Bimbi a bordo e genitori in biblioteca
Sabato qui si va a alla libreria Delfino da Barbara Sgarzi cioè Blimunda che presenta “Bimbo a bordo“. Qui c’è l‘evento su Facebook.
Qui ci si è incrociati e letti con Blimunda quando entrambi eravamo incinta… sì insomma in attesa. Poi l’unica volta che ci siamo incontrati a Genova un annetto fa, che ci eravamo incontrati l’abbiam capito solo dopo.
Già che ci siamo, e che (ohi notiziona eh) torniamo a scrivere qui sopra, alla biblioteca ragazzi Paternicò Prini c’è un interessante ciclo di Incontri after hour per genitori moderni.
Io vorrei andare a sentire almeno Federico Taddia e il Professor Rap. Questa è la locandina.
CINESTESIA: Beggars of life
Domani sera al solito posto, Spaziomusica ore 19 per l’aperitivo, proiezione concerto alle 21.
Ospite della serata, al basso con i tasti fantasma, un amico e vecchio compagno di jammin’ e antichi “spostamenti di molecole.”
Mi ha pregato di non nominarlo per non rovinarvi la sorpresa.
Ho pensato che invece di nominarlo avrei messo una vecchia foto in cui suoniamo insieme. Ora ovviamente non la trovo. Pazientate.
Ci vediamo là. Ci vediamo al buio
Fumetto erotico: è morto Blue, viva Blue!
Lo leggo su Foglio che gli dedica il paginone centrale. Dopo 20 anni e 200 numeri chiude Blue. Vado in edicola a comprare il numero finale e celebrativo. Su tre edicole qui in zona, nessuna ce l’ha e nemmeno ne sanno nulla: “Ahem… è il mensile del fumetto erotico d’autore…” dico agli edicolanti dandomi un certo tono artistico persino io. Perché intendiamoci: non è un pornazzo qualsiasi, né il ritorno del comics pecoreccio anni ’70.
Credo di averne in una scatola in garage ancora una decina di numeri, forse persino il n. 1, qui accanto. Ero reduce dalla scoperta di Manara, responsabile unico di alcune diottrie per sempre perdute e di molti sogni mai realizzati. Mi invaghii un po’ di Blue e di alcune firme: Casotto e Scòzzari in particolare. Di quest’ultimo lessi anche un romanzo, forse si intitolava, appunto Racconti porni. Nell’onda di Blue scrissi indimenticabili e gloriosi racconti, che ormai giacciono grondanti polvere in qualche floppy disc sperduto.
Erano i tempi pre web in cui si poteva ancora pensare di passare un’intera giornata senza dover schivare pixellate di tette e culi, thread profumatamente maliziosi, foto sbavevoli, promesse di flirting, eros blog misteriosamente appiccicosi (e potrei linkare numerosi esempi di ogni voce di questo elenco). Erano tempi in cui i nostri ormoni, sempre vigili, languivano sereni per la maggior parte del tempo, per emozionarsi poi davanti a una storia ben raccontata o all’immagine di una bocca socchiusa, anche se solo disegnata. Erano tempi, già
Che poi, a ben guardare dalle ceneri di Blue, nasce Touch.
In bocca al lupo a Laura Scarpa.
Terra in bocca: 11 maggio, Teatro Fraschini, Pavia
OK è un save the date e se lo scrivo con 5 mesi di anticipo è perché è roba ghiotta.
La prendo da lontano. C’era una volta, nei magici ’60, qui a Milano un gruppo beat di grandissimo sucesso che un giorno a fine carriera svoltò sul versante progressive. Si chiamavano “I Giganti” e che mi venga un colpo se non sapete canticchiare almeno Una ragazza in due o se non avete mai sognato di mettere fiori nei vostri cannoni. Nel 1971 si inventarono un concept album su una storiaccia di mafia nella Sicilia degli anni ’30. Facendosi aiutare in studio da alcuni dei più importanti musicisti della scena rock italiana di allora (e in parte di tuttora: Bandini, Tempera, Tavolazzi, un giovane Battiato) fecero un disco bellissimo, strambo e impegnato. Tanto fecero che glielo trasmisero una volta per radio e poi stop: boicottato, nascosto, insomma mai più “spinto” né sentito.
Il disco si chiama “Terra in bocca” e non è mai stato eseguito dal vivo se non per soli 8 minuti in un concerto milanese del 1993. Un anno fa è uscito questo libro che ne racconta tutta la storia con un ricco corredo di interviste ai protagonisti e una vivissima descrizione della scena beat e prog italiana alla fine dei ’60.
