# desideri e proproste #La faccia di…
# desideri e proproste #
La faccia di Bonaiuti
Io quando accadono queste cose qui, vorrei vedere la faccia di Bonaiuti. Ma proprio in quel momento lì, quando il suo assistente gli dice: “Coraggio, siediti che ci risiamo…”
Invece vedo sempre quella di Bondi (oggi promosso coordinatore interno al posto di Antonione), che insomma tra i due non c’è confronto, basta leggere le cose che hanno detto ieri. Uno a spegnere il fuoco e l’altro a gettarci dentro miccette e petardi come un bambino invasato.
Spero che la loro busta paga sia sensibilmente diversa. E propongo di cominciare a pensare a un riconoscimento per Bonaiuti: una via, una scuola, qualcosa insomma da intitolare a “Paolo Bonaiuti, martire della comunicazione politica”.
#un sommesso urlo di dolore # …
#un sommesso urlo di dolore #
Please, DEFRAG my brain!
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Il capo che “mi tiene d’occhio”
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Due nuovi clienti da corteggiare come free lance
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Debitori bradipi e creditori ghepardi
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Montagne di carta arretrata da leggere
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Una lista di link lunga e disordinata: ergo inutile
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Ottime newsletter cancellate senza essere aperte
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Un pianoforte che ammuffisce
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Un sassofono da vendere
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Almeno 12 libri comprati e non ancora letti
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Zio Rupert che si paga anche a tv spenta
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Una famiglia (o due?) che reclama
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Un’idea dietro l’altra, tutte belle, tutte faticose
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Un blog che borbotta se non digerisce
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Azz, per fortuna che non ho un cane
Nei pc è molto facile. DEFRAG! è la soluzione: sposta le cartelle, fa spazio, mette ordine e poi tutto funziona meglio. O solo più spedito?
“Overdose – La società dell’informazione eccessiva”, così si chiama un libro interessante di cui lessi qui sul MdS. Solo che forse lì ci sono solo le cause (servito, grazie), non la soluzione. E poi in definitiva ci risiamo: sarebbe comunque un altro libro da leggere.
# zapping: scintille # …
# zapping: scintille #
Riflessioni di un pugile (poco) sentimentale
Sentita ieri al Dave Letterman Show.
Mike Tyson ha dato un consiglio a Kobe Bryant. E stavolta, pare incredibile, gli ha dato una buona dritta.
Gli ha detto: “Ragazzo, fai ciò che vuoi ma non darmi retta”.
# rassegna stampa: monopoli & disservizi…
# rassegna stampa: monopoli & disservizi #
Pessima figura, zio Rupert…
Tra i tanti pezzi critici sul debutto di Sky tv, segnalo questo del Messaggero che sostiene la tesi secondo cui gli italiani si farebbero più volentieri qualche ora di coda a uno sportello piuttosto che proseguire la pantomima telefonica con il call center. Molte altre critiche le leggo qui su GNUeconomy, insieme con gli alcuni elogi (condivisibili e condivisi) per buona parte della programmazione e dell’offerta.
Per la cronaca il mio balzo al cielo di Sky è stato rapido e indolore: con l’unica piccola pecca che mi stanno ancora addebitando il canone per i tre canali di CineCinemas che hanno chiuso il 31 luglio. A ma ora, diobono, alzo il telefono e gli faccio una signora piazzata!
# rassegna stampa: luddismo?# …
# rassegna stampa: luddismo?#
Conservatori in tutto, non c’è che dire
Evidentemente la stampa di destra (o almeno una sua parte) non ama il web e non va online. Libero e Il Giornale sono infatti gli unici quotidiani nazionali a non sognarsi neppure di aprire un web. Vergogna dunque!
Ed è un vero peccato. Già perché anche lì sopra accadono cose interessanti che meriterebbero di essere linkate a beneficio di chi quei giornali non li compra. Perché a raccontarle qui vien troppo lunga.
