerti. Siete tutti invitati.

– Domenica 11 aprile
Molino Alpha, Tortona
MN & i Contenuti Speciali: omaggio ai baffi di Frank Zappa

– Martedì 13 aprile
SpazioMusica, Pavia
CINESTESIA, il cinema muto suonato live: “Broken Blossoms” (Giglio Infranto), 1919, David Wark Griffith, 88′

– Martedì 4 maggio
SpazioMusica, Pavia
CINESTESIA, il cinema muto suonato live: “The Wind” (Il Vento), 1928, Victor Seastrom, 78′

– Sabato 8 maggio
SpazioMusica, Pavia, evento strafico
MN & i Contenuti Speciali + Ossi Duri
Due tribute band, per un solo paio di geniali baffi

– Martedì 11 maggio
Teatro Fraschini, Pavia, eventone, prima assoluta dello spettacolo
“Terra in bocca”, quando i Giganti sfidarono la mafia
Ospiti: Enrico Maria Papes, Ellade Bandini, Ares Tavolazzi e (salvo pacco) Vince Tempera.

– Sabato 18 maggio, Bologna
Centro culturale Te:Ze, Bentivoglio, Bologna, prima replica di
“Terra in bocca”, quando i Giganti sfidarono la mafia
Ospiti: chissà.

– Sabato 18 giugno
Tbd Musicamp, Milano

– Domenica 19 giugno
Wedding jazz in trio in quel di Varzi

– Sabato 26 giugno
MN plays Zappa, ma non ricordo dove, Alessandria?

Le cose che faccio (semmai le scrivo nel prossimo post)

Ormai ho smesso di menarmela se non scrivo quasi più sul blog. (Ho smesso? Davvero?)

Però è paradossale. Che proprio in questo periodo io vada a fare in giro dei corsi sui social network, corsi che si chiudono con inviti a seguirmi online e addarmi qua e là, e poi le persone mi followano e io non fo (quasi) nulla.

In realtà mi rendo conto che sono diviso. Da autore di contenuti, adoro la concisione di Twitter. Da lettore curioso, adoro il vortice di FriendFeed. Il mio blog sta preso in mezzo, ultimamente e soffre l’essere un luogo più meditato, dove non scrivo d’impulso o di guizzo, ma dove nascono e prendono forma le cose più lente. Ok, ho capito: allora il guaio è proprio lì. Che di cose lente ultimamente me ne capitano troppo poche, ché tutto va di fretta. A volte troppo.

E forse la strada allora è questa qui. Usarlo, il blog, come stream of consciousness. Liberare i pensieri e scriverli fin dove ti portano.

Che poi voi non avete idea delle cose che si scoprono scrivendo. Non pensando, dico. Scrivendo. Le cose di sé, intendo.

Roba da farci sopra un post, prima o poi.
Che però non è questo, che anzi ci sarebbe da cambiargli il titolo.
Ci medito su.

CINESTESIA: 9 marzo, The Wind

Rieccoci di nuovo alle prese con un western, ma senza indiani.

Vi aspettiamo al buio, solito posto.

Augh, ma senza indiani.

Sanremo in famiglia (e in tutti i laghi)

Anni fa guardammo sanremo con babbo e mamma e ci fissammo coi voti. Inserimmo almeno 3-4 valutazioni per concorrente: musica, parole, look, cose così. Troppe varianti. Ci stancammo dopo un’oretta e via.
L’altra sera eravamo io Lady Burp e Alice 8enne con un notes e un solo voto per ogni artista, secco come una fucilata.
Dopo un po’ mi son posto il problema di come non influenzare Alice. Difficile poterle attribuire un voto sincero dopo che i suoi genitori si sono – poniamo – sbellicati davanti a un’esibizione. (Io che esco sul bacone in pigiama e urlo “Italia amoore miooo”). Quindi ci siamo imposti il sienzio almeno fino a a metà canzone. E spesso ho chiesto a lei il primo voto. Sono baggianatate dite? Anche. Ma anche no. Perché cosa ne so io di cosa vota lei? Di cosa la colpisce in un’esibizione? Faccia, voce, vestito, canzone, altro? Ed è un modo come un altro per capire come cresce la sua testolina. E che idee matura verso la musica, che come sapete il babbo ci tiene.
Quindi per concludere, il suo voto “Uno” al trio Pupo-Principe-Tenore è piuttosto influenzato dai grandi.
E poi a sorpresa – e mi pare giusto alla fine – sono io che mi faccio infuenzare da lei. Perché quando mette “10+” a Scanu-Amoroso che guardandosi morbidi nelli occhi umidi, cantano forte e melodico l’amore in tutti i laghi, io penso che quella è la canzone che deve vincere.
Perché è puro Sanremo.
E quindi gli do un 7 che poi correggo in 8. E così alla fine è Alice che ha infuenzato me.
E per farle sentire Monk e Zappa e Coleman ci sarà tempo. Ora è il suo Pausini time.
Ne riparliamo a Sanremo 2011.