E fin qui la storia.
La notizia è che, con i ragazzi della zappaband supportati da altri eccellenti musici e con l’appoggio di SpazioMusica e la benedizione del dio delle imprese impossibili, abbiamo iniziato a lavorare a un concerto per suonare dal vivo quel disco al Fraschini.
Tutta la cittadinanza è invitata. Ma non solo lei.
CINESTESIA: The Black Pirate
E dopo il western, eccoci alle prese con un film de’ pirati! “The Black Pirate“, anno 1926, con il divo Douglas Fairbanks.
Vi aspettiamo martedì.
Ci vediamo al buio.
La locandylan di Natale
Si sa che la sera di Natale, quella del 25 intendo, si è sempre indecisi tra il restare satolli a rimirarsi la pancia e il restare a rimirarsi la pancia satolli.
Quindi noi nel nostro piccolo vi offriamo una sana alternativa: folk blues, buona birra, auguri, sorrisi e molte chiacchiere.
Ci trovate al solito posto, sul palco di SpazioMusica a Pavia.
Qui c’è una pagina evento Facebook di un anno fa in cui avevo caricato qualche sampling di un nostro live precedente.
E qui invece c’è una gran canzone, che accompagna la web genesi di questa locandina. Un bel typo ‘sto Dylan. Don’t think twice it’s all right, portrait in Garamond.
Post sotto l’albero 2009
Mi piace perché è una piccola tradizione; quando è nato un blog lo avevamo in cento, adesso siamo ancora in cento perché tutti gli altri sono passati ai socialcosi. Siamo quelli che scrivono più di 140 caratteri, e sembriamo una setta di massoni ottocenteschi: insomma, siamo diventati vintage in sei anni. […]
Con queste e altre parole ancora, Sir Squonk presenta il Post sotto l’albero 2009: “And… we’re back! (PslA strikes again, 2009 version: “Hop Hop Hop”.
Come mi capita da qualche anno (tre o quattro, direi… come sarebbe a dire cinque?), ci sono anche io. Raschiando il fondo del barile però.
Ché lo scorso anno mi ero fatto aiutare dalla settenne.
E stavolta ho riciclato un post già pubblicato qui sopra pochi giorni prima.
Shame on me e buona lettura a voi.
Scaricatelo qui.
Diffondetelo a piacere.
Annunci, curriculum, colloqui, stagisti: riflessioni sparse
Ok, come molti di voi sanno, ho pubblicato un annuncio (amplificato anche da Luisa Carrada) per la ricerca di uno stagista, ho ricevuto un pacco di curriculas (licenza poetica), ho fatto alcuni colloqui e ho riflettuto su alcune cose. Ve le regalo aggratis a patto che me le lasciate dire in ordine necessariamente sparso e confuso. Sarò un po’ lungo, ma per il solito motivo: che non ho il tempo di essere più breve.
1. I giornali oggidì sono pieni di avvertimenti: non mettere le tue foto compromettenti su Facebook soprattutto se stai cercando lavoro! Sì, perché il selezionatore scaltro e senza scrupoli va anche su Facebook e – ahi ahi ahi – se ti trova brillo o fumato o cose così, addio colloquio. Nessuno però pensa all’eventualità che sia il selezionatore medesimo – specie se poco scaltro – ad avere online foto in atteggiamenti imbarazzanti. Ci ho pensato su. Alla fine ho scelto la coerenza, presentandomi ai colloqui di lavoro con una foglia in testa.
2. I vostri cv, benedetti ragazzi. E le relative lettere d’accompagnamento. Che la vendetta di Montezuma (aka il cagotto perenne) perseguiti senza pietà l’inventore del formato europeo o come diavolo si chiama, quello per cui i cv oggi sono tutti standardizzati e per trovare un briciolo, un lume di personalità, lo devi cercare nella lettera d’accompagnamento. Se c’è. Sì, perché a volte nemmeno c’è e il cv ti arriva così, appeso al filo di un’email con una molletta da bucato, che basta un colpo di vento e flop: ed è subito cestino. Meditate.
E qui il consiglio è semplice. Le parole chiave sono due. Read More
Viola ha due anni
Personaggi e interpreti, da sinistra a destra:
– il cane Plim
– il biglietto d’auguri disegnato da Nonna Nena
– le candele spente al primo soffio senza mai smetere di parlare
– quel che resta della torta.