Le pagine culturali de Il Giornale per esempio, meriterebbero almeno un link quasi ogni giorno. E persino Libero oggi aveva un bel pezzo su Pier VittorioTondelli. Da cui apprendo che Umberto Eco lo promosse con la seguente motivazione: “Questo è materiale per un ottimo articolo, non per una tesi di laurea. E io non sono il direttore di Playboy. Le do 29 purchè non si occupi mai più di semiotica”.
Ma al di là di questo, su Libero sarebbe bello anche solo poter linkare dei titoli, unici per la loro bellezza. Cito a memoria il più bello in tema di salute: “La donna bianca con la coscia corta / rischia il diabete più della stangona”. Ecco, fateci caso: è un endecasillabo di rara, devastante bellezza.
# rassegna stampa: coltelli a Venezia # …
# rassegna stampa: coltelli a Venezia #
La giornalista “cialtrona” e la “stronza” degli accrediti
Sono due le protagoniste di questo scazzo veneziano in più puntate (dopo la prima ecco la seconda, ma io spero che prosegua). La stronza non so chi sia ma le orecchie le saran fischiate eccome. La prima, la “giornalista cialtrona”, è Guia Soncini. Che a me piace un bel po’.
(Per i più miopi o pigri, i pezzi sono le colonne a destra, rubrica Estate. Buona lettura e buon divertimento.)
# rassegna stampa: titoli suggestivi #[Sesso…
# rassegna stampa: titoli suggestivi #
[Sesso (e videotape) nella villa di Arcore]
Il titolo del pezzo sul Riformista è paro paro quello della testata cartacea. È quantomeno ovvio che uno strillo simile ci catturi l’attenzione. La tragica e pruriginosa vicenda dei marchesi Casati Stampa è nota indipendentemente dal fatto che essi abitassero in quello che, dopo di loro, da una ventina d’anni è il dorato quartier generale del nostro premier. La loro storia è stata ben raccontata anche in un libro di Vincenzo Cerami (ma chissà in quanti altri), oltre che essere spesso materia di paginoni estivi sui delitti italiani (quest’anno è toccato alla Stampa, qui). Anche quella della transazione dell’immobile di villa S. Martino è una vicenda nota: per solo mezzo miliardo di vechie lirette l’allora astro nascente dell’imprenditoria lombarda si assicurava il mega villone, comprandolo alla giovanissima orfana erede della casata (uno dei cui tutori era, combinazione, proprio un noto avvocato ora parlamentare ed ex ministro). Insomma tutte cose già scritte, lette e rilette. Ma quella parola nel titolo… videotape. Quella parola sì che incuriosisce. Perché tutta la torbidissima storia del marchese che “cedeva” la bellissima moglie in comodato d’uso ai “proletari pasoliniani” si svolge in un’epoca in cui di videotape ancora non si parlava. Così leggo il pezzo – bello – e proprio alle ultime cinque righe, trovo lo svelamento dell’arcano. Che ha a che fare con l’uso improprio di calze di nylon…
Deve c’entrare qualcosa col fatto che ormai ogni titolo con la parola sesso deve per contratto contenere anche la parola videotapes. Per accendere la nostra curiosità visiva e per “rimare” con il titolo di un vecchio film.
# rassegna stampa: queste pazze pazze ANSA…
# rassegna stampa: queste pazze pazze ANSA #
[Sopra la barca la carpa salta]
(ANSA) – WASHINGTON, 29 AGO – Carpe folli attaccano pescatori sul Missouri: segnalato dalla stampa di St.Louis, il fenomeno sta interessando ittiologi e anche animalisti. Due biologi che stavano studiando il comportamento dei pesci sono stati feriti, uno gravemente alla testa, da carpe che li hanno colpiti ”volando” fuori dall’acqua. Le carpe sotto accusa sarebbero esemplari discendenti da specie importate nelle acque del Missouri e allevate: alcune sarebbero fuggite dalle loro vasche e si sarebbero poi riprodotte nel fiume, acquisendo comportamenti aggressivi. Testimoni riferiscono di pesci che saltano fuori dall’acqua, colpiscono le persone e persino danneggiano le imbarcazioni. Le carpe in questione provengono dall’Asia: dovevano, nelle intenzioni di chi le introdusse nell’ecosistema del Missouri, ”ripulire” delle alghe in eccesso e dei rifiuti stagni e acque chiuse. Ma, a piu’ riprese – nel 1993, nel 1995 e nel 2002 – le carpe uscirono dagli ambiti loro destinati e raggiunsero il fiume, dove, oggi, stanno creando grossi problemi: a farle impazzire, sostengono gli ambientalisti, sono soprattutto le vibrazioni delle imbarcazioni a motore. (ANSA).
# rassegna stampa: blog #[Della libertà e…
# rassegna stampa: blog #
[Della libertà e dei suoi puntini]
Quando non lavoro leggo un giornale solo e nemmeno tutti i giorni. Però in una sola settimana ho visto ben due pezzi sui blog. Uno, sul Venerdì di Repubblica, pura statistica sull’esplosione della blogosfera soprattutto internazionale.
L’altro, quello ormai arcinoto da queste parti, di Di Stefano sul Corsera che ha scatenato la solita discussione. Anzi non la solita (fuffa contro giornalismo e relative divagazioni), ma quella sulla qualità letteraria dei blog e sulla quantità di puntini e di punti esclamativi in essi contenuti.
Bah…
Per me ognuno è libero di mettere nel suo blog tutti i puntini che vuole.
Se poi tra un puntino e l’altro riesce anche a dirmi qualcosa di interessante, meglio.
Se poi vuole fondare un nuovo genere letterario, auguri.
E ogni giornalista è libero di dire la sua (dato che noi diciamo la nostra su di loro), persino presentando solo la faccia fuffosa e sfottendo pure un pochino. E allora è pure plausibile che lo sfottuto replichi secondo umore (cattivo) e visibilità (scarsa).
Un blog può essere un posto che offre un servizio, informazione o cazzeggio non importa. Ce ne sono tanti ognuno scelga quello che gli piace o si faccia il suo.
Oppure può essere una specie di chat monoutente. Ma se serve a qualcuno (anche all’unico utente) ben venga.
Il blog è una cosa che ha a che fare con la scrittura. Per me è importante pensare che, anche se è una moda, ci sia una moda che invita la gente a scrivere (con o senza i puntini). Che è meglio dei videogame, della new age, degli sms. Che è peggio di un buon libro, ma è meglio di uno brutto. E che, in sintesi, è meglio che lavorare.
# rassegna stampa: jazz #[“Se vi faccio un…
# rassegna stampa: jazz #
[“Se vi faccio un blues quanta roba mi date?”]
Da 10 anni se n’è andato Massimo Urbani, uno dei più grandi musicisti italiani, che veniva da Monte Mario e suonava come Bird. (O meglio?) E proprio come Bird improvvisava anche la sua stessa vita, non solo la sua musica. A 14 anni era già un fenomeno, a 16 suonava con Rava e Gaslini, a 36 non suonava già più. L’ultima pera tre mesi prima di diventare padre.
Ora qui viene lunga a “dire” come suonava Urbani e perché. Ma la Red Record sta ristampando i suoi dischi. E in libreria si trova L’avanguardia è nei sentimenti (Carola De Scipio, Stampa Alternativa), una raccolta di interviste e ricordi di amici e musicisti.
Tutte queste cose stanno in un signor pezzo del Corsera a firma Piero Corrias. Per ora solo online, sorry.
Il mio amico Marco mi raccontò che conobbe Urbani ragazzino una sera fuori da un concerto al Politeama nei primi ’70. Marco non sapeva nulla di jazz. Ma era anche lui un animale musicale allo stato brado, improvviso e istantaneo. Condividevano un sacco di cose qui due, pure troppe, e finirono quella notte insieme sotto il ponte della ferrovia a guardare il Ticino. Oggi chissà, forse qualche volta suonano insieme.